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Ampliare il fronte di lotta! L’unità delle forze classiste è la condizione per la riscossa!

(10 Maggio 2019)

scintilla

Come abbiamo segnalato nello scorso numero del giornale, la fase della bassa marea sta lasciando man mano il posto a un nuovo flusso della lotta di classe nel nostro paese.

Settimana dopo settimana procede l’abbandono di molte illusioni sparse dai populisti fra lavoratori e i disoccupati e si verifica una ripresa graduale sul terreno delle lotte di massa, della mobilitazione, per ottenere risposte alle pressanti esigenze operaie e sociali.

Gli operai, le donne e i giovani degli strati popolari dimostrano la volontà di resistere, di lottare per i propri interessi e diritti.

Nei mesi di maggio e di giugno si svolgeranno scioperi nazionali e locali, manifestazioni che interesseranno diverse categorie (scuola, trasporti, metalmeccanici, logistica, postali, pubblico impiego, etc.). Ciò avverrà in una situazione in cui la sola crescita che le masse lavoratrici stanno sperimentando è quella dello sfruttamento, della cassa integrazione e della miseria.

Una nuova crisi capitalistica si avvicina e nei piani dei capitalisti tutto il suo peso dovrà essere riversato sulle spalle dei proletari e dei popoli oppressi.

In autunno il governo M5S-Lega (o qualsiasi altro governo borghese e reazionario che lo sostituirà) procederà a una nuova offensiva contro la classe operaia e le masse popolari.

Si tratterà di una manovra finanziaria “correttiva” da almeno 40 miliardi per cercare di evitare gli incrementi dell’Iva dal 2020 sui generi di prima necessità e delle accise (si calcola un aggravio di oltre 1200 euro a famiglia).

Dopo mesi di false promesse, gli operai, i lavoratori, gli strati più poveri della società saranno chiamati a nuovi pesanti sacrifici, verranno approvati altri tagli alla spesa pubblica e con il calo dei consumi la recessione si aggraverà.

In questo scenario, quali sono i compiti dei proletari rivoluzionari per amplificare e qualificare la mobilitazione di classe degli sfruttati contro gli sfruttatori? In sintesi:

1. Trasformare il malcontento in lotta di massa anticapitalista, intervenendo nelle assemblee, nelle manifestazioni, negli scioperi, con la propaganda e l’agitazione, a voce, con volantini e manifesti, per spingere i lavoratori, i delegati, le Rsu, i sindacati alla lotta in difesa degli interessi di classe, facendo costantemente appello all’unità di azione;

2. Promuovere e aiutare la formazione, il rafforzamento e il coordinamento di comitati di fonte unico nei posti di lavoro e nel territorio, appoggiandoci sui motivi di malcontento reale, sulla difesa delle esigenze di classe e delle libertà democratiche conquistate dai lavoratori, oggi duramente attaccate dalla borghesia; evidenziamo l’importanza di questi organismi - che in una situazione di lotta più acuta trasformeranno la loro qualità - per spingere alla lotta il maggior numero possibile di proletari e far prevalere la volontà della massa su quella dei burocrati sindacali;

3. Supportare le principali rivendicazioni di classe e formularle nel modo più preciso, in modo da favorire la riunificazione del campo proletario.

Oggi occorre sollevare in modo particolare le seguenti rivendicazioni:

- NO ai licenziamenti, ai tagli occupazionali, alle delocalizzazioni, alle chiusura delle fabbriche e dei servizi;

- Aumento del potere d’acquisto degli operai e degli strati popolari, attraverso l’aumento consistente del salario in paga base, delle pensioni minime, dell’indennità di disoccupazione e cassa integrazione, l’abbassamento dei prezzi e dell’IVA sui prodotti di largo consumo; detassazione dei salari e forte tassazione per i capitalisti e i ricchi;

- Riduzione dell’orario di lavoro, dei ritmi e dei carichi lavorativi, per impedire l’intensificazione dello sfruttamento ed esigere l’occupazione dei disoccupati con un lavoro stabile e garantito;

- Abolizione delle controriforme pensionistiche Monti-Fornero, con il ripristino del sistema retributivo;

- NO alla regionalizzazione, alla privatizzazione e ai tagli dei servizi pubblici;

- NO alle spese di guerra, NO alle grandi opere inutili e devastatrici dell’ambiente;

- Stop alla repressione e alla criminalizzazione della protesta operaia e sociale, ritiro del “Decreto sicurezza”, permesso di soggiorno e documenti di viaggio per i migranti, asilo politico per tutte le vittime delle guerre e delle persecuzioni fasciste e razziste.

Chiaramente si tratterà di battere, a seconda delle situazioni e delle possibilità di sviluppo, sull’una o sull’altra di queste rivendicazioni per chiamare gli operai e gli altri lavoratori sfruttati, i disoccupati, i precari, ad ampliare le lotte e intensificare la loro combattività, per ottenere misure urgenti volte a migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro, per riprendere fiducia nella lotta collettiva, rafforzare la determinazione della classe operaia e favorire il suo ritorno in campo.

Dobbiamo spingere fin da subito per lo sciopero generale unitario di tutti i sindacati di lotta per il prossimo autunno attorno alle le parole d’ordine “Devono pagare i capitalisti, i ricchi e i parassiti!”, “Basta con i governi dei padroni, vogliamo un governo operaio!”.

In questo senso vanno appoggiate quelle iniziative (assemblee, appelli, etc.) che si pongano lo scopo di lanciare una campagna a sostegno di un vero e combattivo sciopero generale, per organizzare una seria opposizione ai capitalisti e spingere nel burrone il loro governo.

Nessuna supplica a ministri, politicanti e amministratori borghesi e piccolo borghesi, nessuna tregua: imponiamo le nostre esigenze sviluppando la mobilitazione, la lotta, l’organizzazione indipendente e la solidarietà operaia.

Non lasciamo campo libero ai populisti, ai riformisti e alle burocrazie sindacali, a qualsiasi sigla esse appartengano.

Denunciamo e smascheriamo i nemici del fronte unico di lotta proletaria contro il capitalismo.

Poniamo costantemente in rilievo e facciamo valere gli interessi comuni dell'intero proletariato.

Leghiamo alle lotte quotidiane la lotta rivoluzionaria per l’abbattimento del capitalismo e il passaggio diretto alla società basata sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione, unica soluzione dei gravi problemi di lavoro e di vita degli operai, degli altri lavoratori sfruttati, delle masse popolari.

La rottura con gli opportunisti e l’organizzazione dei comunisti (m-l) e degli elementi avanzati del proletariato in cellule di fabbrica e di luogo di lavoro è il miglior modo per adempiere i compiti che lo sviluppo della lotta di classe richiede.

Da “Scintilla” n. 99, maggio 2019

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