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(20 Luglio 2012) Enzo Apicella
20 anni dopo la stagione delle bombe e gli omicidi Falcone e Borsellino nessuna verità sulle collusioni tra stato e mafia

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45 anni fa la strage sul treno Italicus l'espresso Roma-Brennero.12 morti. Nessun colpevole!

Volantino di RIVOLUZIONE COMUNISTA + breve artic. di LOTTE OPERAIE bollettino sindacale dei Comunisti Internazionalisti. Anno 7°- nr.77-78 – 10 settembre 1974.

(4 Agosto 2019)

CONTRO IL TERRORISMO NERO COMITATI PROLETARI ANTIFASCISTI

IL 4 AGOSTO [1974], ALLE 1,30 DI NOTTE, una bomba ad alto potenziale è esplosa in un vagone in un vagone dell’Italicus, espresso Roma-Brennero, mentre il treno transitava sotto una galleria. L’esplosione ha fatto 12 morti e 48 feriti.
L’intera organizzazione si è mobilitata per dare la giusta risposta a questo nuovo attentato fascista. Riportiamo qui di seguito il comunicato del nostro C.C.
Stilato immediatamente dopo l’attentato,

CONTRO IL TERRORISMO FASCISTA

Questa notte all’1,40 una bomba ha fatto saltare l’espresso Roma-Brennero, nei pressi di S. Benedetto Val Di Sambro (Bologna). Ci sono 12 morti e 48 feriti. Le prime 3 vittime identificate sono un ferroviere e i suoi familiari. E’ un’altra feroce strage fascista!

Dopo la strage di Brescia sottolineavamo che l’attacco dei monopoli alle condizioni di vita della classe operaia (mediante il carovita, le restrizioni, il fiscalismo e la disoccupazione) non poteva andare disgiunto da un attacco parallelo alle sue condizioni politiche mediante l’indurirsi della violenza statale e del terrorismo nero. E concludevamo: “Solo organizzandoci in modo adeguato, solo impugnando le armi della lotta di classe possiamo debellare il fascismo e la violenza borghese.
Altrimenti lasceremo sul terreno altri morti e feriti”.

Tra inflazione, deflazione e terrorismo fascista c’è un legame profondo. Tra la politica anti-operaia del governo Rumor-De Martino e i terroristi fascisti c’è una vera e propria divisione dei compiti: il primo sta facendo pagare ai proletari; “democraticamente”, la riorganizzazione capitalistica; i secondi vogliono imporla con la forza. Altro che Stato debole nei confronti dei fascisti, che cianciano ipocritamente i riformisti! Lo Stato borghese se ne serve.

E’ ora di finirla con i piagnistei e le condanne verbali. LA CLASSE OPERAIA SI ORGANIZZI NEI COMITATI PROLETARI ANTIFASCISTI DI ZONA E DI QUARTIERE PER CONDURRE UNA LOTTA PERMANENTE AL TERRORISMO FASCISTA. LA CLASSE OPERAIA SI ARMI; ABBANDONI OGNI ILLUSIONE DEMOCRATICA. SOLO LA LOTTA DI CLASSE, RIVOLUZIONARIA, ARMATA PUO’ SPAZZAR VIA I SANGUINARI FASCISTI E GLI SFRUTTATORI CAPITALISTI.

Organizziamoci nei COMITATI PROLETARI ANTIFASCISTI. Rispondiamo alla violenza fascista con la violenza proletaria. Manifestiamo nelle fabbriche, nei cantieri, nei quartieri, in ogni luogo, coi fatti, il nostro sdegno contro quest’ altro sanguinario attentato.

COSTITUIAMO I COMITATI PROLETARI ANTIFASCISTI
Milano, 4/8/1974
(Cicl.in prop.) – Piazza Morselli, 3 - Il C. C. di RIVOLUZIONE COMUNISTA.-

Questa la presa di posizione centrale della nostra organizzazione. Vediamo ora, di fare alcune considerazioni sul significato dell’attentato all’Italicus e indicare quali devono essere le linee di movimento dell’antifascismo proletario.
***
La strage del 4 agosto [1974] è una articolazione del piano terroristico di largo respiro messo in atto a partire dalla strage di Brescia del 28/5/74. Tale piano terroristico è una delle espressioni della vera e propria guerra scatenatasi tra l’ala democratico-riformista e quella autoritario-fascista della borghesia per la soluzione della crisi di regime.

Mentre si vanno delineando i contorni di questa soluzione, lo scontro frontale tra le due ali borghesi provoca la definitiva trasformazione reazionaria della democrazia parlamentare giunta al “blocco d’ordine”. Si accentua di conseguenza l’attacco economico-politico al proletariato e alle sue avanguardie rivoluzionarie.

E’ alla luce di tutto ciò che va definita la prospettiva in cui deve muoversi l’antifascismo proletario e i compiti dei suoi organi più specifici, i comitati proletari antifascisti.

La prospettiva è ormai, inequivocabile, la distruzione dell’apparato statale borghese, la presa del potere da parte del proletariato. Questa prospettiva -- da sempre contenuta nel nostro piano strategico -- deve diventare ora parola d’ordine -- nonostante la limitatezza organizzativa delle forze rivoluzionarie -- attorno a cui far ruotare la nostra attività.

E’ su questa linea che devono quindi muoversi i comitati proletari antifascisti, i quali, pur conservando ed anzi potenziando il loro carattere “autodifensivo” dallo squadrismo fascista devono ormai divenire, compiutamente, gli strumenti di lotta più ramificati all’interno del proletariato, della attività politica rivoluzionaria; i suoi difensori più fermi dagli attacchi dello Stato e delle formazioni della borghesia, fasciste e riformiste che siano.

Milano settembre 1974 - sede di Via Cicco Simonetta, 11 aperta tutte le sere tranne la domenica dalle ore 21

RIVOLUZIONE COMUNISTA

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