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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Dalla parte del SULT

Difendere il diritto di sciopero e le liberta' sindacali

(26 Agosto 2005)

In pieno periodo di franchigia degli scioperi, il 4 di agosto, con un semplice fax, l'amministratore delegato di Alitalia, Cimoli, revocava i diritti sindacali (diritto di assemblea, alla trattativa, ai permessi, alla bacheca,..) all'organizzazione sindacale SULT; l'accusa era quella di non aver firmato lo scorso febbraio un accordo applicativo del contratto del 2004 (quello sì firmato anche dal Sult) siglato invece in azienda dai sindacati concertativi. Tutto ciò nonostante il Sult sia il sindacato che raccoglie maggiori consensi in Alitalia ed in particolare tra gli assistenti di volo.

Il Sult, a questa incredibile provocazione padronale, ha reagito con la proclamazione di due giornate di sciopero il 30/31 agosto prossimi. La Commissione di garanzia, per bocca del predidente Martone, ha subito dichiarato l'illiceità di tali scioperi ed il ministro Lunardi ha già minacciato le precettazioni per gli scioperanti.

Alitalia, che pure è un'azienda ancora in mano pubblica, si comporta come il peggiore padrone delle ferriere, negando sacrosanti diritti ad un sindacato di base, nella convinzione che è l'azienda che si sceglie i propri interlocutori sindacali di comodo, mentre i sindacati conflittuali che si battono per i diritti dei lavoratori devono essere totalmente emarginati e criminalizzati.

Ma Alitalia e Cimoli possono permettersi di violare macroscopicamente i diritti sindacali perché hanno il pieno appoggio di sindacati di comodo come CGIL-CISL-UIL, che, loro fedeli interlocutori (soprattutto quando si tratta di consentire pesantissime ristrutturazioni con tagli occupazionali, riduzioni di salario e restrizioni delle garanzie normative per migliaia di lavoratori e lavoratrici), si sono in maniera disgustosa subito schierate dalla parte del padrone, sparando a zero contro il SULT. A dar man forte a Cimoli è intervenuto anche il giuslavorista diessino Pietro Ichino, che dalle colonne del Corriere della Sera ha tuonato contro i sindacati di base come il Sult, buoni, a suo dire, soltanto a fare scioperi e ad opporsi alle scelte di "risanamento" portate avanti dall'azienda.

Per costoro evidentemente i sindacati buoni sono quelli come CGIL-CISL-UIL che si rivelano docili strumenti nelle mani dell'azienda, che condividono e dettano regole liberticide sugli scioperi, che impediscono il pluralismo ed una reale democrazia sindacale.

Le ragioni del SULT sono sacrosante. A questi compagni e lavoratori va tutta la nostra solidarietà.

La difesa del diritto disciopero, la reale fruizione dei diritti e delle libertà sindacali sono un bene prezioso per tutto il movimento dei lavoratori. Non si può tollerare che a godere dei diritti sindacali siano solo i sindacati che fanno comodo alle controparti e che firmano accordi e contratti, che sempre più spesso non tutelano i salari e i diritti dei lavoratroi.

Siamo di fronte ad una ripresa settembrina sempre più drammatica per i lavoratori: decine di migliaia di licenziamenti annunciati in fabbriche in crisi, lo scippo del TFR da parte di governo/confindustria/cgil-cisl-uil-ugl che incombe, i contratti dei metalmeccanici, alimentaristi e pubblici ancora in alto mare, salari e stipendi che non arrivano alla quarta settimana del mese, la precarietà e il lavoro nero che dilagano, la controriforma Moratti in dirittura d'arrivo, una finanziaria da 20 miliardi di euro.

Contro tutto questo occorre costruire un grande schieramento di lotta; il diritto di sciopero e le libertà sindacali sono la linfa vitale per sostenere queste lotte: per questo motivo padroni, governo di centrodestra, opposizione di sua maestà di centrosinistra e sindacati di stato vogliono toglierceli.

Ma non si illudano, non ci riusciranno.

CONFEDERAZIONE COBAS

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