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La fatalità dominante

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(Di lavoro si muore)

Speculazioni miliardarie sugli infortuni sul lavoro

(31 Agosto 2005)

Andrea Pasquini ha 57 anni, è un capo reparto alle acciaierie di Piombino, prima della famiglia Lucchini adesso in mano ai russi della Severstal. Ieri pomeriggio stava lavorando al treno della laminazione quando la lastra d'acciaio che stava varando si è improvvisamente staccata dal supporto e ha terminato la sua corsa sulla gamba di Andrea, staccandola di netto dal resto del corpo. E' il terzo infortunio grave sul lavoro dall'inizio dell'anno alla ex Lucchini. E in Italia si viaggia alla media di 4 incidenti mortali sul lavoro al giorno.

Sempre ieri il cda dell'Inail (l'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) ha approvato all'unanimità l'utilizzo di 1,6 miliardi di euro "avanzati" dalle gestioni degli ultimi anni e depositati in un fondo infruttifero presso la tesoreria dello Stato: 300 milioni alla cittadella della polizia di Napoli, 500 milioni alla cittadella della scienza di Milano e altri 1. 000 all'istituzione di 3 campus universitari da inaugurare il 6 settembre alle spalle dei 3 atenei di Roma. La prima infrastruttura, ideata a metà novembre 2004 dal ministero dell'Interno in accordo con il Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, Fintecna, Agenzia del demanio, Azienda Monopoli di Stato e la stessa Inail è, citando pari pari dal sito del Viminale «un'area di oltre 180mila metri quadrati ubicata nell'ex manifattura dei tabacchi di Napoli, che ospiterà spazi addestrativi, poligono di tiro, palestra, eliporto, mensa (con 1.500 posti), auditorium (per 700 persone) e uffici per raccogliere un totale di 4mila addetti. Un parco auto per 2mila automezzi, un centro per la raccolta di materiale di ricambio, un'area per i mezzi di servizio e parcheggi interrati. Alloggi, foresteria e camerate per mille persone». Il secondo è un centro di ricerca scientifica che raggrupperà, e questa volta la fonte è il sito della Regione Lombardia, «i tre principali istituti milanesi operanti nell'oncologia (IEO - il polo oncologico dell'ex ministro Umberto Veronesi, Ndr), cardiologia (Monzino) e neuroscienze (Besta II) per la ricerca biomedica avanzata». Fra gli altri progetti approvati dai consiglieri dell'istituto per il triennio 2006-2008 ci sono, per esempio, gli acquisti della Dia di Roma e degli uffici della polizia di Stato per 247 milioni di euro.

Niente che eluda il regolamento, perché l'Inail può spendere in investimenti immobiliari fino al 55% del disavanzo di gestione. Ma è una questione di priorità, perché questi sono i soldi pagati da lavoratori ed imprese per avere sicurezza e assicurazioni nei luoghi di lavoro: «Niente in contrario al fatto che l'Inail possa essere un investitore istituzionale, ma prima andrebbero verificate altre questioni, cioè il rapporto con i lavoratori e le imprese e la sicurezza - attacca Morena Piccinini, segretaria confederale della Cgil - Se poi questi investimenti non producono utili per coloro che i soldi ce li hanno messi, allora siamo di fronte ad un doppio scippo».

C'è poi da considerare la partita politica che si sta giocando su questo mucchio di soldi (in totale sono 3 miliardi e mezzo i risparmi accumulati dall'Inail), con il ministro dell'economia Siniscalco che vorrebbe utilizzarli in gran parte nella prossima Finanziaria per risollevare le casse statali ed il ministro del wellfare Maroni che invece spinge perché siano spesi per le opere sopra citate, con particolare riferimento all'area milanese. Ieri i due ministri si sono incontrati ma nessuno ha rilasciato dichiarazioni alla stampa. Ogni decisione finale è probabilmente rimandata ai ministeri vigilanti che dovrebbero dare il via libera al piano e poi allo sblocco dei fondi.

Ma comunque si risolva la diatriba governativa, niente di nuovo sembra prospettarsi per i lavoratori italiani, già alle prese con la legge 38/2000 che ha modificato il regolamento delle rendite infortunistiche abbassando del 5%, secondo i calcoli dei sindacati, gli importi assicurativi in caso di infortunio: «E' giusto investire proficuamente - commenta Pietro Mercadelli, presidente dell'Anmil (associazione dei mutilati ed invalidi sul lavoro) - ma si deve anche tenere conto della necessità di migliorare i servizi agli infortunati sul lavoro, nonché ai superstiti delle vittime e, soprattutto, finanziare il reinserimento al lavoro e i piani e i progetti di sicurezza». «Perché con quei soldi non hanno pensato di aumentare le rendite infortunistiche che sono ben più basse rispetto ai danni subiti? - chiede polemicamente Sante Moretti, Prc - Perché non sono stati destinati alla prevenzione, o ai familiari delle vittime sul lavoro o agli infortunati?». Gli spazi di manovra non mancherebbero: «Per esempio potevano aumentare le ispezioni nei cantieri, mica è scritto che debbano farle solo gli ispettori del lavoro. In passato l'Inail faceva anche studi di approfondimento sulle malattie professionali, potevano riprenderli» continua Moretti. Contro la 38/2000 si batte da tempo anche la Cgil: «Ha introdotto dei criteri molto restrittivi, era un sistema sperimentale che però in 5 anni non è mai stato verificato. E adesso le imprese chiedono la riduzione dei premi se hanno precedentemente investito in sicurezza... è tutto il sistema che va rivisto» conclude Piccinini.

Intanto alla Lucchini i colleghi di Andrea Pasquini sono subito scesi in sciopero per 2 ore e le Rsu tornano a gridare la parola d'ordine: «Basta pensare solo alla produzione» e a chiedere ai nuovi proprietari di «uscire allo scoperto con fatti concreti a garanzia che la sicurezza non vada a scapito della produttività. Perché è impensabile andare in fabbrica a morire». Frasi, purtroppo, già dette e sentite troppe volte. Ma evidentemente ancora non basta.

di Andrea Milluzzi

Liberazione 31 agosto 2005

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