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“Decreto sicurezza bis”, il manifesto politico di un governo razzista e antioperaio

(26 Luglio 2019)

Grazie al voto favorevole degli zerbini grillini, il 24 luglio 2019 la Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sul cosiddetto “decreto sicurezza bis”.

Questo provvedimento è stato fortemente voluto dal ministro di polizia, l’ultrareazionario Matteo Salvini, che poche ore prima si era rifiutato di dare spiegazioni sui 65 milioni di fondi russi alla Lega, non presentandosi in Aula. Un magnifico esempio del carattere falso e ipocrita del parlamentarismo borghese.

Oltre agli effetti propagandistici, il "decreto sicurezza bis" ha un duplice scopo.

Da un lato, indurisce la vergognosa politica migratoria del governo Salvini-Di Maio. Si vieta l’ingresso in acque italiane, si chiudono i porti, si confiscano le navi, si militarizza il Mediterraneo, si intensificano la minaccia e la persecuzione dei volontari che salvano vite umane in mare. In tal modo si impedisce che i migranti, superstiti da traversate infernali e dai lager libici, siano soccorsi.

Ciò equivale a una condanna a morte per migliaia di oppressi che fuggono da guerre, miseria e regimi reazionari, e maggiori ricatti per chi riesce a sbarcare.

La criminalizzazione dei soccorsi in mare viene portata avanti da un governo feroce con i deboli e vigliacco con i forti (USA, Israele, UE, Vaticano, banche, Confindustria).

Un governo che decretando il “delitto di solidarietà” vuole imporre nel nostro paese un regime di apartheid per sfruttare a sangue gli immigrati.

Un governo che agita lo spauracchio dell’ “invasione” quando le vere emergenze sono gli omicidi sul lavoro, la cassa integrazione e la disoccupazione che crescono, i salari da fame, l’emigrazione massiva dei giovani.

L’accanimento che il governo e lo staff del piccolo Trump italiano (centro propulsore dell’odio razzista e fascista) dimostrano contro le ONG non è stato mai manifestato contro i padroni e gli agrari che fanno la pacchia schiavizzando lavoratori autoctoni e immigrati; contro i mercanti di armi e munizioni che attraccano nei porti italiani a beneficio dei profitti delle industrie belliche. Ecco quali sono gli “italiani che vengono prima” nella loro infame politica!

Dall’altro lato, il “decreto sicurezza bis” introduce una serie di norme politico-giuridiche volte a restringere il diritto di manifestazione (facendo divenire reato persino l’accensione di fumogeni), e inasprendo le sanzioni penali per alcuni reati previsti dal Testo unico delle leggi di “pubblica sicurezza” approvato dal fascismo.

Le forze di polizia godranno di maggiori tutele, al contrario dei manifestanti, che saranno più esposti alla violenza di Stato.

Bersaglio della gestione leghista dell’ ”ordine pubblico” sono le lotte di quei settori proletari e popolari che non piegano la testa e si preparano a riscendere in campo di fronte alle manovre governative e all’approfondirsi della crisi economica.

In modo particolare si vuole scoraggiare e impedire la partecipazione più ampia delle masse alle manifestazioni, colpevolizzare gli organizzatori, creando condizioni migliori per le scellerate azioni di provocatori prezzolati.

I populisti di destra al governo puntano a dividere, paralizzare e reprimere il proletariato, a sopprimere le sue libertà e gli spazi di agibilità politica e sindacale conquistati con decenni di dure lotte.

I capitalisti hanno tutto l’interesse ad appoggiare i “decreti sicurezza” e i loro sostenitori, perché sanno bene che agiscono contro il proletariato, fiaccano la sua resistenza e disorganizzano la sua forza. Oggi in particolare la Lega è lo strumento dell’oligarchia industriale, bancaria e agraria, funzionale al disegno di aumentare i profitti capitalistici mediante un più intenso sfruttamento dei proletari.

La lotta contro i “decreti sicurezza” - che hanno i loro antecedenti nei “decreti Minniti” - non è solo necessaria, è anche urgente, perché le loro norme, e la volontà del governo che le applica, causano seri danni nelle file del proletariato, costringendolo ad arretrare e perdere diritti, a combattere con le mani legate, mentre l’attacco padronale si fa più spietato .

Il problema da affrontare è come lottare efficacemente nelle nuove condizioni, come contrastare l’applicazione delle misure liberticide imposte da Salvini, che costituiscono un altro tassello della trasformazione reazionaria dello Stato borghese.

I “decreti sicurezza” non si sconfiggono con gli appelli a Mattarella o con gli appelli umanitari, non si possono affrontare continuando a lottare separati o isolando la questione della repressione dalle altre questioni urgenti e vitali che affliggono gli operai e gli altri lavoratori sfruttati, dalle loro esigenze che entrano sempre più in urto con il capitalismo e il suo apparato statale.

L’offensiva reazionaria si può battere solo con il fronte unico proletario di lotta, basato sulla difesa intransigente degli interessi urgenti e vitali della classe operaia, contro il capitalismo e la politica governativa di divisione antioperaia, contro le manovre dei capi sindacali collaborazionisti e opportunisti.

Questa è la via attraverso la quale possiamo sviluppare l’azione di classe e spezzare l’attacco del populismo di destra che esegue la volontà dei settori più reazionari dei capitalisti.

Lavorare per organizzare le masse, per avanzare nell’unione di lotta dei proletari per il pane, la libertà dei lavoratori e la pace, contro tutti i tentativi reazionari e riformisti di dividere la classe, significa lottare per l’unione dei gruppi comunisti e degli elementi di avanguardia della classe operaia in una sola Organizzazione comunista, in marcia verso la creazione di un Partito indipendente del proletariato. Un Partito capace di dirigere nel suo svolgimento la lotta degli sfruttati e degli oppressi per la rivoluzione e il socialismo.

E’ ora di compiere risoluti passi in avanti su questo terreno!

25 luglio 2019

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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