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(12 Dicembre 2018)
12 dicembre del 1969, 49 anni fa, sono passate almeno due generazioni.
La verità processuale non è uscita fuori, molte-i di noi sanno però, chi furono i mandanti di quella che fu la prima “strage di Stato”, hanno molti sospetti sugli esecutori, ma non ne abbiamo le prove. Una delle stragi che hanno insanguinato L’Italia, resta impunita e la giustizia incompiuta, una delle tante pagine oscure della Repubblica italiana, della strategia della tensione, della risposta ai movimenti di lotta operai, studenteschi, per ottenere il riconoscimento di pieni diritti, civili e sociali… diritti, rimessi in gran parte in discussione, OGG e dal governo di turno, che al di là dei proclami da campagna elettorale perenne, non solo non attua nessun “cambiamento”, ma si inserisce a pieno titolo nella continuazione della difesa di interessi di pochi a danno di tanti e tante, aggiungendo i “nuovi poteri” dei settori dominanti, ai poteri vecchi, un pochetto ”logorati” pure loro, ma sempre a tutela di interessi contrari alle classi lavoratrici e ai settori popolari sfruttati.
Ancora OGGI, come IERI, il filo della nostra memoria storica non si è interrotto, ancora OGGI come allora, siamo in mobilitazione quasi permanente, dai posti di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei quartieri e nei territori dove viviamo o lavoriamo, devastati da speculazioni edilizie e finanziarie, inquinamento e dissesti ambientali, sempre in nome del profitto e dell’accumulazione di ricchezza per pochi “potenti”, a danno di tanti-e che sono ancora sottomessi, subalterni, come classi lavoratrici e settori oppressi, da un modello economico-finanziaro, da rapporti sociali che negano l’emancipazione reale, la libertà, la solidarietà, con una sub-cultura barbarica, che semina a piene mani odio, discriminazione, divisione ed esclusione sociale, ammantandosi di una presunta e antiscientifica “supremazia etnica”, che trasforma i diritti, le libertà universali, in tutele ridotte solo a chi viene ammesso a far parte della “cerchia e razza italica” (che non esiste, da nessun punto di vista).
ANCORA OGGI, COME ALLORA NEL 1969, CONTINUIAMO IL NOSTRO INTERVENTO TENACE E PAZIENTE, L’INFORMAZIONE E LA PROSECUZIONE DELLA MEMORIA STORICA, anche SULLE STRAGI DI STATO per smascherare coloro che, magari con facce e volti e nomi cambiati, prosegue con altri mezzi…nella rinnovata “STRATEGIA DELLA TENSIONE”, agitando spettri del passato e cercando di deviare la nostra attenzione, verso il “nemico esterno”, per non farci focalizzare in termini di massa, verso le reali cause del progressivo impoverimento economico, dell’imbarbarimento dei rapporti sociali e della cultura, del sapere critico e collettivo, come strumento di conoscenza e fulcro per la resistenza adesso, per la costruzione di rapporti di forza e verso UN ALTRO FUTURO, migliore per tutti e tutte.
NON SMETTEREMO MAI DI CERCARE LA VERITA’, PER LA GIUSTIZIA SOCIALE Ricordiamo il nostro compagno GIUSEPPE PINELLI, staffetta partigiana, anarchico, militante dell'USI, strappato dallo Stato alla vita, all'amore e alle lotte.
MA L’IDEA DI LIBERAZIONE E DI GIUSTIZIA SOCIALE CHE LO ANIMAVA, QUELLA CHE PER MOLTI –E DI NOI E’ LA LOTTA CONTRO LA BARBARIE E L’INGIUSTIZIA ECONOMICA E SOCIALE, NON MUORE MAI, E’ QUELLA CHE CI SPINGE A PROSEGUIRE IL PERCORSO E IL LUNGO CAMMINO, SOLIDALE E COMBATTIVO, VERSO LA TRASFORMAZIONE IN MEGLIO E PER TUTTI-E, DELLO STATO DI COSE PRESENTI E DELLE CONDIZIONI DI LAVORO E DI VITA. L’unica lotta che si perde, rimane sempre…quella che non si fa.
segreteria nazionale collegiale Confederazione Usi (Udine/Milano/Roma/Caserta)
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