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Si apre una finestra sui metodi della polizia italiana

(14 Maggio 2010) Enzo Apicella
I TG trasmettono l'intervista a Stefano Gugliotta, che porta i segni del pestaggio immotivato da parte della polizia

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Il decreto Salvini bis è legge dello Stato

(7 Agosto 2019)

Evviva!

Con i voti determinanti dei deputati Cinquestalle, il decreto-Salvini bis è diventato legge.

La stampa mette in primo piano le dure misure contro le ong presenti nel Mediterraneo, tese in ultima istanza a criminalizzare e prevenire le forme più immediate ed elementari di solidarietà con gli emigranti. Ma il decreto ha anche un altro scopo, non meno fondamentale: attaccare e restringere al massimo la libertà di manifestare e di difendersi dalle aggressioni delle “forze dell’ordine”.

Del resto, già dall’11 giugno, quando è stato varato, il decreto ha dato il via libera ad una serie di aggressioni poliziesche, padronali e fasciste agli scioperi e alle mobilitazioni: gli appartenenti al SI Cobas, al movimento No Tav, ai movimenti per la casa o anche ad iniziative dal vago sapore di dissenso (Cinema America) ne sanno qualcosa. E non è certo un caso che oggi sia scattato a Bologna lo sgombero di un centro sociale.

La cosa merita due rapide considerazioni.

Primo: fatti come questo coprono di indelebile vergogna la schiera di coloro che negli ultimi dieci anni hanno accreditato il partito di Grillo&Casaleggio come un organismo in qualche modo sensibile alle esigenze dei lavoratori, e tutta l’area “rosso-bruna” che ha visto in questo governo il grimaldello per arrivare alla cosiddetta “sovranità popolare”. La sola sovranità che i decreti-sicurezza e il governo tutelano è, invece, quella dell’ordine sociale e politico del capitale. Punto.

Secondo: non si può assolutamente prendere sul serio la “opposizione” parlamentare a questo e al primo decreto Salvini condotta dal Pd di Renzi, Minniti e Zingaretti, e dai suoi alleati e satelliti. Pd e soci hanno infatti spianato la strada a queste politiche e al governo Lega-Cinquestalle.

La sola opposizione su cui contare è quella di piazza che, da luglio a dicembre dello scorso anno, ha dimostrato contro il primo decreto, sollecitando anche i giuristi democratici a farsi sentire. Tuttavia, a causa anzitutto della sua frammentazione e delle sue divisioni politiche, dovute in prima istanza al rapporto da avere con il governo da un lato, con l’opposizione parlamentare dall’altro, la voce della piazza non è stata finora all’altezza dell’attacco. Nulla è perduto. Abbiamo davanti a noi un autunno per recuperare il ritardo. Ma non c’è più tempo da perdere.

Infatti, la macchina della repressione anti-proletaria del governo e dello stato ha ora nuove armi a propria disposizione, e le userà tutte; sta già ricorrendo all’indurimento delle misure amministrative: le multe per i blocchi stradali o le sospensioni dei lavoratori che osano “screditare” le proprie aziende.

Potremo difenderci efficacemente, e preparare un contrattacco per spazzare via questa legislazione, o quanto meno per renderla inoperante, solo con un’opposizione frontale, militante, alla politica del governo Salvini/Conte/Di Maio, unendo le forze in un organismo nazionale contro la repressione così come abbiamo proposto, insieme con altri compagni, nella presa di posizione di giugno. Non si può pensare di ottenere qualche risultato utile rispondendo a questa aggressione sparpagliati “territorio per territorio”, ognuno geloso della propria, quanto mai perdente, “autonomia”.

L’assemblea nazionale delle forze anti-capitaliste indetta dal SI Cobas il prossimo 29 settembre a Napoli, e lo sciopero del sindacalismo di base per il 25 ottobre prossimo, che è da allargare con il massimo impegno ad un perimetro di lavoratori e di giovani assai più ampio di quello proprio delle organizzazioni promotrici, sono due momenti che possono favorire il raggruppamento delle energie di classe e di lotta necessarie – puntando anche ad un collegamento internazionale con le lotte e i movimenti che debbono fronteggiare in tanti altri paesi repressioni e politiche anti-proletarie analoghe a quella del governo Lega-Cinquestalle.

6 agosto 2019

Il Cuneo rosso

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