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MADA chiede rilascio di giornalista da prigione israeliana

(27 Luglio 2019)

free mustafa al karouf

Gerusalemme-Imemc. Il Centro palestinese per lo sviluppo e le libertà dei media (MADA) ha invitato le organizzazioni legali e per i diritti umani a fare pressione sul governo israeliano affinché interrompa i suoi tentativi di mandare in esilio il fotografo palestinese Mustafa al-Karuf, e lo liberi. Mustafa è detenuto ormai da più di sei mesi.

Eddy Lustigman, l’avvocato di al-Karuf, ha dichiarato al MADA che le autorità israeliane hanno tentato, domenica sera 22 luglio 2019 di deportare il fotografo, ma le autorità giordane hanno rifiutato il suo ingresso nei loro territori, poiché lui non dispone dei documenti che gli consentono di entrare in Giordania, in particolare il visto. Dopo aver trascorso molte ore (circa 19 ) ai confini giordani, le autorità israeliane lo hanno riportato nel luogo in cui era detenuto, nella prigione di Ramle.

Lustigman ha dichiarato che, nei prossimi giorni, chiederà il suo rilascio attraverso l’Organizzazione Hamoked, secondo quanto affermato da ulteriori rapporti della PNN.

Le autorità israeliane d’occupazione, per “motivi di sicurezza”, hanno rifiutato di concedere ad al-Karuf la residenza a Gerusalemme, anche se ci vive e risiede fin dall’infanzia, con la sua famiglia, moglie e figlia. Al-Karuf non detiene alcuna altra nazionalità e non è mai stato arrestato o condannato.

Il 21 gennaio 2019, al-Karuf ha presentato un ricorso alla corte israeliana contro la decisione del ministero degli Interni israeliano di rifiutare le sue richieste relative alla residenza.

Il giorno seguente, il 22 gennaio 2019, è stato arrestato dalla polizia israeliana e trasferito nella prigione di Jafun, a Ramle, un carcere dedicato alla deportazione di stranieri “illegali”, nonostante al-Karuf, nato in Algeria il 21 settembre 1987, nel 1999 si fosse trasferito a Gerusalemme con la sua famiglia.

È sposato con Tmam Nofal al-Karuf, cittadina di Gerusalemme, e hanno una figlia. Tutti i membri della sua famiglia, tra cui moglie e figlia, possiedono la carta d’identità blu (di Gerusalemme), mentre Mustafa non possiede alcuna nazionalità o residenza diversa da quella in cui vive, compresa la Cisgiordania. Le autorità israeliane continuano a trattarlo come un residente illegale e cercano di espellerlo da Gerusalemme, come hanno anche tentato di fare domenica scorsa e lunedì.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.

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