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Ventiquattro ore senza di noi

Ventiquattro ore senza di noi

(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
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(16 Luglio 2019)

comitato immigrati in italia

Vedo che continuano ad andare molto di moda i compleanni dove il festeggiato non viene neanche invitato e non gli si fa nemmeno una telefonata per chiedergli se è d'accordo almeno sul menù della festa.

Si continua a parlare a nome degli immigrati e non si fa il neanche il minimo sforzo per chiedergli quali siano le loro vere necessità.

Si fanno presidi contro il Decreto Sicurezza e non si fa il minimo cenno alla legge Bossi-Fini, soprattutto sulla questione del permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro, o alla necessità di un'urgente regolarizzazione dei "clandestini", o alla necessaria discussione in parlamento di una legge sullo ius soli, o al diritto al voto amministrativo per i lavoratori migranti, o al vergognoso iter burocratico per richiedere la cittadinanza italiana.

Si continua a far finta che i migranti siano solo quelli che arrivano nei barconi o che vivono nelle occupazioni. Si dà una visione della realtà completamente falsata. È verissimo che chi arriva per mare ha il sacrosanto diritto di essere accolto ed è altrettanto sacrosanto il diritto alla casa per un'infinità di famiglie straniere, e anche italiane, che vivono in occupazioni abitative.

Disgraziatamente però la realtà della maggioranza degli immigrati è un'altra.
I lavoratori immigrati, presenti in Italia anche da molti anni, inizialmente erano clandestini e in seguito a varie sanatorie (sempre promosse dalla destra) si sono regolarizzati. Col passare del tempo hanno imparato la lingua, hanno trovato lavoro, hanno costruito una famiglia e hanno cominciato ad avere gli stessi identici problemi dei lavoratori italiani.

Noi potremmo avere difficoltà per pagare l'affitto di un appartamento o le bollette, noi potremmo diventare disoccupati e non trovare più lavoro, noi potremmo non avere soldi per pagare le medicine o le visite mediche o la mensa scolastica. Noi potremmo non poterci permettere di mandare i nostri figli all'università. Noi, in poche parole, subiamo le stesse conseguenze che subiscono tutti i lavoratori con i tagli al welfare e a causa della precarietà.

Questi immigrati, che rappresentano la maggioranza della popolazione immigrata in Italia, non avevano bisogno del decreto sicurezza, primo o bis o ter o quater, per veder peggiorate le loro condizioni. Prima ancora delle leggi del governo giallo-verde, esistevano ed esistono ancora leggi che trasformano in clandestino chi perde il lavoro e non riesce a trovarne un altro in regola. Oppure leggi che rendono impossibile la concessione della cittadinanza italiana se non si raggiunge un certo limite di reddito.

Possibile che non si riesce a inquadrare l'immigrazione all'interno delle contraddizioni tra capitale e lavoro? Possibile che non si riesce a parlare di lavoratori quando si parla di migranti? Possibile che non si riesce a smascherare la falsità su un'emergenza che non esiste? Possibile che non riuscite a smetterla di parlare voi a nome degli immigrati?

L'emergenza immigrazione non esiste. L'unica vera emergenza è la necessità del sistema economico capitalista di avere un esercito di lavoratori facilmente ricattabili e senza diritti. Le leggi servono soltanto a rendere più o meno facile questo meccanismo. Dopo la fase dell'accoglienza e dell'integrazione, i migranti diventano lavoratori ed è veramente ridicolo, e molto controproducente, continuare a inquadrarli all'interno di una battaglia per la loro salvezza.

Noi immigrati, arrivati per mare, terra o aria, siamo solo e soltanto LAVORATORI e finché continuerete a festeggiare il nostro compleanno senza nemmeno spedirci l'invito, dubito seriamente che capirete il processo migratorio e che riuscirete a migliorare le condizioni di vita dell'intera classe lavoratrice.

Zaria Galiano - Comitato Immigrati in Italia

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