">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Se ero tibetano...

Se ero tibetano...

(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

“LEGGE SALVINI”: PRIME APPLICAZIONI NEL SETTORE DELL’ACCOGLIENZA, AI DANNI DI LAVORATORI E LAVORATRICI E DEI SERVIZI ALLE PERSONE RICHIEDENTI ASILO, ASSISTENZA E PROTEZIONE UMANITARIA

UNA LOTTA “SOLIDALE” DA FARE

(25 Marzo 2019)

Resoconto dell'incontro del 20 marzo sulla procedura di mobilità collettiva per 351 lavoratori e lavoratrici dei servizi di accoglienza e dei Cas

usi14nov

Si è svolto il 20 marzo 2019, presso la sede di Via Antolisei 25 di Medihospes, il primo incontro sulla procedura di mobilità collettiva previsto dalla legge 223 del 1991, per 351 lavoratori e lavoratrici, di varie province e regioni, utilizzati nei servizi di accoglienza e nei Cas (strutture che hanno come committente pubblico le prefetture- uffici territoriali di governo e del Ministero degli Interni). La procedura è stata attivata dalla cooperativa sociale il 20 febbraio e Usi, presente da anni con propria Rsa interna, come altre organizzazioni sindacali, aveva fatto intervento e chiesto che si svolgesse la prima fase di incontro in sede aziendale. Presenti all’incontro il Direttore generale di Medihospes Dott. Fabrizio Dimaggio, le OO.SS. Cub, Usb e Usi. In sede separata, il giorno prima la procedura si era svolta con Cgil e Cisl, che hanno scelto di essere convocati a parte rispetto alle altre strutture e ai delegati interni.

Medihospes ha motivato tale procedura, a seguito delle riduzioni e cambiamenti sostanziali con impatto negativo sul numero di personale, sui livelli di assistenza e dei servizi da erogare con varie tipologie professionali, peggiorativi della stessa legge Minniti Orlando, posti in essere dai Decreti Ministeriali del novembre 2018 e poi codificati nella legge “Salvini”. Medihospes in base ai parametri che si stanno applicando in base alle indicazioni delle Prefetture come Enti committenti pubblici, a fatto il ricalcolo delle nuove dotazioni organiche per i Cas, sia per il numero di personale da utilizzare, con la quantificazione del monte ore contrattuale per alcune tipologie e profili professionali e di alcuni servizi, che con le nuove regole e parametri, verrebbero fortemente ridimensionati o addirittura cancellati. Da qui la quantificazione dei 351 in esubero “strutturale”, propedeutico al licenziamento collettivo, se non si riuscisse a trovare qualche soluzione sostenibile di ricollocazione, attualmente non di immediata praticabilità. Per il Lazio, che viene colpito da questo processo di esuberi da oltre il 40% del totale dei 351 operatori-trici, si prevede l’applicazione dei nuovi parametri nel prossimo mese di maggio (ndr tutta la procedura di legge, tra fase in sede aziendale ed eventuale fase a livello ministeriale, trattandosi di licenziamenti collettivi di varie regioni, tra i quali oltre al Lazio, la Sardegna, la Puglia, L’Abruzzo…), in concomitanza con le scadenze degli appalti e convenzioni e in attesa degli esiti dei bandi di gara (specie Roma e Latina e Viterbo), con i nuovi parametri imposti da decreto e dalla legge come riferimenti.

Medihospes ha informato che già in diverse province (Como, Cagliari, Messina, Frosinone, tra quelle citate), vi è già stata tale applicazione, con effetti negativi sia in termini occupazionali, che di riduzione di servizi. I profili che saranno maggiormente colpiti anche in questa procedura in corso di svolgimento, sono principalmente i docenti (di lingua italiana per immigrati-e), mediazione linguistica e interculturale, assistenti sociali, per le altre figure di operatori – trici vi è quasi il dimezzamento rispetto al numero di personale delle dotazioni organiche precedenti, calcolate anche a seconda delle dimensioni e bacino di utenza dei vari Cas. Allo stato attuale, in questo mese dall’attivazione della procedura, Medihospes tramite colloqui individuali i alcune province, ha trovato soluzioni alternative (tra dimissioni concordate o possibili ricollocazioni lavorative in altri settori) per circa 30-40 persone, ma date le dimensioni numeriche e la varietà di sedi dislocate sul territorio di diverse regioni, non è allo stato possibile garantire soluzione di ricollocazione per una parte degli esuberi annunciati e dichiarati, anche perché una parte del personale, non ha i titoli e le professionalità richieste, per essere regolarmene impiegati in altri appalti e servizi di altri settori, dove è presente Medihospes.

E’ stato specificato che prima delle decisioni ministeriali, in alcune postazioni a Roma, per la piena copertura degli organici, Medihospes sta utilizzando personale in regime di “somministrazione” (ex interinali), fatto che con l’attuale procedura in corso di licenziamento collettivo, non sarà più possibile e con la scadenza dei progetti e convenzioni, cesserà anche il loro utilizzo. Medihospes, come scelta datoriale e aziendale, parteciperà a più bandi di gara e in più posti, rispetto alle attuali aggiudicazioni e affidamenti, anche per implementare la possibilità di offerta e la possibilità di collocazione occupazionale (in totale, solo nel settore immigrazione e accoglienza, Medihospes occupa più di un migliaio di persone a livello nazionale).

Nelle ipotesi più favorevoli, in caso di nuove aggiudicazioni e convenzioni e di mantenimento di quelli in essere, si potranno aprire scenari favorevoli per una parte del personale attualmente dichiarato in esubero, ma tale condizione non è al momento prevedibile.

Le OO.SS., tra le quali l’Usi hanno preso la parola dopo le notizie, informazioni e stato della situazione fatta da Medihospes, citando gli effetti in vista di una modifica della norma e delle disposizioni attuative, attualmente non ancora verificatasi, della sentenza di Cassazione I sez civile del gennaio 2019 (4890/2019), che ha dichiarato non applicabili circolari, decreto ministeriale e suoi effetti della legge “Salvini”, per tutti coloro che avessero avviato o in corso procedure anche in via istruttoria, di asilo e protezione internazionale, di pratiche per il riconoscimento di protezione umanitaria, antecedenti al 5 ottobre 2018, che cambierebbe scenari sulla platea di utenti dei Cas, che tornerebbe a numero maggiore rispetto a quello disegnato dalla legge Salvini e al contestuale recupero di posti di lavoro e di personale. Nell’intervento di Usi, che sarà oggetto di maggiore approfondimento nel prossimo incontro con le OO.SS. e le RSA su questa procedura per il 1° aprile 2019 (…non è il classico “pesce”…), si è posto l’accento sulla necessità di operare la riduzione del danno provocato dalle disposizioni normative e le sue applicazioni, in termini di tutela occupazionale, di recupero di professionalità e della difesa di condizioni di lavoro e di servizio dignitose e idonee.

Andrà fatta ogni verifica per un percorso accompagnato di ricollocazione per il maggior numero possibile di lavoratori e lavoratrici, utilizzando tutto il periodo previsto dalle legge 223 91 per la prima fase di confronto in sede aziendale e, successivamente, portare al tavolo nella seconda fase al Ministero dello Sviluppo Economico, che ha come ministro anche chi ha la delega al lavoro, la prosecuzione del percorso e confronto finalizzato alla presentazione da parte governativa, che è legittimata a farlo, su impulso delle OO.SS., di processi formativi e di riutilizzo, del personale che sarà ancora in esubero, in altre attività lavorative, anche utilizzando risorse finanziarie ed economiche su progetti formativi mirati, finanziati dai Fondi Sociali Europei. Ciò anche in vista della composizione ed età anagrafica di una parte del personale in mobilità, non facilmente ricollocabili.

Usb pure ha espresso forte preoccupazione per il dato occupazionale e sulla necessità di percorsi di ricollocazione anche in altri ambiti diversi dall’accoglienza, su servizi in gestione di Medihospes o di cooperative consorziate, chiedendo alla cooperativa di fare degli approfondimenti in merito, pur nella carenza per parecchi operatori di base, di titoli professionali richiesti per lo svolgimento di altre attività lavorative.

Usb ha anche lamentato il fatto che su una procedura di licenziamento collettivo come questa, non si sia svolto un incontro unitario e congiunto con tutte le OO.SS. presenti, poiché la procedura è la stessa e non si comprende la richiesta, accolta da Medihospes, di Cgil e Cisl di fare incontri separati. Auspica che tale aspetto sia superato, evitando che siano mandati comunicati con notizie differenti da parte di qualche sindacato, rispetto alla situazione prospettata negli incontri tenuti separatamente o alle soluzioni da ricercare congiuntamente.

La valutazione che si è fata dopo questo primo incontro, da Usi, è che ci troviamo questa volta di fronte a una procedura complicata, una battaglia dura, ma che come già successo per il Cara di Castelnuovo di Porto (sempre vicino Roma) o per il Cara di Mineo in Sicilia, sta già dando i suoi effetti negativi. L’anno scorso analoga procedura per un numero minore di dipendenti, era stata alla fine annullata e si erano trovate le soluzioni che avevano fato rientrare gli esuberi annunciati. Questa volta, servirà maggiore forza, tenacia, pazienza e il sostegno solidale di altre situazioni sociali, politiche, associative, che si erano schierate già con la manifestazione del 10 novembre 2018, a questi lavoratori e lavoratrici (alle famiglie che stanno loro intorno) e alle organizzazioni sindacali combattive, per cercare di smontare questa situazione e provare, con una inversione di tendenza che potrebbe diventare un precedente “di buona prassi” per tutte le altre procedure che cancellano lavoro, diritti e servizi. Infatti, già alla vigilia della manifestazione antirazzista e antifascista del 10 novembre 2018 e anche successivamente, proprio da parte di Usi era stata quantificata in circa 15 mila, il numero di lavoratrici e lavoratori che avrebbero perso il posto di lavoro per l’applicazione della legge Salvini (nemmeno la Minniti Orlando era riuscita a tanto, pur nelle dubbia legittimità costituzionale dei processi normativi di tutti e due i provvedimenti…) e il 90% circa di questa forza lavoro…è italiana, smentendo i tanti messaggi del vice premier e ministro degli Interni in carica, di voler (sic!) “…garantire prima il lavoro agli italiani…” . I fatti e le “cattive pratiche”, stanno dimostrando esattamente il contrario…

In allegato e parte integrante del resoconto, il testo del verbale di incontro sottoscritto il 20 marzo.

A cura di Roberto Martelli per USI Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Allegati scaricabili

Ultime notizie del dossier «Lavoratori di troppo»

Ultime notizie dell'autore «UNIONE SINDACALE ITALIANA USI»

4102