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(22 Febbraio 2009) Enzo Apicella

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Crisi alla IFI (Iniziative Ferroviarie Italiane) di Santhià: dopo il presidio permanente e l’assemblea pubblica, parte una sottoscrizione del Comune in solidarietà ai lavoratori

I dipendenti: «Non chiediamo elemosina, ma che venga pagato il nostro lavoro»

(22 Gennaio 2019)

assemblea pubblica

C’è stata molta partecipazione, da parte della cittadinanza, all’Assemblea pubblica organizzata dalla Fiom Cgil Vercelli Valsesia venerdì scorso, a sostegno dei lavoratori della Iniziative Ferroviarie Italiane (ex Magliola) di Santhià.

Nel salone parrocchiale, si sono ritrovati oltre un centinaio di lavoratori che da mesi non ricevono più lo stipendio con le loro famiglie insieme e diversi rappresentanti istituzionali: Angelo Cappuccio, Sindaco di Santhià; Giovanni Corgnati, consigliere della Regione Piemonte; Ivan Terranova, segretario genarle della Fiom Cgil Vercelli Valsesia. Presenti anche delegati FIOM di altri territori e un rappresentante dell’arcidiocesi di Vercelli. Prossimo appuntamento, venerdì prossimo, 25 gennaio, con un vertice in Regione Piemonte.


Una vertenza che dura da tempo

La situazione della IFI di Santhià è particolarmente complicata: un contesto aziendale che non possiede nulla di valore all’interno delle officine, come si è appreso dall’ultimo pignoramento, e che non ha nemmeno la proprietà delle mura.

Sospesa l’ipotesi di vendere le quote ai dipendenti, in una situazione aziendale debitoria, che non ha contante per sanare le pendenze. Dopo la chiusura dell’ultima commessa è piombata la crisi, tanto che, a molti dipendenti della IFI, non è rimasto che rivolgersi a studi legali per far partire ingiunzioni di pagamento.

La FIOM CGIL Vercelli Valsesia ha tentato di trovare un accordo a tutela dei lavoratori, ma non è stato possibile, anche perché: «Negli anni, l’Azienda è stata in grado di fare cassa soltanto sugli stipendi dei lavoratori, sui fondi pensione, sulle tessere sindacali (trattenute e mai versate), sui TFR e ora anche sui fondi per le prestazioni sanitarie: per questo i lavoratori avanzano dall’Azieda diverse centinaia di migliaia di euro, probabilmente anche oltre un milione, che però non arrivano», afferma Ivan Terranova, segretario generale Fiom Cgil Vercelli Valsesia.


La situazione oggi


La Fiom Cgil Vercelli Valsesia ha proposto un percorso che lascia ancora spazio all’Azienda chiedendo di saldare almeno quanto rimasto della retribuzione di novembre e dicembre 2018, la 13a mensilità, come previsto dai contratti collettivi e interventi sulla sicurezza. Raggiunto il risultato, da quel momento in poi, ci sarebbe la disponibilità sia a riprendere le produzioni, sia a tornare ai Tavoli delle trattative.

Gli stessi lavoratori hanno anche chiesto un piano di interventi per migliorare le condizioni di lavoro negli stabilimenti che non sono adeguate, come peraltro già sollecitato formalmente dalle rappresentanze sindacali e rappresentanza della sicurezza aziendali.

Dopo l’audizione presso la Prefettura di Vercelli e l’Assemblea pubblica dello scorso venerdì, la vertenza passa in Regione Piemonte, venerdì prossimo, 25 gennaio dopo che il Comune ha aperto una sottoscrizione ‘Da famiglia a famiglia - I lavoratori IFI’ a sostegno dei dipendenti dell’azienda e delle loro famiglie.


Intanto la Fiom Cgil e tutta la cittadinanza vercellese si stringe attorno a questi lavoratori: «È una vertenza che non è solo quella dei lavoratori della IFI, ma di tutte quelle persone occupate in aziende di provincia che, per via della scarsità di posti di lavoro, sono costrette a lavorare in condizioni di crisi continua», conclude Terranova.

Ufficio Stampa
CGIL Vercelli Valsesia

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