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Eric Hobsbawm

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(2 Ottobre 2012) Enzo Apicella
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La macchina della Memoria. La memoria di una macchina

(17 Gennaio 2019)

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Nell’affrontare il nodo della rimozione dei conflitti politici e sociali del secolo XX nulla risulterebbe più lezioso e vano dell’occuparsi del destino di un vetusto macchinario per la stampa; si potrebbe tutt’al più riconoscere a questo la qualifica di gioiello dell’archeologia industriale, auspicarne la tutela e la rimozione della ruggine e della polvere del tempo dalla sua superficie metallica, soprassedendo sulle polemiche inerenti alla proprietà del manufatto.
Non sono di questo avviso – oggi, gennaio 2019- i militanti anarchici del sindacato CNT (Confederaciòn Nacional del Trabajo) e i loro simpatizzanti. Da quattro anni gli anarchici di Euskadi pretendono a ragione la restituzione del macchinario, la rotativa acquistata dai loro compagni nel lontano 23 febbraio 1937 e messa all’opera nei giorni successivi, per la stampa del loro periodico, “CNT - Norte”, per la cifra notevole di un milione di pesetas. Il giornale dei sindacalisti anarchici baschi raggiunse in pochi giorni la tiratura di 15.000 copie, ma la rotativa venne sequestrata per ordine del governo autonomo basco il 23 marzo successivo, a un mese esatto dalla sua installazione nella tipografia della CNT di Bilbao. Nell’arco di poche settimane, in quel tardo inverno dell’anno 1937, si consumarono eventi tali, da mutare radicalmente i termini dello scontro in atto tra le forze che si opponevano al colpo di stato di Franco e al fascismo, in quella fase della guerra civile spagnola: in febbraio il governo centrale di Spagna aveva proibito la pubblicazione di “Nosotros”, organo della FAI – Federaciòn Anarquica Iberica, il governo catalano aveva ordinato il sequestro di armi ed esplosivi in possesso delle milizie anarchiche, costringendo i consiglieri anarchici catalani a dimettersi da ogni carica governativa; la svolta moderata –e stalinista- impressa alla fragile repubblica iberica assunse di lì a poco la forma di scontri armati e sanguinosi tra truppe regolari e militanti comunisti da una parte, anarchici dall’altra, la caduta del ministero Caballero e la conseguente restaurazione “democratica” della Spagna antifascista. In tale contesto si inserisce l’episodio del sequestro della rotativa della CNT, che rese impossibile la pubblicazione della stampa anarchica nel paese basco; di lì a poco, la caduta di Bilbao in mano ai franchisti avrebbe posto fine all’autonomia basca, anticipando di un paio di anni il crollo della repubblica, e relegando il glorioso macchinario nei depositi giudiziari della Spagna fascistizzata. Un quarantennio dopo, nelle more del processo di democratizzazione avviato in seguito alla morte del Caudillo, per impulso del governo Suarez il giovane stato democratico spagnolo iniziò a pubblicare un corposo elenco di beni posti sotto sequestro “politico” dai franchisti, e a stimarne il valore monetario: secondo l’autorevole parere del consulente finanziario britannico Richard Ellis, la rotativa anarchica vantava un valore di 30 milioni di pesetas…
Tali dati – ivi compresi quelli attinenti all’acquisto della rotativa in questione - costituisono parte integrante della voluminosa documentazione che la centrale CNT ha allegato, fin dal novembre 2015, alle sue molte e inevase richieste di restituzione di tale pezzo del proprio patrimonio storico al Governo basco (in sede gidiziaria è stato stabilita la non responsabilità i e competenza in materia dello stato spagnolo, essendo tale materia di pertinenza della Comunità basca e del suo esecutivo). I richiedenti si appellano, tra l’altro, alla risoluzione ONU 40/147, attestante, in materia di diritti umani e di indennizzo per i crimini del Franchismo, il diritto alla devoluzione dei beni sequestrati a suo tempo dalla vecchia dittatura.
Con tali premesse i militanti e le militanti della CNT hanno recentemente manifestato, reiterano la istanza di restituzione della loro proprietà: segue la traduzione del comunicato pubblicato in data 16 gennaio 2019 sul sito della organizzazione sindacale anarchica, www.cnt.es/.



La CNT esige che il Governo Basco si conformi alla Memoria storica

A fronte della reticenza del Governo Basco, la CNT torna a manifestare di fronte alla sede della Gogora (“Istituto de la Memoria, la Convivencia y los Derechos Humanos”, n.d.t.).
“Stiamo solo chiedendo ciò che legittimamente è nostro”, ha dichiarato la organizzazione sindacale della CNT: “Reclamiamo il nostro patrimonio, sotto sequestro. Dalla promulgazione della Legge 4/1986, che regola la restituzione del cosiddetto ‘patrimonio storico’ lo Stato non ha degnato di alcuna considerazione le domande di questa organizzazione sindacale, cosa sta succedendo con la rotativa sequestrata dal Governo Basco il 23 marzo 1937?”. Già nel 2015 “abbiamo richiesto al Governo Basco un incontro per trattare il tema della rotativa sequestrata”, ha dichiarato la Centrale anarcosindacalista e, nonostante le molte petizioni, non c’è stata alcuna risposta da parte dell’esecutivo. Il 14 novembre del 2018 “comparimmo presso la Commissione per i Diritti Umani del Parlamento basco”, nel cui contesto si stabilì all’unanimità che il Governo Basco si sarebbe dovuto attendere ai termini della domanda presentata dalla CNT (Procedimento amministrativo numero 11/19/10/00/00059). A tutt’oggi ancora aspettiamo”, dichiara la CNT. Per tale ragione “Abbiamo preso a pretesto l’attenzione prestata dal Lehendakari (in Euskadi: Presidente del Governo della Comunità basca, n.d.t.) a tale atto di memoria storica per continuare a reclamare l’applicazione di quanto si afferma nel rapporto del Relatore delle Nazioni Unite in tale materia, quale si riflette nella Risoluzione ONU 60/147, che stabilisce i principii in materia di Diritti umani. In tali termini è stato informato Josu Erkereka, portavoce dell’Esecutivo di Gasteiz. Lo stesso Governo Basco reclama la restituzione dei beni sequestrati dal regime Franchista a Parigi (come la “Casa Cervantes”, sede del Governo Basco in esilio), e ciò ci pare logico e giusto: appoggiamo tale iniziativa. Allora, perché non il patrimonio della CNT? Perché il Governo Basco neanche tiene una riunione ufficiale per trattare tale affare? E’ questo che chiediamo”.

Leonardo Donghi

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