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Alitalia: LA NAZIONALIZZAZIONE È L’UNICA SOLUZIONE ... ... E NON SOLO PER LA COMPAGNIA DI BANDIERA ITALIANA

(25 Marzo 2019)

io sto con i lavoratori alitalia

Delta ha ormai ufficializzato la sua decisione: l’investimento in Alitalia sarà minimo ed effettuato con la pretesa di continuare ad esercitare la sua egemonia sul traffico da/per il Nord America, fermare qualsiasi ipotesi di passaggio di mano alla concorrenza del controllo del ricco mercato del trasporto aereo italiano e imporre il fermo allo sviluppo di Air Italy.

NON ESISTONO ALTERNATIVE DI MERCATO ALLA PUBBLICIZZAZIONE
L’uscita di scena di EasyJet, contrariata dal giusto diniego del Governo alla sua pretesa di mettere le mani su Linate e smembrare la Compagnia di Bandiera italiana, conferma che non ci sono alternative all’intervento pubblico in Alitalia se si vuole ristrutturare, risanare e rilanciare.

NÈ I CINESI NÈ I BENETTON

Non è certo la trovata della partecipazione di un vettore cinese (per la felicità dell’On. Geraci della Lega!) alla ricapitalizzazione di Alitalia o, ancor peggio, la ventilata ipotesi di partecipazione di Atlantia (ma i Benetton chiedono in cambio ulteriore mano libera sulle concessioni aeroportuali ed autostradali?) e/o di altri privati, che rimette in discussione la necessità dell’intervento pubblico per garantire un futuro alla Compagnia di Bandiera italiana.

I COSTI DEL RIDIMENSIONAMENTO SONO ENORMI
Chi insiste per ridimensionare ulteriormente ciò che resta di Alitalia, ipotecare definitivamente il controllo dei flussi turistici per/da il nostro Paese, nonchè determinare il licenziamento di altri lavoratori, finge di non sapere che i costi per la collettività sarebbero ben superiori a quelli che produrrebbe un deciso e consistente investimento dello Stato in un settore strategico
per l’Italia.
UN SETTORE IN CONTINUA CRESCITA
Ovunque il traffico aereo cresce ininterrottamente da anni a ritmi sostenuti mentre le previsioni della Iata confermano che entro il 2036 si raddoppierà il numero di passeggeri nel mondo, con tassi di crescita notevoli anche in Europa, nonchè nel nostro Paese ove sono notevoli i margini di sviluppo anche per le merci.
E’ urgente quindi rivedere l’attuale assenza di un approccio di sistema, alla base del lento ed inesorabile ridimensionamento di Alitalia, nonchè delle privatizzazioni degli aeroporti e del passaggio di mano delle concessioni aeroportuali a gruppi industriali che non hanno tutelato l’interesse collettivo.
BASTA TENTENNAMENTI, SERVE CORAGGIO E DETERMINAZIONE
È quindi necessario che il Governo si intesti la decisione della nazionalizzazione senza ulteriori timidezze, provvedendo ad un’adeguata ricapitalizzazione di Alitalia e, superando tentennamenti ed esitazioni.
Non sono certo 600/650 mln di euro (il resto deriverebbe da una conversione in azioni di parte del prestito predisposto da Calenda) il fabbisogno finanziario sufficiente a rilanciare Alitalia: serve coraggio e determinazione da parte del Governo, a partire dal Ministro Di Maio.
Altro che grandi opere utili solo alla speculazione: gli investimenti pubblici devono servire per creare lavoro, buona occupazione, richezza collettiva, sviluppo e non certo per finanziare ammortizzatori sociali utilizzati per espellere i lavoratori dalla produzione e favorire la deindustrializzazione del Paese.
Inoltre sarebbe un errore gravissimo rinunciare a riportare sotto il controllo pubblico i monopoli naturali esistenti, solo per accogliere l’offerta economica da parte di chi ha beneficiato di condizioni di privilegio che hanno garantito immensi “profitti di cittadinanza” per pochi.
NON SOLO IN ALITALIA SERVE L’INTERVENTO PUBBLICO
Al contrario serve coraggio e determinazione, non solo per gli investimenti in Alitalia ma per lo sviluppo delle infrastrutture aeroportuali e per realizzare una vera intermodalità dei trasporti, nonchè per definire regole di sistema che non consentano rendite di posizione per nessuno ma facilitino la defInizione di un vero contratto nazionali. E’ in tale ottica che sollecitiamo il
Governo a definire un intervento che, nel progetto di sviluppo di Alitalia, includa tutele ed investimenti anche per garantire il futuro di Air Italy che non può essere sacrificato sull’altare delle pretese di...Trump!
È pertanto urgente che il Mise convochi al più presto un incontro al Mise per:
• Assicurare che non si effettuino licenziamenti di personale AZ (la Cigs è stata prorogata ancora una volta, per un taglio di 830 f.t.e. con l’avallo dei sindacati firmatari delle disfatte della categoria. Se nei fatti viene quasi cancellata a volo dopo le denunce inoltrate, è altrettanto vero che la cigs resta ancora abnorme a terra, ove peraltro, è applicata senza definizione di criteri, favorendo così il decollo del solito mercato sindacale, sia per individuare il personale da far uscire dalle zero ore, sia selezionare i lavoratori da avviare alla riqualificazione nelle manutenzioni e negli altri settori);
• Chiarire se esiste un progetto del Governo di “dirottare” parte del personale AZ in FS e a quali condizioni;
• Fare luce sul management a cui il Governo intende consegnare la cloche della futura Alitalia;
• Aprire il confronto sulle condizioni di passaggio nell new-company per sgomberare il campo da ipotesi di applicazione del Jobs Act (art.18);
• Avviare il ragionamento sul rinnovo del contratto e sul recupero di alcuni istituti contrattuali (es.: scatti di anzianità e altro), nonchè sulla normativa da recuperare (festività soppresse, riposi movibili, ecc), riducendo i carichi di lavoro e ponendo fine alla pesante elusione contributiva che pesa sulle spalle di AA/VV e Piloti, a scapito della loro pensione e dei trattamenti previdenziali ed assistenziali;
• Discutere dei livelli di precarizzazione esistenti in Az, per porre fine alla “tratta” dei giovani lavoratori esclusi dalle stabilizzazioni e coinvolti in un mercanteggio delle tessere che va stroncato;
• Rappresentare quali interventi sono stati fatti per reinserire in servizio TUTTI i lavoratori reintegrati dai Tribunali del lavoro e adeguare le loro retribuzioni tagliate strumentalmente;
. porre fine ai contenziosi infondati e reinserire in servizio i lavoratori disabili e appartenenti alle categorie protette;
. stabilizzare i lavoratori precari ingiustamente esclusi dal bacino e espulsi dalla produzione nel momento in cui stavano per maturare il diritto alla stabilizzazione;
. pianificare l’azzeramento della cigs anche a terra ove sono state esternalizzate delle attività e lasciati a casa i lavoratori AZ.

IL GOVERNO DEVE FARE CHIAREZZA: NON C’È ALTRO TEMPO DA PERDERE!

Roma Fco 24.03.19

Cub – Trasporti / AirCrew Committee

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