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(25 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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ROMA: RESOCONTO DEL PRESIDIO-SOCIAL CORNER SVOLTOSI L'8 MARZO 2019 IN PIAZZA MADONNA DI LORETO

UNA DELEGAZIONE DI LAVORATRICI SINDACALIZZATE HA INCONTRATO UFFICIALMENTE LA Dott.ssa MARZANO, ASSESSORA CON DELEGA ALLE PARI OPPORTUNITA’

(12 Marzo 2019)

Interventi e impegni presi per conto di Roma Capitale, la lotta prosegue

L’8 marzo 2019, in occasione dello sciopero generale nazionale e internazionale, a Roma la mattina si è svolto un presidio, sit in e SOCIAL CORNER, tra le 9 e le 13, a Piazza Madonna di Loreto, sotto al Campidoglio, sede dell’Amministrazione di Roma Capitale. L’iniziativa è stata promossa dall’Unione Sindacale Italiana USI Intercategoriale, dalla CUB Sanità e appalti, dai COBAS coop sociali con adesione di Usicons. Be visibili dalla vicinissima Piazza Venezia, striscioni, bandiere di Usi, Cobas e Cub, con lo striscione del raggruppamento operatrici-operatori sociali in lotta di Roma, il coordinamento cittadino autorganizzato, che da quasi 9 anni interviene su quasi tutte le questioni relative al terzo settore e alle cooperative sociali in città, attraverso l’intervento costante delle Rsa (Rappresentanze sindacali aziendali) di Usi, della Cub e del Cobas. Presenti lavoratori e lavoratrici aderenti allo sciopero, di Roma Capitale (asili nido, scuole infanzia, biblioteche), di aziende pubbliche e partecipate (Roma Multiservizi, Farmacap, Zètema), di diverse cooperative sociali ed enti del terzo settore, che lavorano nei servizi essenziali esternalizzati (assistenza domiciliare, case di riposo, centri diurni alzheimer, assistenza alunni-e disabili Aec Oepa, servizi di integrazione e accoglienza, formazione professionale e orientamento…).

Come era stato richiesto nei giorni scorsi, nella mattinata e mentre si svolgeva il presidio e si alternavano interventi dall’amplificazione con musica, una delegazione di lavoratrici, in rappresentanza di vari settori lavorativi, con presenza di delegate Usi, di Cub e del Cobas, ha incontrato l'Assessora capitolina Flavia Marzano, che nella Giunta ha l’incarico e la delega alle parti opportunità, che da subito, ha dimostrato massima attenzione alle tematiche toccate, tanto che ha voluto la presenza anche del dr. Marco Cardilli, vice capo di Gabinetto della Sindaca Raggi (in quei giorni assente da Roma). L'introduzione e la presentazione del gruppo di lavoratrici é stata fatta da Serenetta Monti (RSU USI Zètema e vice segretario romano USI, a Zètema è in atto da tempo un intervento finalizzato a eliminare le disparità e le difficoltà delle lavoratrici e delle lavoratrici madri o beneficiarie di legge 104, con figli o genitori problematici, a pote fruire in modo pieno ed efficace delle prerogative e dei benefici delle leggi di tutela). È stato immediatamente esposto il punto essenziale delle responsabilità, in fatto di monitoraggio e vigilanza sulla corretta applicazione delle norme vigenti e del rispetto dei diritti delle donne sui posti di lavoro di tutto ciò che ruota intorno a Roma Capitale (dipendenti capitolini e dipendenti di società partecipate e/o cooperative che, per conto del Comune, svolgono servizi essenziali, come quello degli AEC-OEPA). Ciò alla luce del riscontrato aumento delle disparità di trattamento, dell’affievolimento e e della lesione di diritti di donne sui posti di lavoro, su molti aspetti della vita lavorativa (ferie, permessi, maternità, utilizzo del part time, legge 104/92, tempi e orari…tanto per citarne alcuni, di esempi concreti), che si riflettono sulla vita quotidiana e peggiorando le condizioni familiari, sul lavoro di cura e assistenza che grava sulle lavoratrici e sulle donne.

E' stato spiegato (anche) all'Assessora Marzano, l'intento di depositare, a breve, il testo di una proposta di delibera di iniziativa popolare che chiede l'internalizzazione del servizio AEC/OEPA e la stabilizzazione dei lavoratori coinvolti da decenni, attraverso la costituzione, da parte di Roma Capitale, di una "Istituzione", nell’ambito delle possibilità e strumenti organizzativi delle vigenti disposizioni in materia di Enti Locali e di obbligo di fornire il servizio di assistenza e realizzazione del diritto allo studio ad alunni-e con varie forme di disabilità, nelle scuole comunali e statali dell’obbligo scolastico. L'Assessora ha recepito questo tema nella sua complessità ed importanza e si è offerta di coinvolgere tutte le figure che saranno a vario titolo, interessate dal processo di discussione della delibera popolare (sia in termini di assessorati che di organismi come le commissioni capitoline e i dipartimenti).

È stato sottolineato da tutte le componenti della delegazione che si ritiene necessario, in un momento in cui le violenze sulle donne sfociano in un femminicidio ogni 72 ore, difendere realtà e spazi di intervento sociale, come "Lucha y Siesta"nel quartiere del Quadraro e la "Casa Internazionale delle donne", nel centro storico. L'Assessora Marzano, pur riconoscendo l'importanza di tali realtà e comunicando di avere personalmente contribuito alla battaglia della "Casa Internazionale delle donne", ha voluto stigmatizzare la differenza in termini di "legalità" delle due situazioni, sottolineando che "Lucha y Siesta" é un'occupazione abusiva, soggetta a leggi e regole (ndr, la proprietà dello stabile è dell’ATAC, sotto concordato preventivo e il cui pacchetto societario è di Roma Capitale…), la Casa Internazionale ha avuto un contratto e convenzione, ma non è riuscita a onorare le spese e gli impegni presi con l’Amministrazione capitolina. A quel punto la delegazione ha voluto ribadire che se si ragiona in termini di "legalità", allora dovrebbe essere prioritario lo sgombero dell'edificio di via Napoleone III, occupato da militanti di un'organizzazione neofascista, che certo, non svolge azioni sociali, anzi promuove il razzismo e, da notizie stampa (mai smentite) ospita in quella sede anche note imprenditrici. Si è ricordato l'impegno preso dall'assemblea Capitolina in tal senso, frenato da dichiarazioni fantasiose rese da membri dell'attuale governo.

Per cui si ritiene importante, che la Sindaca Raggi, insista nel voler fare rispettare la posizione dell'assemblea Capitolina e che valuti tutte le soluzioni possibili per consentire, anche alla "Casa Internazionale delle donne" (dove sono attivi da anni sportelli antiviolenza, consulenza psicologica, attività di socializzazione e di informazione) e a "Lucha y Siesta" (dove è attivo un centro di accoglienza autogestito, di donne abusate) di proseguire con il loro impegno a sostegno di donne vittime di violenza.

L'Assessora ha quindi, annunciato l'apertura prossima di due centri antiviolenza (in primo e terzo Municipio) e l'intenzione di volerne aprire uno per ogni municipio.

Gli altri temi toccati dalla delegazione, hanno riguardato la condizione di chi opera nei servizi di assistenza alla persona e le anomalie legate alle. modalità con cui, i singoli municipi, predispongono i bandi di gara di appalto per questi servizi.

L'intervento di Moira per la CUB per la situazione delle case di riposo, ha specificato che vengono seguite diverse controversie e cause di lavoro, in sede giudiziaria, legate a spazi di proprietà di Roma Capitale (case di riposo), ma che la gestione dei servizi è sempre affidata a cooperative sociali, con servizi in appalto perla parte socio assistenziale (ndr, con appalti anche per la parte socio sanitaria con Asl, anche la Regione Lazio appalti tantissimi servizi all’esterno, oltre che per le mense e le pulizie delle case di riposo comunali) e segnalato un problema per una struttura di Torrespaccata, con un intreccio di competenze tra Regione e Roma Capitale, su spese e costi da sostenere per gli spazi, che si ripercuotono negativamente non solo su chi ci lavora, ma ance per gli anziani utenti. Il maggior problema, spiega la delegazione all’Assessora e al dirigente capitolino presente, è legato all’inserimento nel bando di gara comunale sulle case di riposo,in corso di svolgimento, anche del pagamento dell’affitto, a carico della cooperativa che risulterà aggiudicataria, perché la Regione con cui si intersecano le responsabilità, ha fatto una ricognizione dopo tantissimi anni, della ripartizione delle spese. Nonostante un primo confronto con l’Assessora Baldassarre, non è stata effettuata alcuna convocazione da parte della Regione e un percorso che dirima la controversia. Si informa che in alcuni appalti sanitari, anche se di competenza di Asl, ci sono alcune cooperative aggiudicatarie, come pure al Santa Maria della Pietà che non sono in grado di erogare puntualmente gli stipendi alle lavoratrici, che sono la maggioranza della forza lavoro utilizzata, ma che tale difficoltà di pagamento regolare di retribuzioni, si riscontra in molti servizi e appalti di competenza di Roma Capitale, municipali e anche dipartimentali, fatto che mette in ulteriore disagio lavoratori e lavoratrici, che vivono del loro salario e del loro lavoro(ndr sui quali sono periodicamente svolti interventi e segnalazioni da parte delle strutture Usi, ma anche Cub e Cobas o direttamente o come raggruppamento cittadino, nell’ambito delle procedure di tutela e difesa collettiva degli interessi di oltre 12.000 persone, che costituiscono la forza lavoro, solo nei servizi esternalizzati comunali…).

In merito ai “centri antiviolenza”, la Rete Dire e l’associazione Differenza donna, si riscontrano progressive riduzioni dei finanziamenti per i progetti. Costituito e in funzione da alcuni mesi uno “Sportello Donna”, dove sono segnalate con maggiore frequenza, situazioni familiari ed economiche difficili, che non consentono alle donne di allontanarsi da casa.

L’Assessora Marzano, ha voluto capire se l’Associazione fosse all’interno di strutture di Roma Capitale e le è stato spiegato che si parla di finanziamenti che erano erogati per i progetti presentati anche al Comune. Per mancanza di finanziamento è stato interrotto anche un progetto che si proponeva di avviare al lavoro donne che hanno subito violenza.

Per l'Istituto Romano San Michele la situazione, al momento confusa, vede lavoratori con contratto a scadenza perché chiude l’appalto al 31 marzo. Si parla di uno stanziamento di cui non c’è certezza, per quanto riguarda la ristrutturazione delle cucine e di tutti i servizi. Ad oggi la struttura è commissariata (l’Assessore ha voluto capire, pur non essendo una struttura di Roma Capitale, è stato spiegato che la dirigenza viene concordata tra Regione e Comune).

Per la Società Roma Multiservizi, presente in delegazione la lavoratrice Antonella C., che ha spiegato la preoccupazione dei lavoratori tutti, in buona percentuale donne, rispetto al futuro occupazionale, legato alla gara “a doppio oggetto” voluta dall’Amministrazione capitolina e le argomentate proteste e messa in discussione dell’opportunità di tale scelta (specie da parte della struttura Usi), nonostante gli impegni di internalizzazione dei servizi affidati alla partecipata Roma Multiservizi, presi durante la campagna elettorale, che ha portato all’elezione della sindaca Raggi. La lavoratrice della Roma Multiservizi, ha messo l’accento sulla volontà di chi ha predisposto la gara di NON inserire chiare clausole sociali per l’assorbimento e la tutela della forza lavoro impiegata (oltre 2500 persone, moltissime le lavoratrici), a differenza di altre procedure di gara fatte in altri settori da Roma Capitale, con il rischio di esporre a gravissimi rischi gli operatori tutti (nonostante mozioni ed ordini del giorno votati in assemblea capitolina, a favore di percorsi di tutela e garanzia della forza lavoro), con un peggioramento anche della stessa qualità dei servizi all’utenza e alla cittadinanza (dagli asili nido fino alle scuole).Si segnalano anche irregolarità e disparità di trattamento, specie a danno di lavoratrici, sulla busta paga come sulla fruizione di elementari diritti, segnalazioni fatte anche al competente Osservatorio comunale sul lavoro e al Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici di Roma Capitale, che si era impegnato come “stazione appaltante” a controllare e vigilare, ma senza attualmente effetti concreti.

L’intervento di Paola P. (Rsa usi di cooperativa sociale), come AEC/OEPA, ha messo l’accento sulla difficile situazione lavorativa ed economica di questa figura, che per mesi, durante la chiusura delle scuole, neanche percepisce salario in virtù di contratti a tempo indeterminato, ma in regime di part time, in moltissime cooperative aggiudicatarie a Roma Capitale, che coincidono con i mesi di effettiva apertura del calendario scolastico. Si segnala che a causa di gare d'appalto con criteri non omogenei, gestite da singoli municipi, viene determinata anche una disparità di trattamento tra lavoratori e lavoratrici Aec/Oepa, a parità di mansioni e livelli di inquadramento, anche negli stessi Municipi, che incidono negativamente sia dal punto di vista economico e salariale, che dal punto di vista dei ritmi di vita e di lavoro di circa 2500 persone utilizzate nell’assistenza scolastica, nella realizzazione del diritto allo studio di alunni-e con disabilità nelle scuole comunali e statali dell’obbligo.

La lavoratrice espone inoltre che a seguito dell’approvazione a novembre 2017, della Deliberazione 80/2017 (ndr Regolamento comunale per la figura di OEPA, Operatore Educativo per l’Assistenza), si pone la scomoda questione della riqualificazione e della formazione del personale, tramite i corsi per acquisire il titolo ora richiesto di Oepa, anche a personale di decennale esperienza, onere gravoso sia in termini di tempo, che economici spesso a carico totale di operatotrici/tori, Il costo medio del corso equivale più o meno a una mensilità media di retribuzione (900 euro) e che tale onere incide pesantemente sui ritmi di vita, di lavoro, familiari di lavoratori e specie di lavoratrici. Analogamente, a quanto era già successo per altri servizi socio assistenziali e socio sanitari, per chi ha dovuto ottenere il titolo di OSS (Operatore socio sanitario), necessario per lavorare nei tantissimi servizi esternalizzati per conto di Comuni e Regione Lazio-Asl.

Elisa Di S., per COBAS coop sociali, lavoratrice in cooperativa da vent’anni di esperienza, sottolinea l'attenzione posta al lavoro sui regolamenti, sia quello approvato AEC/OEPA, sia quello in redazione sui servizi SAISH e SAISA (ndr assistenza domiciliare territoriale per disabili e anziani, di competenza dei 15 Municipi di Roma Capitale). E’ stato anche evidenziato il sistema fallace, perchè non è infatti, questione di regolamenti. Finchè i servizi alla persona saranno gestiti con bandi di gara ed affidati a privati, in molto casi interessati a ottenere utili, non cambierà niente. I servizi sociali, nel loro complesso, devono essere gestito dal pubblico ed i regolamenti, sono “scatole vuote” se non ci sono fondi e coperture economiche, per renderli eseguibili ed applicarli correttamente alla cittadinanza. Non bisogna disperdere i fondi disponbili. Oggi Roma Capitale, impegna 21 euro l’ora, come tariffa lorda per i servizi sociali, ma all’operatore arrivano circa 7-8 euro LORDI. Laura P., operatrice del centro diurno Alzheimer "Tre Fontane" per i Municipi VIII E IX di Roma Capitale (Rsa Usi), ha spiegato il difficile periodo che si è subito, in passato, di aspettativa NON Retribuita nelle more della predisposizione dei nuovi bandi da parte dei due municipi erogatori del servizio, anche in conflitto tra loro che hanno lasciato senza assistenza nel centro diurno, circa venti famiglie di anziani con patologie di demenza senile e alzheimer. Problema che, dopo notevoli interventi di familiari degli anziani utenti del Centro Diurno, assieme all’associazione utenti e consumatori Usicons e al sindacato autorganizzato Usi, per questo bando di gara sembrano essere scongiurati.

La delegazione delle lavoratrici anche a nome delle rispettive organizzazioni sindacali di riferimento,hanno fermamente ribadito le battaglie a sostegno degli spazi per le donne e le doverose, necessarie, attività di vigilanza, controllo e monitoraggio, finalizzate agli interventi per l’eliminazione o la riduzione sostanziale, delle varie forme di disparità di trattamento che, anche in modalità velata e non palese, sono ancora oggi presenti in città.

Una condizione che vivono anche le lavoratrici e dipendenti comunali, non solo quelle che lavorano negli asili nido e nelle scuole comunali dell’infanzia, ma ance in altri settori, per effetto di ritmi di lavoro e carichi di lavoro eccessivi, di una carenza di adeguati provvedimenti di tutela e piena applicazione delle norme su salute e sicurezza, di regolamenti comunali che, per calmierare i costi, come quello per il precariato di asili nido e scuole dell’infanzia, non permettono né al personale a tempo indeterminato, né a quello “precario”, di poter sostenere ritmi di lavoro dignitosi sui reali carichi di lavoro e di attività da svolgere (ndr Roma Capitale, in generale ha un organico inferiore di circa 8000 unità, rispetto al reale fabbisogno per erogare tutti i servizi e le funzioni della Capitale d’Italia, le assunzioni fatte nell’ultimo anno, servono solo a coprire una parte dei pensionamenti già avuti), un equilibrato sviluppo tra tempi di lavoro e responsabilità familiari, oltre che rendere meno agevole i processi di attivazione di progressioni di carriera.

Va da sé che, nonostante la valutazione positiva che si può dedurre dall’incontro, respirata anche grazie alle affermazioni importanti fatte dall’Assessora Marzano, a sostegno di tutte le battaglie femministe (l’Assessora è stata anche presente all’inaugurazione del monumento dedicato a Nicole Lelli, vittima di femminicidio a soli 23 anni, monumento alle donne soggette al femminicidio, il terzo in tutta Italia, ottenuto grazie alla strenua lotta dei genitori di Nicole sul territorio del V Municipio), continueremo le nostre mobilitazioni su questi temi che rivestono particolare importanza in una città dove è evidente la maggioranza femminile nella holding capitolina e nei servizi in appalto.

Tirando le fila dell’incontro, che è durato circa un’ora e mezza, l’Assessora Marzano si è presa impegni, di cui verificheremo l’effettività, poiché coinvolgono la stessa Giunta comunale.

La Marzano ha proposto una serie di passaggi di costruzione di un percorso, attraverso dei tavoli di confronto e verifica, con la partecipazione e il coinvolgimento di tanti e tutti "attori" diversi, tavoli nei quali cui possa essere presente la delegazione di lavoratrici incontrata l’8 marzo mattina. Il primo sarebbe più “interno”, ovvero attraverso l’interessamento di tutte quelle figure del Comune direttamente titolate, sia di Giunta che di assemblea capitolina,per coordinare i doverosi interventi. Laddove si dovessero accavallare anche figure esterne l’Amministrazione Capitolina, saranno necessari tavoli allargati (per esempio alla Regione Lazio). L’Assessora ha registrato con molta attenzione ciò che le è stato prospettato, rispetto la situazione femminile in città ed ha voluto mettere a conoscenza la delegazione delle proprie battaglie in tal senso perseguite da lei stessa, anche attraverso la costituzione degli "Stati generali delle donne", "un coordinamento permanente, un Forum che è diventato un interlocutore autorevole per le Istituzioni che operano nell'ambito delle politiche del lavoro, dell'economia, della finanza, del femminile, dei diritti, della cultura, della scuola,della formazione, della pace e del dialogo, del ben vivere, dello sviluppo".

Verificheremo, al di là dello sciopero dell’8 marzo e dell’incontro istituzionale svolto la mattina al Campidoglio, se gli impegni diventeranno fatto concreto e processo virtuoso.

Starà anche a noi tutte, oltre che ai lavoratori che hanno scioperato l’8 marzo 2019, a quelli che con noi fatto le tane lotte e battaglie quotidiane, rendere concreti tali impegni e dare sostanza ai percorsi di contrasto alle disparità di trattamento, alle discriminazioni, alle violenze e molestie, sul lavoro, in famiglia, nella società. L8 MARZO PER NOI DURA 365 GIORNI ALL’ANNO e va inquadrato in sintonia con le lotte che facciamo sul lavoro, sui posti di lavoro, sui territori, su salute e la sicurezza…perché lottiamo e vogliamo UN ALTRO FUTURO.

A cura di Unione Sindacale Italiana Usi, con delegazione lavoratrici di Cobas, Cub e Usi

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