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La classe operaia va in fumo

La classe operaia va in fumo

(8 Settembre 2011) Enzo Apicella
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VERSO UN NUOVO GOVERNO DELLA BORGHESIA

(19 Agosto 2019)

Editoriale del n. 80 di "Alternativa di Classe"

Mattarella

Venerdì 9 Agosto il partito di Salvini, la Lega, ha presentato la mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio, G. Conte, sostenuto fino ad allora. La mozione ha preso le mosse dal voto del Senato sulla TAV Torino-Lione, rispetto alla quale il Movimento 5 Stelle non ha potuto fare a meno di votare contro, pena la definitiva rivelazione all'elettorato del proprio eclettismo opportunista. Tale voto era perfettamente prevedibile, nonostante la conversione di Conte al “Sì alla TAV” di qualche giorno prima. Ciò rivela quanto non si sia trattato certo di una posizione “emotiva” da parte dei leghisti: la crisi è stata lucidamente perseguita da M. Salvini, puntando a massimizzare i vantaggi in termini di consenso elettorale.
Ritenendo ormai sufficientemente stabile il proprio livello di consenso, la mozione leghista fa poi riferimento anche a tutte le divergenze emerse negli ultimi tempi con i propri partners governativi e non risolte a vantaggio delle proprie posizioni. Vengono citati, così, i temi della giustizia, della autonomia e delle “misure per la prossima manovra economica”, pur essendo questa ancora relativamente lontana nel tempo. Per quanto riguarda il “Decreto sicurezza bis”, invece, c'era stato il pieno accordo con il M5S, nonché la firma, seppur “critica”, del Presidente Mattarella alla sua conversione in legge.
Questo decreto, che integra e completa il primo “Decreto Salvini” (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno VI n. 72 a pag. 1), oltre a criminalizzare i migranti naufraghi, ed i relativi soccorsi con il sospetto del “favoreggiamento della immigrazione illegale”, attraverso la imposizione di una serie di nuove e pesanti sanzioni alle navi delle ong, colpisce nuovamente sul piano penale anche le manifestazioni pubbliche di dissenso sociale e/o opposizione di classe, per un loro “regolare e pacifico svolgimento”, inasprendo pretestuosamente le pene su qualsiasi comportamento: basta usare dei semplici fumogeni!...
Occorre prendere coscienza che entrambi i decreti-sicurezza rappresentano un attacco della borghesia alla nostra classe, di cui anche i migranti fanno parte (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno VII n. 79 a pagg. 1 e 3), alla classe proletaria nel suo complesso. Di tale attacco si sono resi responsabili, sul piano politico, Lega e Movimento 5 Stelle, ed è come classe che dobbiamo costruire le risposte...
La prossima caduta del Governo Conte interrompe anche l'iter di alcune controriforme in gestazione. Prendendo le mosse dall'oggettivo protrarsi dei processi in tempi lunghi, il prossimo provvedimento del governo giallo-verde avrebbe dovuto essere la “riforma della giustizia”. Essa, con l'accordo di entrambi i partiti, avrebbe previsto, oltre che un aumento dei costi per l'accesso alle fasi processuali, una graduatoria, individuata a priori, fra i reati, con ridotte tempistiche anche per le indagini, e sanzioni ai magistrati che non li rispettino. Si tratta di norme che avrebbero notevoli implicazioni per una giustizia che, non va dimenticato (e anzi è il dato da cui partire per analizzare), è sempre uno strumento della classe dominante contro i proletari.
Si tratta di questioni dalle implicazioni complesse, cui ci si può accostare solo con la bussola degli interessi proletari a partire dalla loro reale condizione, mentre le questioni sono state diffuse e propagandate in modo formalmente asettico, e gli stessi giudizi dei proletari, quando “informati”, tendono a fermarsi alla singola questione, senza una visione complessiva e chiara. In una situazione del genere è passata troppo spesso la interessata demagogia di un partito come la Lega, che ha anche da difendere propri esponenti, da tempo con incarichi rilevanti nella pubblica amministrazione e spesso “pizzicati” con “le mani nel sacco”...
Pieno accordo fra Lega e Movimento 5 Stelle anche sulla cosiddetta “autonomia differenziata”, che, sulla spinta di regioni come Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, spinge ad una regionalizzazione sia di di molti servizi, che di molti introiti, segnando differenze tra utenti di diverse regioni, aprendo la strada, così, perfino a “gabbie salariali” regionali per i lavoratori. L'unica eccezione che poneva il M5S, e che per la Lega rappresentava un “no”, si riferiva alla garanzia ovunque dei “livelli essenziali delle prestazioni” per l'istruzione e l'assistenza sanitaria.
I media finora puntavano ad attirare l'attenzione sulle diatribe tra le due forze politiche come un dato totalizzante: tutto e il contrario di tutto sarebbe stato presente nelle posizioni dei due partiti. In tal modo la coscienza di classe tende a perdersi in mille rivoli, ed il panorama politico nazionale veniva sintetizzato dalla continua dialettica fra i due “poli”... A ciò è stato anche funzionale lo scarso spessore politico delle opposizioni parlamentari, che si trovavano tutte completamente sul piano dettato dallo “scontro” intergovernativo, al quale, di fatto, risultavano complementari. Si tratta di un vero e proprio mutamento di contesto, che ha iniziato a passare con la affermazione elettorale del 4 Marzo 2018 del Movimento 5 Stelle, il quale ha sempre puntato ad affermare il senso comune di trovarsi su un presunto terreno “aclassista”.
La sortita del “Matteo nazionale” n. 2, oltre tutto in un momento irrituale come le soglie del Ferragosto, ha colto un po' tutti di sorpresa, e la stessa “forza dei numeri” ha “costretto” il P.D. ad un risveglio, con uno strumentale rilancio dell'antifascismo, complice la “sinistra di palazzo”. E si è cominciato a parlare di una possibile alternativa di governo senza prima tornare al voto, con lo stesso “Movimento 5 Stelle”, partito di maggioranza relativa, e perciò pienamente corresponsabile della politica di destra del Governo Conte, ma, nonostante ciò, con l'entusiasmo dei poltronisti di LeU.
E' significativo che proprio il “Matteo nazionale” n. 1, Renzi, la cui politica governativa aveva aperto la strada ad una “svolta a destra” anche formale, e che aveva sdegnosamente rifiutato, dopo il 4 Marzo '18, le avances del M5S per un governo insieme, se ne è ora fatto promotore! Ha fiutato un vero e proprio “affare” politico: potrebbe vestire i panni di “salvatore della patria” rispetto al baratro di una possibile caduta in disgrazia dell'Italia nella UE, con le estremizzazioni alle quali spingeva la Lega nel governo, dato che ultimamente il Salvini parlava anche di deficit, pur di realizzare la “flat tax” nella sua ipotesi di “manovra 2020”...
L'eventuale, probabile, svolta verso un governo di pseudo-centrosinistra, allargato o meno, non sarebbe, invece, un grosso problema per il M5S, che, oltre a cristallizzare ancora per un po' la propria maggioranza relativa in Parlamento, ha sempre personalizzato i suoi attacchi, per cui il P.D. di Zingaretti non sarebbe la stessa cosa del P.D. di Renzi. Poi, con i navigati politicanti di LeU a fare da alibi per un simile governo, si tratta solo di cercare la formula meno “compromettente” per tutti!...
La manovra economica da varare in autunno, comunque, aldilà di altre possibili uscite di bilancio, abbisogna di 27,6 mld di Euro soltanto per scongiurare l'aumento dell'IVA e delle accise (oltre alle “spese indifferibili”) nel 2020... In più, a parte le incognite legate alle variazioni dell'ormai arcinoto “spread”, che la crisi non può fare altro che aumentare, incombono precise scadenze nei confronti della UE, la prima delle quali è il 27 Settembre, con la prevista presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (DEF)...
In ogni caso, il Presidente della Repubblica, S. Mattarella, ha già dimostrato come le sue priorità coincidano con quelle della finanza nazionale... E rispetto ai disastri verso l'Europa, e dal carattere antiproletario, che M5S potrebbe fare con Salvini, una politica altrettanto antiproletaria, ma con buoni rapporti con la UE, è per essa certamente più appetibile. In più, avrebbe buon gioco ad essere presentata come una vittoria anche ai tanti proletari che hanno ormai aderito a logiche di giudizio aclassiste!...
Certamente, l'avventurismo istituzionale di M. Salvini la borghesia nazionale, in massima parte, non lo ha gradito, nonostante il fatto che non ha mai smesso di sostenere, oltre alla “flat tax”, che alleggerisce la tassazione soprattutto ai più ricchi, una sostanziale riduzione della già scarsa contribuzione fiscale da parte delle aziende. Ora l'attenzione padronale si va rivolgendo sempre più al taglio del cuneo fiscale, cavallo di battaglia del M5S, una decontribuzione che, guarda caso, non vede nessuna forza parlamentare contraria, dato che va a colpire soprattutto i servizi pubblici, sempre da tagliare...
Il punto di vista proletario continua a rimanere assente nel dibattito politico, ed è passata quasi inosservata una notizia importante, tratta dal “Rapporto Svimez” 2019, periodicamente redatto a cura della “Associazione per lo Sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno”, il prestigioso ente privato di promozione e studio “senza scopo di lucro”. Il Rapporto, infatti, rivela che nel Meridione gli emigranti, verso il resto d'Italia e l'estero, sono stati nel 2017 più di 132mila, a fronte dei circa 60mila immigrati (regolari): più del doppio!...
Negli ultimi quindici anni sono emigrate in tutto più di due milioni di persone dal SUD e, con la attuale fase di conclamata stagnazione nazionale (nessun aumento del PIL per questo secondo trimestre), l'emigrazione è in aumento! Nel Meridione, da metà 2018 in poi, l'occupazione è in forte calo, mentre è previsto per l'anno in corso addirittura un PIL a – 0,3%: al Sud è già recessione! A partire, poi, sono stati soprattutto i giovani, per la maggior parte qualificati, ed a restare spopolati sono specialmente i centri sotto ai cinquemila abitanti.
Così, mentre il Governo, e non solo Salvini, ci hanno trastullato per mesi sui presunti pericoli legati alla immigrazione, problema dei proletari, almeno in Meridione, è, invece, proprio la emigrazione!... Tra i pochi che hanno dato la notizia è stato “Il Sole – 24 ore”, il quotidiano di Confindustria che, come soluzione, ha invocato, oltre che, naturalmente, “un robusto taglio del cuneo fiscale”, anche “una ripresa degli investimenti”. Come è noto, nessuno vieta loro di farli, ma, nel gergo dei politicanti, ciò significa “ulteriori facilitazioni” alle imprese!...
La trappola in cui i proletari non devono cadere è quella di ideologizzare come “antifascista” la contrapposizione a Salvini, dati i suoi atteggiamenti fascisteggianti, le sue aperture a Casapound e la sua richiesta “mussoliniana” di “pieni poteri”. A investirci non sono i discorsi, ma i fatti. E certamente i “fatti” del governo uscente sono antiproletari (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno VI n. 72 a pag. 2), ma non è che altri governi si impegnino per qualcosa di sostanzialmente migliore per il proletariato!... L'antifascismo istituzionale è sempre stato il bluff con il quale la borghesia italiana ha coinvolto ed ingabbiato l'opposizione operaia nella gestione del suo Stato, con l'unità di un “fronte popolare”. Ed anche oggi torna loro comoda questa gabola.
Tutto quello che ha partorito finora il Governo Conte è espressione dell'alleanza fra Movimento 5 Stelle e Lega, e ne sono corresponsabili entrambi i partiti allo stesso modo! Hanno, ad esempio, attaccato insieme l'intero fronte proletario, sia in tema di lotte per il lavoro e per la casa, sia in tema di criminalizzazione dei migranti e di divisione fra gli oppressi. Non dobbiamo dimenticare che questo governo sta cadendo per problemi di riequilibrio interno fra le forze borghesi, e non certo grazie alla mobilitazione dei proletari, purtroppo.
E' giusto per i comunisti partecipare alle sacrosante manifestazioni di rabbia nei confronti di un politicante come Matteo Salvini, ma senza mai smettere di fare chiarezza sugli obiettivi di fondo della classe borghese, che sta cercando, in un modo o nell'altro, di formare un nuovo governo per risolvere le proprie contraddizioni interne e, quindi, per meglio colpire i proletari. Va riaffermato il punto di vista indipendente di classe, che, invece, la borghesia intende cancellare, ed è a partire da esso che i comunisti devono operare per costruire l'unità nella lotta dei proletari sulla concretezza della loro situazione, che, fra l'altro, sta evidentemente peggiorando!...

Alternativa di Classe

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