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Trivelle in Basilicata: in 9 giorni il governo cambia idea sul progetto Rockhopper

Muroni e Speranza (Leu) «In Basilicata la propaganda del governo non va in vacanza»

(29 Dicembre 2018)

referendum no triv

Il 12 dicembre il governo aveva annunciato di aver bloccato il progetto petrolifero “Masseria la Rocca” della Rockhopper, in Basilicata, intestandosi un merito che casomai è della regione, ma il 21 dicembre lo stesso governo «ha deliberato la costituzione in giudizio nel conflitto di attribuzione promosso dalla Regione Basilicata avverso la sentenza del Consiglio di Stato, sezione IV, n. 5471/2018».
Ora i deputati di LeU Roberto Speranza e Rossella Muroni dicono che evidentemente il governo Movimento 5 Stelle «deve avere cambiato idea». Infatti, il Consiglio dei ministri del 21 dicembre, dedicato in gran parte alla legge di Bilancio, ha deciso di costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale nel ricorso per conflitto di attribuzione tra Stato e Regione che la Basilicata ha sollevato proprio contro il il progetto petrolifero “Masseria la Rocca” della Rockhopper di ricerca di idrocarburi. Muroni e Speranza spiegano che si tratta di «Una decisione con cui il Consiglio dei ministri difende in sostanza le ragioni della compagnia petrolifera e del Consiglio di Stato, anziché quelle della Basilicata».
I due parlamentari di Liberi e Uguali ironizzano: «Un bell’esempio di coerenza del cosiddetto governo del cambiamento, che cambia idea in nove giorni e che cambia idea anche rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale. Quando il Movimento 5 Stelle ha dichiarato più volte che se avesse vinto le elezioni avrebbe fermato le trivellazioni. Promesse evidentemente buone per prendere voti, ma non per governare. Così il Movimento 5 Stelle prende in giro gli italiani e l’Italia continua a investire sui fossili, mentre i mutamenti climatici in atto di imporrebbero di mandare le fonti fossili fuori dalla storia e di imboccare con decisione la via delle rinnovabili e della transizione energetica».
Muroni e Speranza concludono: «Il procedimento di cui parliamo è iniziato nel 2016, quando la Rockhopper si vede negare dalla Regione Basilicata l’intesa per il permesso alla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in un’area di 13,5 chilometri quadrati a Masseria La Rocca, vicino Potenza. La compagnia petrolifera ricorre al Tar e si passa poi al Consiglio di Stato, entrambi i pronunciamenti sono a favore della Rockhopper. Poiché la Regione non ha dato via libera all’intesa gli atti devono passare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, competente ad esercitare il potere sostitutivo e a superare lo stallo. Ma la Regione, come anticipato, ricorre alla Consulta per conflitto di attribuzione. Il 12 dicembre il Consiglio dei Ministri conferma in sostanza il no della Regione all’intesa, anche se la legge gli attribuisce solo il potere di superare lo stallo e non quello di bloccare il procedimento. Poi, con l’attenzione dei media concentrata sulla manovra, il Consiglio dei Ministri del 21/12 decide la costituzione in giudizio nel ricorso promosso dalla Basilicata, sostenendo quindi le ragioni della compagnia petrolifera e del Consiglio di Stato».
Insomma, Lega e M5S procedono lungo il sentiero petrolifero tracciato dal tanto odiato Renzi e difeso dall’ex segretario PD con il suo boicottaggio del referendum contro le trivelle, che tanto gli è costato – col senno di poi – in termini di voti e consenso.

greenreport

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