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Raffaele De Grada 1916 2010

Raffaele De Grada 1916 2010

(4 Ottobre 2010) Enzo Apicella
E' morto all’età di 94 anni Raffaele De Grada, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, critico d'arte.

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21 Gennaio: la lotta per il Partito ieri e oggi

(19 Gennaio 2019)

Giacinto Menotti Serrati

Giacinto Menotti Serrati: fu anzitutto contro i massimalisti come lui che s'indirizzo la lotta dei comunisti per affermare la linea leninista e fondare il partito

Novantotto anni fa, il 21 gennaio 1921, si costituì a Livorno il Partito Comunista d’Italia – sezione della Terza Internazionale comunista.

Fu una forte e agguerrita minoranza comunista ad operare la scissione dentro il Partito Socialista Italiano, rompendo tanto con la destra riformista quanto con il centro massimalista.

La scissione di Livorno fu soprattutto un atto di lotta contro il centrismo, per l’affermazione della linea leninista.

La direzione principale della lotta che sostennero i comunisti per fondare il Partito non fu contro il riformismo di Turati e Modigliani, ma contro i massimalisti di Serrati, che rappresentavano il tipico opportunismo italiano dentro il movimento operaio.

Sono passati 98 anni da quell’evento con il quale il proletariato del nostro paese usciva dalla sua preistoria.

I comunisti organizzati in Partito e sotto la guida dell’Internazionale di Lenin e Stalin hanno scritto le pagine più gloriose della storia recente. Hanno lottato e vinto contro i nemici più spietati dei lavoratori, come il fascismo, hanno affrontato con coraggio le persecuzioni, il carcere, il confino, le torture, la morte, hanno corretto i propri errori, mettendo radici profonde nella classe operaia e sviluppandosi nella lotta come forza politica rivoluzionaria.

Come sappiamo, il Partito Comunista d’Italia è stato dapprima corroso e poi distrutto dai dirigenti revisionisti e opportunisti, che hanno rinnegato la linea rivoluzionaria e internazionalista del leninismo in nome della “via italiana al socialismo”, delle “riforme di struttura”, del cretinismo parlamentare e della collaborazione di classe.

Oggi agiamo nelle condizioni della sconfitta transitoria del socialismo. In Italia nessuna organizzazione o partito esistente può rivendicare il ruolo di parte integrante e dirigente del proletariato nella lotta per la sua completa emancipazione.

La classe operaia, priva di un proprio partito politico indipendente, si trova alla coda della piccola borghesia populista e della borghesia liberal-democratica.

Malgrado i colpi subiti, la lotta fra le classi non è stata eliminata, ma si sviluppa incessantemente; tutte le contraddizioni del sistema capitalista-imperialista si acutizzano e i comunisti sono presenti e attivi in questo scenario.

Perciò il nostro compito è quello di ricostruire il Partito, in quanto strumento indispensabile della lotta politica rivoluzionaria.

Nella situazione attuale esso non potrà prodursi da una scissione, come avvenne nel 1921, perché dentro le organizzazioni socialdemocratiche esistenti non vi sono forze fedeli al marxismo-leninismo che si pongono l’obiettivo di una totale rottura con gli elementi riformisti e revisionisti.

Il cammino da seguire è l’avvicinamento e la fusione dei gruppi comunisti e degli elementi di avanguardia del proletariato che sentono l’esigenza di un partito con una propria concezione scientifica del mondo, con un proprio programma di classe e rivoluzionario, una propria politica indipendente, distinto e contrapposto a tutti i partiti delle classi proprietarie.

Oggi la spinta all’unità organica si sviluppa sulla base di potenti fattori: la profonda crisi politica del riformismo e del revisionismo, il fallimento politico evidente che hanno subito i partiti socialdemocratici nel movimento operaio; l’accentuazione dell’offensiva borghese, l’ascesa delle forze reazionarie e fasciste, la politica di guerra imperialista che spingono a realizzare una politica di classe e rivoluzionaria.

Siamo perciò molto attenti a tutte le proposte che circolano sulla questione dell’unità dei comunisti per il Partito, e a nostra volta abbiamo avanzato l’idea di una riunione dei gruppi comunisti e operai per favorire questo processo. Ma non possiamo sottacere che vi sono forze che rallentano il processo dell’unità comunista, che creano ostacoli, che lo boicottano.

Contro queste forze, contro il centrismo odierno che assume diverse forme - dall’attesismo alle forzature soggettiviste, dalla mancata rottura con gli opportunisti alle pretese di inglobamento di altre forze - noi lottiamo quotidianamente, fornendo il nostro contributo senza indietreggiare sui principi.

Per creare un partito rivoluzionario e indipendente del proletariato è necessario attaccare e distruggere le posizioni opportuniste e revisioniste in campo ideologico, della politica quotidiana e dell’organizzazione, rompere con tutte le deviazioni dal socialismo scientifico e collocarsi su una solida piattaforma marxista-leninista.

La necessità dell’oggi è avviare un lavoro unitario, concreto e positivo, senza pretese egemoniche, fra gruppi comunisti e operai per avanzare verso questa meta attraverso il lavoro di propaganda, di agitazione e direzione della lotta contro il nemico di classe.

L'obbiettivo da perseguire è la costruzione di una solida organizzazione intermedia che serva a preparare le condizioni politiche, organizzative e programmatiche del Partito, attraverso una continua relazione col movimento operaio e la verifica della sua pratica politica nella lotta di classe.

E’ infatti impossibile risolvere il problema del Partito senza appoggiarsi sulla massa degli operai avanzati e rimanendo ai margini della lotta di classe e delle organizzazioni di massa. Tutti coloro che hanno costituito partiti senza realizzare la combinazione del movimento comunista con i settori avanzati della classe hanno fallito o si sono trasformati in elementi di ulteriore frammentazione.

La situazione ci spinge a marciare sul terreno della lotta per il Partito indipendente del proletariato, lasciandoci alla spalle la confusione ideologica, lo spezzettamento organizzativo e lo spirito di gruppo, avviando un lavoro comune sulla base dei principi comunisti, rafforzando l’unità ideologica e organizzativa e dotandoci di una combattiva linea politica.

Avanti compagni, rompiamo il ghiaccio! Si avvicinano conflitti di classe aperti, stringiamo i nostri legami, cooperiamo e superiamo ogni ostacolo sulla via del Partito!

Celebrare il 21 gennaio significa lottare per il Partito comunista costruito sulle granitiche basi del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario!

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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