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La Cgil annulli l'intesa dei 12

Lettera aperta di 136 iscritti, tra segretari e Rsu, molti dei quali aderenti alla "Rete 28 aprile". «Vogliamo un congresso aperto»

(3 Settembre 2005)

E' certamente legittimo ambire a conquistare una propria rappresentatività negli organi dirigenti della Cgil, ma questo «può e deve avvenire» solo «sulla base dell'effettivo consenso ottenuto dagli iscritti e non da accordi precongressuali». E' sulla base di questa semplice considerazione di carattere democratico che 136 tra segretari e Rsu iscritti alla Cgil, molti dei quali aderenti alla "Rete 28 aprile", hanno sottoscritto una lettera aperta con la quale si chiede alla segreteria Cgil Nazionale ed ai componenti del Comitato Direttivo nazionale di dichiarare nullo «il documento di intenti firmato dai 12 segretari confederali nazionali» e l'abrogazione di questo allegato «dal testo del regolamento congressuale».

Il riferimento è all'intesa intercorsa tra parti della maggioranza Cgil («diciamo così perché sappiamo che non tutta l'attuale maggioranza vi si riconosce») e l'area programmatica "Lavoro e società" per consentire alla componente di sinistra di «confluire nella nuova maggioranza» conservando «la stessa presenza nelle segreterie e negli organi dirigenti in misura pari alla percentuale che aveva nel precedente congresso»
I firmatari della lettera sottolineano come «la ricchezza e l'importanza del congresso» stia «proprio nella libera e cosciente partecipazione di tutti gli iscritti a far si che la Cgil trovi, nel suo confronto interno, le proposte e gli indirizzi per una strategia adeguata ai bisogni che si vogliono rappresentare».

Invece «una intesa di questo genere, predeterminando a priori i futuri equilibri nell'organizzazione, rende di fatto ininfluente il diritto degli iscritti ad esprimere nel percorso congressuale il proprio consenso a favore di questa o quella diversa sensibilità e proposta in campo, stridendo con lo stesso regolamento congressuale ed il nostro statuto che sanciscono il principio inviolabile che, nel congresso, ogni iscritto sia elettore ed eleggibile». Soprattutto tenendo conto del fatto che «parte del precedente consenso di Lavoro e Società» si è andato nel frattempo «ad ordinare su altre ipotesi programmatiche e di collocazione nel congresso, schierandosi, ad esempio, a sostegno delle tesi alternative presentate da Rinaldini (segretario generale Fiom), tesi su cui Lavoro e Società ha deciso di non confluire».

L'intesa precongressuale, quindi, «in assenza di una effettiva e democratica verifica del consenso liberamente espresso dagli iscritti, si prefigura - si legge nella lettera - come un accordo che apre la strada al ritorno a pratiche correntizie, che, oltre ad essere da noi non condivise, svuotano l'importanza dei momenti congressuali e sviliscono la partecipazione a questi dei lavoratori iscritti».

Liberazione 3 settembre 2005

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