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ALITALIA: IL CERINO NON PUÒ E NON DEVE RESTARE IN MANO AI LAVORATORI

(6 Giugno 2019)

cub trasporti a roma

E’ L’ORA CHE IL GOVERNO SCOPRA LE CARTE: ESISTE UN PIANO DI INVESTIMENTI E RILANCIO O INSIEME AI SOLITI “PRENDITORI” SI PREPARANO RIDIMENSIONAMENTO, LICENZIAMENTI E IPER-SFRUTTAMENTO? INUTILE GIRARCI INTORNO: LA NAZIONALIZZAZIONE È L’UNICA SOLUZIONE
Se l’esito delle elezioni europee non ha prodotto alcun radicale mutamento allo scenario pre-esistente in Europa, in Italia è destinato a produrre scossoni, dall’esito incerto, sia nel caso in cui l’attuale Governo vada avanti, sia nel caso in cui si apra una crisi di governo.

SU ALITALIA UN SILENZIO INQUIETANTE
In ogni caso è giunto il momento che il Governo, dopo mesi di rinvii, chiarisca quali siano i progetti di intervento sulla compagnia di Bandiera italiana, come anche sull’intero comparto aereo-aeroportuale-indotto, asfissiato dalla frammentazione, da inaccettabili concessioni di monopoli naturali, dalla precarietà, dai licenziamenti, dai tagli salariali e normativi e dall’erosione delle tutele sulla salute.
Il silenzio calato sulla vicenda Alitalia è paradossale oltre che inquietante, interrotto, solo parzialmente, dall’annuncio della sottoscrizione del Rinnovo dell CCNL del Trasporto Aereo da parte di CgilCislUilUgl. Le trattative con le controparti, sono state condotte in assoluto riserbo, senza comunicazione o confronto con la categoria: questo al netto di quanto firmato.

IN ITALIA IL TRAFFICO AEREO PASSEGGERI CONTINUA A CRESCERE
Intanto il traffico aereo passeggeri in Italia continua a crescere: i primi 4 mesi del 2019 hanno segnato un aumento del 3,3% sui voli domestici, +5,2% sul traffico da e per la UE e +9% sui voli intercontinentali. Niente male per un Paese come il nostro, alle prese, in molti settori industriali, con una preoccupante stagnazione, che rischia di sconfinare in una vera e propria crisi. Nel trasporto aereo si continuano a registrare importanti indici di crescita del settore: un fatto che non sfugge alla concorrenza, intenzionata a mettere le mani sul ricco mercato italiano.

L’ITALIA NON DEVE RINUNCIARE ALLA COMPAGNIA DI BANDIERA
E’ urgente che sul futuro della Compagnia di Bandiera italiana, l’Esecutivo (ammesso che non cada prima!), le cui forze di Governo si erano impegnate con una promessa di salvataggio e rilancio (Salvini aveva parlato di nazionalizzazione!), sgomberando il campo dalle voci di una sua cessione alla concorrenza, diano seguito alle parole pronunciate: ristrutturazione sviluppo e rilancio, nell’interesse dell’intero nostro Paese.

NON ESISTONO ALTERNATIVE ALLA NAZIONALIZZAZIONE
Al momento non esistono alternative ad una vera e propria NAZIONALIZZAZIONE DI ALITALIA, considerata, sia l’impraticabilità di alcune ipotesi ventilate (una su tutte Atlantia!), sia la mancanza di investitori del mercato che vogliano davvero rilanciare la Compagnia di Bandiera italiana.

UN PIANO DI RILANCIO O IL SOLITO RIDIMENSIONAMENTO?
Sembra però che l’AD di FS, Battisti, abbia pubblicamente dichiarato che il 15.6.2019 sarà pronta l’offerta di acquisto di Alitalia da parte di FS, con tanto di cordata e, soprattutto, sarà pronto il Piano AZ. A parte un fondato scetticismo sulla possibilità che siano stati individuati gli azionisti e che ci sia certezza sull’investimento, diventa urgente conoscere i dettagli del progetto di
salvataggio e rilancio.

UN PIANO DI RILANCIO CHE NON SERVA A PASSARE LA NOTTATA
E’ necessario che il Piano AZ redatto dalle FS:
- NON preveda un ridimensionamento della Compagnia di Bandiera, sia in termini di numero di aeromobili, sia in termini di offerta (posti disponibili per chilometro) ma al contrario preveda una crescita dell’Alitalia, per poter cogliere la grande opportunità che offre il mercato del trasporto aereo italiano.
- NON definisca esuberi di personale in nessun settore e per nessuna professionalità, assodato che non esistono eccedenze di personale ne a volo, ne’ a terra, ove gli ammortizzatori sociali, utilizzati finora, presentano dubbi di legittimità e considerato che solo nel 2018 oltre 1000 colleghi hanno lasciato Alitalia (...anche grazie alla incentivo all’uscita proposto dallo staff di Gubitosi&soci).
- NON stabilisca ulteriori peggioramenti alla normativa, come è stato sistematicamente fatto negli ultimi anni, sia per il personale di volo, sia a terra, aumentando i carichi di lavoro e di fatto incidendo sul costo del lavoro, ben sapendo che i problemi erano determinati da ben altre uscite.
- NON si spezzetti quanto resta della Compagnia di Bandiera, prevedendo, al contrario, la completa internalizzazione a partire dalle attività di manutenzione (motori compreso) e dell’IT, le cui performance, dopo l’esternalizzazione delle attività, lasciano a
desiderare, nonostante l’aumento dei costi di esercizio.
- NON si continui ad aumentare la precarizzazione del lavoro ma si proceda alla stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato, evitando così di continuare a perpetrare l’ipersfruttamento e favorendo l’arresto delle perdite di know-how dalla compagnia.
- NON vengano confermati gli extracosti versati soprattutto dalla Compagnia di Bandiera italiana sia per il leasing degli aeromobili, sia per le manutenzioni, sia per le altre spese di gestione, tra cui le esorbitanti tariffe versate al Gestore aeroportale di FCO e le tariffe pagate ad Enav.
- NON venga riconfermato il management introdotto in Alitalia dall’inizio del Commissariamento ad oggi (i famosi Gubitosi boys!), funzionale solo ad assicurare il fallimento di qualsiasi ipotesi di cambiamento, invece di produrre un necessario rinnovamento nella sistema del Trasporto Aereo, sia per arrestare il dumping salariale, favorito da una concorrenza che ha travolto la categoria, sia per evitare l’ulteriore espandersi delle low-cost. Esse infatti, superando ogni livello raggiunto in altri Paesi, approfittando della possibilità di sfruttare il lavoro, con contratti al ribasso ed evadere i contributi previdenziali ed il versamento delle tasse in Italia, hanno amplificato è precipitato la crise nel settore.

UN NUOVO TERMINAL DEDICATO ALLE LOW-COST A FCO? FOLLIA!
A tale proposito appare assurda ed inaccettabile l’ipotesi della costruzione della IV pista a Fiumicino, una speculazione assolutamente inutile e dannosa. Inaccettabile la nascita di un nuovo Terminal dedicato alle compagnie low-cost a Roma: un colpo mortale all’esistenza della Compagnia di Bandiera italiana.
E’ al contrario urgente e non più prorogabile che nel Lazio si individui un nuovo aeroporto (Latina?) su cui dirottare il traffico
delle low-cost, come accade negli altri Paesi, ove non è certo l’hub della Compagnia di Bandiera ad ospitare il traffico dei vettori low-cost, peraltro assai meno “invasivo” di quello esistente in Alitalia.

E’ URGENTE CONFRONTARSI E MOBILITARSI
Non c’è altro tempo da perdere. La Cub Trasporti ed AirCrewCommittee LANCIANO UN APPELLO ALL’INTERA CATEGORIA E A TUTTE LE SIGLE SINDACALI: è arrivato il momento di avviare le assemblee generali e decidere come proseguire la vertenza.
NON È CON L’IMMOBILISMO ED IL SILENZIO CHE SI DIFENDE IL FUTURO DEI LAVORATORI E DELL’INTERO PAESE
SERVE UNO SCATTO DI RENI E L’AVVIO DI UNA MOBILITAZIONE INCESSANTE A PARTIRE DA UNA MANIFESTAZIONE DI TUTTI I LAVORATORI DEL SETTORE

5.6.2019

Cub trasporti - AirCrewCommittee

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