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In memoria di Francesco Moisio

(3 Marzo 2019)

È mancato, all'età di 83 anni, il nostro compagno Francesco Moisio, direttore responsabile di Unità di classe, organo del nostro partito.
Bella figura di militante rivoluzionario, Moisio soffrì tutta la vita di una grave disabilità fisica. Malgrado ciò, con grande coraggio si impegnò fin da giovane nel movimento operaio, pur provenendo da una famiglia non di sinistra, aderendo al Partito Comunista Italiano. Divenne presto segretario di sezione in uno dei quartieri storici di Venezia, sua città natale, e partecipe della vivace vita culturale della sinistra della città lagunare. In questo ambiente conobbe la compagna che divenne sua moglie e con cui ebbe una figlia.
Alla fine degli anni Cinquanta, in netto contrasto con le posizioni riformiste del PCI, aderì al suo interno ai Gruppi Comunisti Rivoluzionari, la sezione italiana della Quarta Internazionale (Segretariato Internazionale). Era il periodo del cosiddetto entrismo profondo, teso cioè non alla costruzione di un partito marxista rivoluzionario ma al tentativo di influenzare e spingere a sinistra i dirigenti più avanzati in seno alla burocrazia stalinista (in quell'epoca il riferimento era Ingrao). In dissenso con questa politica opportunista e illusoria, verso la metà degli anni Sessanta Moisio abbandonò i GCR e il PCI scegliendo di raggiungere il Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP), e dopo il suo scioglimento nel 1972, pur continuando a considerarsi trotskista, uno dei vari gruppi maoisti esistenti in quegli anni. Anche questa esperienza fu relativamente breve, e Moisio visse da indipendente, ben conosciuto e stimato in tutta l'estrema sinistra, dalla fine degli anni ’70 alla fine degli anni ‘80. Giornalista pubblicista, collaboratore del Calendario del popolo e di altri periodici, fu direttore responsabile di vari fogli di estrema sinistra che avevano bisogno di copertura legale, ed egli si offriva loro senza remore. Data la sua notorietà, la magistratura borghese si lanciò in una provocazione contro di lui, inquisendolo nel 1988 con l’accusa di associazione sovversiva, accusa da cui fu poi assolto. Poi, alla fine degli anni ’80, “ritornò a casa”, entrando nella Lega Comunista Rivoluzionaria e con essa in Democrazia Proletaria e poi in Rifondazione Comunista. Lì, quando noi rompemmo con la corrente di Maitan e Turigliatto, a causa del loro adattamento opportunista ai dirigenti riformisti del partito, in primis Bertinotti, e fondammo l’area di sinistra rivoluzionaria “Proposta”, Moisio si schierò con noi seguendo poi l'evoluzione di quest'area in Associazione Marxista Rivoluzionaria e, successivamente, nel PCL. Fu, tra l’altro, delegato al suo primo congresso.
Moisio centrò la sua attività di autore su argomenti storici, come già detto. Oltre, quindi, a molteplici articoli, ha scritto due saggi: “Anarchici a Venezia” (1985) e “La Resistenza nel territorio veneziano” (2005).
Ma, scrittore di grande cultura poliedrica, scrisse anche racconti e romanzi brevi, sempre a carattere storico, con lo pseudonimo di Lorenzo Alderani: “Storie di fantasmi” (1991); “Pietre” (1993); “La sonatina” (2007), con uno stile leggero e realmente coinvolgente.
Una vita, quindi, per il marxismo rivoluzionario di una persona di notevole intelligenza e coraggio, che ha dovuto confrontarsi con gravi difficoltà.
Il Partito Comunista dei Lavoratori inchina oggi le sue bandiere alla memoria del nostro grande compagno Francesco Moisio, intellettuale e militante.

2 marzo 2019

Partito Comunista dei Lavoratori

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