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Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

(30 Luglio 2013) Enzo Apicella

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L’8 Marzo si sciopera e si manifesta!

(28 Febbraio 2019)

Il prossimo 8 Marzo, giornata internazionale di lotta delle donne, dovrà essere ricordato per il recupero del vero significato di questa giornata che trae origine dalla battaglia contro lo sfruttamento, la duplice oppressione e le molteplici discriminazioni che soffrono le masse femminili.

Non una banale ricorrenza, come vorrebbe la borghesia, non innocue passeggiate e serate consumistiche, ma una giornata di sciopero e di lotta!

Il recupero del significato dell’8 Marzo è in atto da alcuni anni. Ricordiamo gli scioperi e le grandi manifestazioni che si sono tenute lo scorso anno in 70 paesi, fra cui Spagna, Argentina, USA e anche in Italia, caratterizzate da parole d’ordine come “abbasso il maschilismo e lo sfruttamento” e da rivendicazioni come “a uguale lavoro uguale salario”, no all’austerità, diritto pieno e gratuito all'aborto, no ai tagli alle spese sociali e ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Agli scioperi hanno aderito molte lavoratrici, delegate, strutture sindacali di fabbrica e taluni sindacati.

Oggi la necessità di rafforzare le mobilitazioni e di mettere al centro parole d’ordine unificanti si lega con i segnali di una prossima crisi economica capitalistica, in cui le donne come sempre pagheranno alti prezzi.

Le donne proletarie e degli strati popolari sono infatti le prime ad essere sbattute fuori dai posti di lavoro, le prime alle quali vengono tagliati i salari, le prime a subire i tagli ai servizi sociali, alla sanità, alle pensioni, etc.

Le politiche della classe dominante si ripercuotono violentemente sulle donne, che vengono private della loro indipendenza economica e costrette sempre di più tra le mura domestiche, per supplire a tutte le mancanze di un “Welfare state” ormai ridotto al lumicino.

Assieme alle politiche di macelleria sociale assistiamo alla diffusione della peggiore immondizia ideologica contro le donne, allo spargimento dell’oscurantismo religioso e maschilista, che in Italia ha recentemente preso le forme del DDL Pillon, del familismo cattolico-borghese, ben interpretato dai ministri reazionari Fontana e Salvini.

In questo quadro si collocano i femminicidi e le altre forme di violenza maschile, fisica e psicologica, tra cui quella sessuale (nella maggioranza dei casi ne sono responsabili mariti, fidanzati ed ex), contro le donne.

Un tipo di violenza tipica della società basata sulla proprietà privata, in cui le donne vengono ancora considerate proprietà esclusiva degli uomini, senza libertà di scelta.

La situazione di peggioramento economico, le pressioni e le frustrazioni a cui sono sottoposti molti lavoratori, ha determinato un ulteriore aumento di questa forma di violenza, che si scatena contro le donne lavoratrici e degli strati popolari, native e immigrate.

Mobilitare, unificare e organizzare le donne per avanzare nella lotta per la propria emancipazione e i propri diritti, è oggi la via da seguire.

Da sempre, e oggi più che mai, questa lotta è direttamente legata a quella contro il capitalismo, un sistema che si basa sullo sfruttamento, l’oppressione della maggioranza della società.

Ciò significa che la lotta al capitalismo, per il suo abbattimento rivoluzionario e l’instaurazione dapprima del socialismo e poi della società senza classi, è impossibile senza il contributo e la partecipazione diretta e attiva delle donne lavoratrici e dei settori popolari, che oggi sono chiamate ad unire le loro rivendicazioni a quelle di tutti gli altri lavoratori sfruttati, per avanzare in un solo fronte contro l’offensiva reazionaria e guerrafondaia.

Ma ciò implica allo stesso tempo la partecipazione convinta dei lavoratori a sostegno delle iniziative e delle lotte delle donne.

Di qui la grande importanza che tutti i sindacati e i movimenti di lotta decidano finalmente di proclamare lo sciopero generale per l’8 Marzo 2019, come richiesto dal movimento NUDM delle donne e come avverrà in molti altri paesi del mondo; che lo preparino con riunioni e assemblee nei luoghi di lavoro; che scendano unitariamente in piazza contro i padroni e il loro governo populista, per una società senza sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano e senza oppressione delle donne.

Da Scintilla n. 96 – febbraio 2019

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