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I PADRONI LAZZARO DENUNCIANO GLI SCHIAVI: PRIMA SFRUTTATI, LICENZIATI, NON PAGATI E INFINE DENUNCIATI!

(20 Maggio 2019)

Da cub.it

lavoratorecub

GIOVEDI’ 23 MAGGIO ORE 9.00 PRESIDIO DAVANTI AL TRIBUNALE DI ALESSANDRIA PER LA NUOVA UDIENZA DEL PROCESSO.
1.533.635 euro: è l’incredibile cifra che i padroni Lazzaro Bruno e Mauro di Castelnuovo Scrivia richiedono a 26 tra braccianti, solidali, attivisti politici e sindacalisti per danni morali e materiali a seguito degli scioperi avvenuti nell’azienda agricola in quell’estate del 2012.

Non solo. Sono stati denunciati dai Lazzaro e vi sono altri processi in corso, uno contro otto lavoratori e un sindacalista, rei di aver chiesto spiegazioni per un cartello di licenziamento affisso contro un palo della luce, ed un altro avviato contro due attivisti
del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia a seguito dalla diffusione del video “Schiavi mai” su quella straordinaria lotta.
Nell’estate 2012, quaranta braccianti dell’azienda agricola dei Lazzaro, stanchi di lavorare 12 – 13 ore al giorno, nei campi, piegati in due, sotto sole o pioggia, a raccogliere ortaggi, con il pranzo portato da casa e, spesso, senz’acqua, se non quella delle tubazioni per irrigare i campi, senza essere pagati, decisero di ribellarsi: proclamarono uno sciopero ad oltranza, allestirono ai bordi della statale tra Castelnuovo Scrivia e Tortona un presidio di tende, furono sostenuti da decine di cittadini e solidali. Il presidio durò 74 giorni.
Vennero avviate le vertenze e le cause penali contro i Lazzaro.
In una prima fase, ben 13 lavoratori irregolari ottengono il riconoscimento del permesso di soggiorno per “grave sfruttamento lavorativo”.
Partono le vertenze per il recupero dei salari non pagati e qui c’è la prima sorpresa: il tribunale di Alessandria rigetta tutti i ricorsi dei braccianti, sentenza che viene impugnata e poi ribaltata dal ricorso in appello al tribunale di Torino che si conclude
con le condanne dei Lazzaro a pagare 273 mila euro di arretrati, più le spese legali, sentenze ormai passate in giudicato e, dopo un anno e mezzo, non ancora applicate!
Non solo. A seguito di procedimento penale per grave sfruttamento lavorativo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, estorsione e quant’altro, i Lazzaro patteggiano un anno e sette mesi ciascuno.

Da questa straordinaria esperienza di lotta, è nato il Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, realtà autorganizzata -composta da braccianti e solidali- che organizza lotte e vertenze dei lavoratori delle campagne della bassa Valle Scrivia, si
oppone agli sfratti, fornisce assistenza legale..
Sono recenti le denunce contro le reti di caporalato a Castelnuovo Scrivia (pseudo cooperativa di Rachid El Farchiuoi), ad Alessandria (Rama Coop di via Campi) e al rione Orti (ad oggi, non è ancora dato sapere i nomi dei “signori” italiani coinvolti che pagavano ai migranti, richiedenti asilo, mezzo euro a cassetta!), come sono recenti i casi scoperti di sfruttamento e lavoro nero nell’agricoltura della Bassa valle Scrivia (ricordiamo, tra le altre: l’azienda Angeleri di Guazzora, la Novelli di Sale, la F.lli Balduzzi di Isola S. Antonio e altre di cui non ci è dato sapere i nomi.
Con la lotta dei braccianti di Castelnuovo Scrivia si è squarciato il velo di omertà e ipocrisia
che da sempre avvolge la nostra provincia, anche se in molti fanno ancora finta di non vedere e di non sapere che anche qui al Nord – e lungo tutta la filiera
agroalimentare, dalle campagne, alla logistica, per arrivare alla GDO - esistono sfruttamento, caporalato, traffico di permessi di soggiorno ed estorsioni, violazioni plateali di leggi e di contratti, lavoro nero e irregolare.
E non manca pure una presenza della mafia in questa zona interessata alla produzione agricola: per fare un esempio, a Sale, paese di circa 4 mila abitanti, ci sono tre case sequestrate ai mafiosi, e due capannoni pieni zeppi di rifiuti nocivi..
Certo, da allora, si sono intensificati i controlli, i salari sono diventati un po’ più alti ed i contributi più regolari, è aumentato l’accesso all’indennità di disoccupazione e sono aumentate le denunce e le segnalazioni di irregolarità, ma il problema resta, perché è strutturale.
Per tutti questi motivi, andremo al processo a testa alta. Noi non siamo complici e non ci giriamo dall’altra parte. Chiediamo a tutti i sinceri democratici, lavoratori, solidali di rompere l’omertà ed unirsi a noi, giovedì 23, alle 9.00, nel presidio davanti al Tribunale di Alessandria.
Chi tocca uno, tocca tutti!
Per chi volesse sostenere la nostra lotta, puo’ dare un contributo alla Cassa di Resistenza con un versamento su carta Postapay n° 4023 6006 6943 9400 intestata ad Antonio Olivieri.

PRESIDIO PERMANENTE DI CASTELNUOVO SCRIVIA

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