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Significato e conseguenze dello slogan “Prima gli italiani”

(17 Febbraio 2019)

scintilla

Uno degli slogan più sbandierati da leghisti e i fascisti è “Prima gli italiani”. Lo slogan si basa sui presunti privilegi di cui godrebbero i lavoratori immigrati (che nel nostro paese sono 2,4 milioni, per lo più operai e assimilati impiegati nei lavori meno pagati e meno qualificati) e sui presunti danni che deriverebbero dalla loro presenza (in realtà questi lavoratori producono il 9% del PIL e versano ogni anno circa 12 miliardi annui di contributi previdenziali, coprendo il buco creato alle casse Inps dall’evasione fiscale e previdenziale).

Se “Prima gli italiani” si traduce per i lavoratori immigrati in maggiori discriminazioni e sottosalari, soppressione dei diritti elementari e più ricatti, cosa significa per i lavoratori italiani?

L’ideologia del populismo di destra è una variante dell’ideologia borghese e riformista. Il cardine su cui gira è il concetto di collaborazione fra le classi, la conciliazione degli antagonismi di classe, l’intervento dello Stato “superiore alle classi”.

Oggi le frecce avvelenate di questa ideologia sono utilizzate per paralizzare e ostacolare l’azione di lotta degli operai in difesa dei propri interessi economici e politici.

Attraverso lo slogan “Prima gli italiani” l’attenzione e la lotta degli operai italiani viene deviata contro i lavoratori provenienti da altri paesi, che vengono additati come la causa dei loro problemi.

Ma a causare i problemi dei lavoratori italiani non sono gli operai rumeni, albanesi, marocchini, ucraini, pakistani, etc. Sono i padroni e i padroncini (spesso mascherati sotto forme “cooperativistiche”) che li utilizzano a livelli di sfruttamento altissimi. Sono gli affaristi e gli speculatori che affittano loro topaie a prezzi da capogiro. Sono i caporali che li tormentano per far rispettare la “regola” del minimo salario e del massimo orario imposta dalle aziende. E’ lo Stato che chiude tutti e due gli occhi su questi fenomeni e sottopone i lavoratori immigrati a un regime spietato attraverso leggi come il “Decreto sicurezza”. A sfruttare gli operai italiani, a togliere loro il pane di bocca, a reprimerli, sono gli stessi padroni, affaristi, speculatori e caporali, è lo stesso Stato oppressore.

Il ragionamento che seguono i reazionari consiste invece nel dire agli operai italiani che le loro esigenze e le loro rivendicazioni non possono essere soddisfatte perché vi sono gli operai stranieri, perché vi è la crisi, e quindi devono accettare sempre nuove riduzioni di salari e di diritti.

In tal modo si fa credere agli operai che hanno gli stessi interessi dei padroni, e non interessi diametralmente opposti; che devono unirsi assieme ai padroni per fare la lotta ai lavoratori di altri paesi, invece che lottare contro i capitalisti che si approfittano di entrambi.

“Prima gli italiani” serve a far dimenticare la classe, la solidarietà e la lotta di classe, a imprimere nella mente degli operai che esiste “l’Italia” (come la Francia, la Germania, gli Stati Uniti, etc.) in quanto comunità di persone che hanno le stesse esigenze, gli stessi obiettivi, le stesse aspirazioni, nascondendo il fatto che nel nostro paese, come negli altri, non è vero che “siamo tutti sulla stessa barca”. C’è chi ha lo yacht e chi il gommone, chi viaggia a sbafo e chi sgobba tutti i giorni. Questo per dire che esistono proletari e capitalisti, lavoratori sfruttati e padroni sfruttatori, con condizioni di vita, esigenze, obiettivi e aspirazioni contrapposti.

Con la demagogia di “Prima gli italiani” si vuole spegnere con ogni mezzo la coscienza di classe dei lavoratori, prevenire la rivolta delle masse sfruttate, favorire la divisione e la collaborazione di classe.

Allo stesso tempo questo slogan serve a sostenere il “proprio” imperialismo nella lotta contro altre potenze e nella politica di saccheggio dei popoli oppressi, serve per giustificare le sempre maggiori spese militari. E’ dunque un’arma di cui si serve la classe al potere per la preparazione politica e psicologica delle masse alla guerra.

Si scorticano gli operai, si riducono i salari, si allungano gli orari, la disoccupazione aumenta e le promesse fatte non vengono rispettate? La colpa è sempre dello straniero che dev’essere schiacciato come capro espiatorio della disoccupazione, dei bassi salari, della miseria dilagante. L’immigrato è l’untore del populismo in una fase di accentuata pressione sulla classe operaia e di preparazione alla guerra, mentre i capitalisti vengono scagionati dalle loro responsabilità.

Gli operai intossicati dalla demagogia sciovinista smettono di lottare contro i propri sfruttatori e affamatori; collaborano di fatto con padroni e ministri indirizzando il loro malcontento verso la parte più debole della classe lavoratrice; avversano le rivendicazioni e le lotte dei lavoratori immigrati, sperando in questo modo di salvarsi a spese altrui.

Nulla di più controproducente! Chi non lotta contro i padroni, ma lotta contro i lavoratori immigrati adottando lo slogan “Prima gli italiani”, fa soltanto l’interesse dei suoi nemici, tradisce gli interessi suoi e della sua classe.

L’immigrazione è un fenomeno tipico del sistema imperialista-capitalista, è una sua conseguenza. Non sono i migranti che hanno creato la globalizzazione, l’UE e la crisi. Non sono loro che portano via il lavoro e la casa, che impongono licenziamenti e sacrifici. Non sono loro a causare la disoccupazione e l’impoverimento di massa. Non è l’accoglienza ai migranti (meno di 5 mld l’anno) a causare il debito, ma i regali a banche e padroni, l’evasione fiscale (260 mld), la corruzione e gli sprechi (100 mld).

Il male dell’Italia non sono i lavoratori stranieri, ma i capitalisti e i ricchi, i mafiosi, i corrotti, che si accaparrano la maggior parte della ricchezza prodotta.

Diciamo basta alle divisioni fomentate dalla demagogia e dalle menzogne dei leghisti, dei fascisti e dei loro complici! Smascheriamo in ogni occasione, di fronte alle masse, la demagogia leghista e fascista!

Operai, non lasciatevi mettere l’uno contro l’altro, non scaricate le responsabilità su altri lavoratori e su altri popoli, ma rafforzate l’unità di classe. Lottate uniti contro i capitalisti per avere l’aumento generale dei salari, la riduzione dell’orario di lavoro e diritti per tutti.

Lottate per respingere i licenziamenti, affinché tutti i lavoratori abbiamo assicurato un lavoro dignitoso e il benessere, per farla finita con i veri privilegiati, che sono i padroni, i parassiti e i loro servi. Lottate contro la guerra di brigantaggio imperialista, per la via di uscita proletaria e rivoluzionaria dalla crisi!

Da Scintilla n. 96 – febbraio 2019

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