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Rete 28 aprile, il percorso aperto di una nuova sinistra sindacale

(8 Settembre 2005)

Si è tenuta ieri a Bologna la prima assemblea nazionale in vista del congresso della Cgil. Grande partecipazione e la scelta di sostenere le tesi di Rinaldini. Cremaschi: «Indipendenza, democrazia e incremento del salario nel contratto nazionale»

«Non una nuova area programmatica, ma un'area programmatica nuova». Giorgio Cremaschi, dal palco dell'assemblea nazionale della Rete 28 aprile, che ieri a Bologna ha riunito centocinquanta tra rappresentanti sindacali, membri di segreteria, dei vari direttivi, e semplici iscritti alla Cgil, spiega così il "percorso aperto" di quel pezzo di sinistra sindacale che ha scelto di non stare nel patto di maggioranza con Guglielmo Epifani. Più che una nuova area programmatica, che ieri ha posato la prima pietra, un nuovo stile di lavoro sindacale basato sul modello del consenso e dei coordinatori.

Sfumata, per il momento, la costituzione in Area programmatica congressuale, la Rete 28 aprile ha ufficializzato comunque con questa assemblea la decisione di costruire un nuovo soggetto. I "piani formali" sono rimandati a dopo il quindicesimo congresso. La decisione di appoggiare le tesi alternative presentate dal segretario della Fiom Gianni Rinaldini c'è tutta. Le due tesi, su democrazia e contratti, hanno già incassato il 6% dei membri del Comitato direttivo nazionale. Ora l'obiettivo, «da perseguire senza se e senza ma», è quello di ottenere più voti possibili nei luoghi di lavoro. E la funzione della Rete 28 aprile sarà proprio quella di partecipare alla presentazione dei documenti alternativi fuori dalla cerchia della Fiom, che pure vanta oltre trecentocinquantamila iscritti. Paradossalmente, le norme del XV congresso prevedono che per votare le tesi alternative si debba prima votare il documento unico. Per Franco Grisolia, però, «basta fare una dichiarazione prima del voto» per aggirare l'ostacolo.

Un'ombra che non scalfisce, stando al confronto che si è svolto nella Sala Verde della Cgil di via Marconi, la bontà del progetto politico-sindacale della Rete 28 aprile: chiudere definitivamente la brutta stagione della concertazione e dar vita a un vero sindacato dei lavoratori. Gli ostacoli da superare sul piano operativo sono tanti. A partire dall'assenza di un legame esplicito tra voti ottenuti sulle tesi alternative e delegati al congresso nazionale. C'è comunque una norma dello Statuto della Cgil che consente di formare una lista con il 3% di firme, «a qualsiasi livello e in qualsiasi momento della fase congressuale». «Occorre prepararsi all'eventualità - sostiene Grisolia - della presentazione di un ordine del giorno alternativo al congresso nazionale». Le assemblee previste nei luoghi di lavoro sono dell'ordine di sessantamila.

Il nucleo di ragionamento della Rete 28 aprile ruoto intorno a tre punti: indipendenza del sindacato; democrazia come diritto indisponibile dei lavoratori; incremento del salario attraverso il contratto nazionale.

«Nei contratti, nella stragrande maggioranza non votati dai lavoratori, non solo non c'è la produttività ma nemmeno l'inflazione», dice Giorgio Cremaschi che ha tenuto la relazione conclusiva e una breve conclusione in cui ha ribadito la richiesta di sciopero generale. Cremaschi ha lanciato forti critiche nei confronti di Lavoro e Società: «La loro crisi - ha detto nel corso del suo intervento - è cominciata quando la Fiom ha deciso di stare fuori dal quadro concertativo». «Invece di lavorare per estendere questa linea - ha proseguito Cremaschi - si sono fermati su una posizione centrista e moderata venendo meno alla funzione di sinistra sindcale». «Chi contrasta le tesi alternative può essere qualsiasi cosa in Cgil ma certo non può più dichiararsi sinistra sindacale», ha concluso. E' dall'esaurimento di quel ruolo che nasce la riflessione della Rete 28 aprile.

La discussione dell'assemblea nazionale si è incentrata su vari temi, non trascurando anche il timore che il semplice sostegno alle tesi presentate da Rinaldini possa offuscare la soggettività dell'area programmatica. Insomma, per dirla con le parole di Paolo Grassi, «niente fraintendimenti. E fraintendimenti non ce ne saranno, anche perché la Fiom di oggi non è più quella uscita dal XIV congresso, quello di Cofferati. A ben guardare, come ha sottolineato Alfredo Passarino, la tesi ottava, quella sulla contrattazione, ha «quasi il valore di un documento alternativo».

Liberazione 8 settembre 2005

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