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(17 Gennaio 2019)
Il governo giallo-verde continua a reclamizzare “quota 100” come una delle promesse elettorali mantenute. Ma cosa c’è di vero?
Le risorse disponibili sono state fortemente ridotte: da 6,7 mld a 4 mld (sono stati dunque tagliati circa 2,7 miliardi di euro). Miliardi presi dalle pensioni medio-basse, non certo dai profitti e dalle rendite, dall’evasione fiscale.
Chi sceglierà, o sarà costretto, di andare in pensione con “quota 100” percepirà un assegno decurtato a causa del minore numero di anni di contribuzione, mentre l’età per la pensione di vecchiaia continua ad aumentare.
Con le “finestre” differenziate, la pensione verrà erogata dopo tre mesi dalla maturazione nel privato, dopo sei mesi nel pubblico impiego, dopo un anno nella scuola.
Inoltre i dipendenti pubblici vedranno il Tfr dopo lunghi anni.
Questo sistema, che non mette in discussione il contributivo né l’impianto della legge Fornero, non sappiamo ancora quando partirà effettivamente. Ogni giorno cambiano le date, adesso si parla di aprile 2019, ma non per tutti.
Quello che è certo è che “quota 100” si sta rivelando una vera e propria beffa.
Non prevede infatti alcuna modifica sostanziale ad un sistema previdenziale ingiusto e penalizzante la classe operaia, le donne, i giovani, i lavoratori precoci, chi svolge lavori discontinui o gravosi.
Alle fregature si aggiungono: il taglio degli adeguamenti delle pensioni sopra i 1520 euro lordi (neanche fossero le pensioni dei ricchi) e il divieto di cumulo pensione/altro reddito di lavoro che superi i 5000 € lordi all’anno.
La logica di “quota 100” è chiara: i pensionati devono fare la fame.
E’ questo che i lavoratori, fra cui quelli che hanno votato per i populisti, si aspettavano?
Salvini e Di Maio giuravano che non avrebbero mai ceduto ai diktat di Bruxelles; invece si sono calati le braghe e hanno partorito una manovra che è in continuità con quelle precedenti, perché si guardano bene dall’aggredire le ricchezze di quella minoranza che negli ultimi anni si è ingrassata a dismisura a spese dei sacrifici dei lavoratori.
Sono passati dall’abolizione della Fornero alla sua modesta revisione per favorire l’approvazione della manovra da parte di Bruxelles.
Il governo attuale, così come i precedenti, fa cassa con le tasche degli operai, dei lavoratori, delle masse popolari.
Ancora una volta non si toccano i padroni, i ricchi, i parassiti, gli evasori, ma si difendono i loro scandalosi profitti e privilegi!
Riporre la propria fiducia in questo governo e nei partiti che lo sorreggono, così come nella falsa opposizione parlamentare di riformisti e liberisti, porterà ai lavoratori solo delusioni e sconfitte.
L’unica strada è quella di non accettare più correttivi, “mezze misure” che finiscono per fregare i lavoratori, a metterli gli uni contro gli altri. E’ quella di ripartire con la mobilitazione sulla base delle nostre esigenze.
Esigiamo l’abolizione completa e immediata della legge Fornero e delle altre controriforme pensionistiche! Lottiamo uniti e determinati per il ripristino del sistema retributivo e delle pensioni di anzianità; 35 anni di contribuzione e 60 anni di anzianità per il pensionamento con assegno pari all’80% dell’ultimo salario (con l’ulteriore, sensibile diminuzione dei limiti di anzianità per tutti i lavoratori occupati in lavori gravosi o nocivi, e per le lavoratrici madri); la separazione dell’assistenza dalla previdenza; l’abolizione delle pensioni d’oro, dei privilegi.
I soldi ci sono e vanno usati per le necessità dei lavoratori e dei disoccupati.
Bisogna colpire i profitti, i patrimoni finanziari e immobiliari, le rendite parassitarie e i guadagni speculativi, l’evasione fiscale (almeno 260 miliardi annui), la corruzione (100 miliardi annui), le proprietà di quel 10% che possiede il 50% della ricchezza nazionale, delle mafie e dei corrotti, le spese di guerra che sono in costante aumento, i privilegi degli sfruttatori, degli strozzini del capitale finanziario, dei manager, dei politicanti, i consumi di lusso dei nababbi. Ecco chi deve pagare!
Ecco su quali obiettivi scendere in piazza uniti e determinati!
Da Scintilla n. 95 – gennaio 2019
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