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Mondo virtuale e mondo reale
I media di regime e il cantante neomelodico

(12 Giugno 2019)

il padrino brando

Se non facesse pena, farebbe ridere, lo scandalo mediatico provocato dalla frase del cantante neo-melodico Leonardo Zappalà (19 anni), in arte Scarface. Frase pronunciata nel corso del programma di Rai Due Realiti, cui Scarface era invitato. Per dovere di cronaca, riporto le parole incriminate, dette di fronte alla consueta icona di Falcone&Borsellino:

«Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenza. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro…» (Fabrizio Caccia, «Corriere della Sera», 11/06/2019, p. 20).

Forse, il muratore fa scelte ancor più rischiose, di un magistrato, e non mette nel conto di cadere da un ponte. E sfracellarsi al suolo …

I pennivendoli di regime, invece, cadono dal pero. E non si fanno certo male. Ma offrono una visione assolutamente falsa della realtà … Alimentando, col loro sciocco scandalismo, il fascino del «male». Lo fanno continuamente, inconsciamente, professionalmente... È il loro mestiere.

Il fascino sfacciato del male, e la mafia

Il fascino del male ha sempre attratto intellettuali, artisti (e affaristi), di alto e basso rango. Nella letteratura e, soprattutto, nello spettacolo cinematografico. Senza andare troppo lontano, gli esempi sono molti: dal Padrino (di Francis Ford Coppola, con Marlon Brando) fino al Traditore (di Marco Bellocchio). Passando per quel furbetto del Saviano, con i suoi libracci, i filmacci e le fiction apologetiche della camorra, pagate dai contribuenti. Tutti costoro, scrittori e registi, hanno contribuito (implicitamente?) ad alimentare il fascino del male. Nel caso in questione, l’italica mafia & Co. (camorra, ’ndrangheta …). Ma potrebbero essere sanguinari dittatori o criminali affaristi … Tutti legati da sporchi affari, in nome del profitto. Sono uomini (e donne) di successo. Che indicano la via. Ma questo è il grande spettacolo del capitale! Ovvero, è l’ideologia dominante.

Rituali consolatori conditi con arroganza intellettuale

Tornando al più meschino spettacolo in questione, i media di regime svelano, ancora una volta, la loro lunga coda di paglia, annaspando per nascondere una mafia trionfante, che è sotto gli occhi di tutti. Dilagante al Sud e, oggi, soprattutto al Nord. Anche se, nel 2011, un certo Roberto Maroni (allora ministro degli interni) lo negava (vedi: https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/11/mafia-al-nord-non-esiste/379240/).

I media di regime si appagano di commemorazioni di circostanza che lasciano il tempo che trovano, coi vari Mattarelli del momento, Colmegna & Co. E di fronte a reazioni controcorrente, invocano gli intellettuali (di regime, ovviamente), bacchettando il popolino (bue, ovviamente). Scordando il romano Pasquino e il milanese Omm de preja (Uomo di pietra). Voci di un malcontento che sfociò in rivolte.

Da quando ho raggiunto l’età della ragione (da oltre mezzo secolo), sento cianciare di vittorie sulla mafia: ricordo la strage di Ciaculli, Palermo, 30 giugno 1963. Da allora, all’improvviso, ho visto risorgere la mafia, più forte di prima. Come mai? Non è che tra mafia, capitale e Stato corra un ferreo rapporto? Son domande, cui è bene dare una risposta. Una traccia ce la dà Salvatore Lupo, Storia della Mafia. Dalle origini ai giorni nostri, Donzelli Editore, Roma, 1993. Un libro più volte pubblicato.

Le celebrate vittime, Falcone&Borsellino, erano due dei tanti «servi» di uno Stato che li manda allo sbaraglio. Come don Chisciotte, contro i mulini a vento… E le lacrime sparse, son lacrime di coccodrillo. Di chi mente, sapendo di mentire.

Oggi, ministro degli interni della Repubblica italiana, è un certo Matteo Salvini. Auguri!

Milano, 12 giugno 2019.

E il 41 bis? Siamo sicuri che colpisca solo i mafiosi?


Altra pietra dello scandalo mediatico, è il più illustre neo melodico Vincenzo Niko Pandetta, nipote di un mafioso. Il Niko ha sollevato la questione dell’articolo 41 bis (carcere duro). Apriti cielo! (vedi: Alfio Sciacca «Corriere della Sera», 11/06/2019, p. 21). Nella propaganda di regime, il 41 bis è sacrosanto: colpisce i mafiosi! E la coscienza del buon democratico è tranquilla. Sicuramente, qualche mafiosetto ne fa le spese, ma sempre con l’assistenza della premiata ditta. Mentre i mafiosoni se ne fanno un baffo! Intanto, nella generale indifferenza mediatica, giovani e vecchi sovversivi, di solito proletari, lo subiscono in toto. Come Nadia Lioce, Anna e Silvia … L’elenco è lungo.

Per inciso, il melodico Niko ha inorridito perché si fa ritrarre con le mani che mimano le pistole. Quando c’è qualcuno, più «pubblico», che si fa ritrarre con nelle mani armi vere. Ma quello è un pistola…

Dino Erba

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