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Si apre una finestra sui metodi della polizia italiana

(14 Maggio 2010) Enzo Apicella
I TG trasmettono l'intervista a Stefano Gugliotta, che porta i segni del pestaggio immotivato da parte della polizia

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CON GIUSY E CON TUTTI I LAVORATORI COLPITI DALLA REPRESSIONE PADRONALE

(19 Luglio 2019)

fronte unico bla bla bla n. 3

Esprimiamo la nostra solidarietà a Giusy, delegata RSU nel Comune di Casalecchio sul Reno (Bologna) per il sindacato di base SGB, attiva nel nostro Coordinamento, sottoposta ad un procedimento disciplinare per un fatto avvenuto fuori dal luogo e dall'orario di lavoro, durante una manifestazione politica.

L'episodio è simile a quello accaduto a Lavinia, maestra torinese licenziata su proposta dell'Ufficio Regionale Scolastico con l'accusa di aver urlato alcune ingiurie contro la polizia che aveva caricato il corteo a cui partecipava.

Licenziamento confermato dalla magistratura che il 2 maggio scorso ha rigettato il ricorso di Lavinia, affermando che il sistema scolastico rappresenta un «mezzo per promuovere la crescita della persona … improntato nel rispetto dell’ordinamento».

Con argomentazione simile è stato avviato il procedimento disciplinare nei confronti di Giusy, come spiega il comunicato nazionale del 1° luglio di SGB : “ … la norma che viene richiamata per colpire Giusy […] recita « … il dipendente osserva la Costituzione servendo la Nazione con disciplina e onore … » ” (Art. 3 del DPR n. 62 del 16 aprile 2013: il codice di comportamento dei dipendenti pubblici approvato sotto il Governo Monti).

Rispettare l'Ordinamento e la Nazione e servirlo con Rispetto e Onore, pena il licenziamento, sul posto di lavoro e fuori. Questo il monito che il padrone pubblico manda ai suoi dipendenti, che vuole sottomessi fuori e dentro il posto di lavoro.

Questo impone il codice di comportamento dei dipendenti pubblici ed anche una norma dell'ultimo Ccnl 2016/2018 (art. 57 comma 1), firmato dai sindacati collaborazionisti (Cgil, Cisl, Uil), richiamata anch'essa nel documento che avvia il procedimento disciplinare.

L'obiettivo di queste azioni repressive è far paura a tutti i lavoratori, frenarli dallo scendere in lotta, rinforzare la catena che li vuole servitori di un ordine politico e statale che dicono a tutela delle persone al di sopra della condizione sociale e che invece ogni giorno di più dimostra la sua vera natura al servizio della classe padronale.

Giusy può essere difesa solo con la solidarietà di tutti i lavoratori e con la lotta e per questo il nostro Coordinamento si impegnerà, a cominciare dal prossimo 26 luglio, giorno in cui è stata convocata dall'Ufficio Disciplinare.

Occorre seguire la strada dell'unità dei lavoratori abbattendo le false divisioni costruite ad arte dai padroni, da questo loro sistema e dai sindacati complici, a cominciare da quella che vuole dividere i lavoratori del settore pubblico da quelli del settore privato.

Martedì 17 luglio 2019

Coordinamento lavoratori e lavoratrici autoconvocati/e per l’unità della classe

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