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(9 Agosto 2019)
La rivincita dell'U.E.,
dei suoi valori conditi dalla “socialità compassionevole” del Vaticano, affina ristrutturazioni e conquista punti sulla propria intima contraddizione sovranista.
IL NOSTRO CAMBIAMENTO
Al di la dell'onda lunga del terremoto elettorale europeo utilizzato dal “nostro” blocco continentale in funzione anti Trump e anti Putin, e delle fibrillazioni interne alla coalizione del “cambiamento”, verifichiamo l'insufficienza di certo euroscetticismo ridotto alla ricontrattazione al ribasso del debito pubblico nazionale a Bruxelles, ed alla cura della relativa clientela nordista e sudista pascolata a suon di “decreti sicurezza”, flat tax e redditi di cittadinanza.
Non è bastato, la determinazione del vincolo europeo ha vinto, nonostante il si alla tav, nonostante anche il governo “Grillo-verde” abbia fatto il suo sporco lavoro, come e più di tutti gli altri, in difesa della sicurezza proprietaria.
Ora Conte, Salvini e Di Maio lasciano, probabilmente per raddoppiare entro pochi mesi, con protagonisti confermati e comparse rinnovate.
L'esecutivo prossimo venturo si presenterà nella versione zoppa degli “onesti”, ma corroborato da una ulteriore iniezione securitaria, magari leggermente stonata rispetto allo spartito continentale.
Gli altri, dal P.D. “rinnovato” al Berlusconi “riesumato”, tireranno un sospiro di sollievo insieme a qualche scranno parlamentare.
Quanto ai 5 stelle, e ai tanti che anche dalle “nostre parti” li hanno votati, la speranza è che abbiano finalmente capito alla dura prova dei fatti, che “rivoluzioni” senza rivoluzione non se ne fanno, né ora né mai!
Ma, al di la delle toponomastiche poltiche
odierne e del prossimo futuro,
i problemi del movimento rivoluzionario,
sono altri, seri e di prospettiva.
Perchè, dati i rapporti di forza, solo di propettiva possono essere.
Cioè, dobbiamo essere capaci di agire oggi, per il domani.
Capaci di capire veramente la situazione
per fare le necessarie scelte di campo.
Capaci di cambiare anche noi stessi
per riprendere a progettare di cambiare il mondo!
GO'!
E' l'ora di partire.
Di andare.
Oltre il consentito, il previsto,
il contemplato da carte costituzionali e democrazie repubblicane.
Ma anche dalle nostre liturgie, consuetudini e procedure di movimento.
E' ora di capire che a mondi diversi devono corrispondere strumenti e forme dell'agire rivoluzionario diversi e adeguati all'oggi.
E' ora di capire a cosa dobbiamo sul serio
prepararci per la battaglia decisiva.
E quel qualcosa non può più essere un pugno agitato nell'aria,
uno slogan già sentito o ritmato da un carrozzone rap.
La rivoluzione è attuale.
Sta nelle cose, nel loro movimento reale,
nello svolgimento disordinato del prente mondo del caos.
La rivoluzione, come il comunismo, sono attuali,
perchè attuale è la contraddizione tra tendenza storica alla socializzazione della produzione e l'accumulazione privata del prodotto.
Un mondo nuovo è attuale storicamente, ma non ancora politicamente.
La società senza classi è attuale in se, cioè nel movimento reale.
Non ancora nella coscienza della classe che la produrrà.
Accorciare, ridurre questo gap tra realtà e consapevolezza
è il compito della nostra generazione di combattenti.
Con buona pace di ogni presente e futura
“partecipazione” elettorale o di qualsiasi altro tipo!
CLASSE contro CLASSE
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