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Solidarieta' e sostegno ai compagni e alle compagne del Centro di Ricerca per l'Azione Comunista

dopo gli articoli forcaioli de "Il Giornale"

(24 Marzo 2002)

Apprendiamo dalle pagine de Il Giornale del 21 marzo 2002, da un articolo firmato da Gian Marco Chiocci che

"[...] fra le informative giunte in Procura sul mondo dell'eversione bolognese, che potrebbe aver dato usilio al commando killer in trasferta, ve ne sono alcune relative ai C.R.A.C., definiti 'nuovi organismi di matrice autonoma' che su Bologna hanno denominazione, appunto, di 'Centro di Ricerca per l'Azione Comunista, gruppo noto in precedenza con la dizione di Collettivo Comunista, in contatto con strutture similari nelle città di Parma, Roma e Torino' su posizioni definite vicine ai circoli culturali più oltranzisti della galassia eversiva"

Ancora una volta (e certamente non sarà l'ultima) prendiamo atto del sistematico tentativo di strumentalizzare le manifestazioni più eclatanti e radicali della conflittualità di classe al fine di isolare, criminalizzandoli, quei raggruppamenti di compagni e compagne che coscientemente si sono sottratti al controllo esercitato dai partiti istituzionali e da CGIL-CISL-UIL, per promuovere, appoggiare e sviluppare le istanze più avanzate della classe operaia e del proletariato internazionale.

Non è dunque un caso che la crescente inquietudine che avvolge la borghesia per il più che possibile acutizzarsi delle tensioni di classe dovuto alla fase di recessione mondiale in atto, utilizzi la morte di Marco Biagi per colpire le istanze comuniste nel tentativo di frenare quei processi di sviluppo e di avanzamento dell'autonomia operaia che altro non sono che il prodotto storico e l'immagine speculare dell'approfondirsi delle contraddizioni del capitale nella sua fase di massima finanziarizzazione dell'economia (meglio conosciuta col nome di "globalizzazione").

La montatura giudiziaria che sembra prendere corpo ai danni dei nostri compagni del Centro di Ricerca per l'Azione Comunista meglio si chiarifica dunque come atto di controrivoluzione preventiva, che se da un lato è volto a rincondurre la conflittualità sociale nell'alveo delle compatibilità nazional-aziendali (neocorporative) rappresentate dai sindacati di Stato e dalle componenti interclassiste, pacificate, istituzionalizzate dei movimenti antiglobalizzazione, dall'altro mira a reprimere in modo selettivo la prassi comunista sull'onda emotiva e spettacolare della guerra al terrorismo targata NATO.

Denunciare questa ennesima montatura come parte di una strategia più complessiva di controrivoluzione preventiva significa porsi l'obiettivo di rafforzare, nel tentativo di preservarli, i livelli di forza raggiunti dall'autonomia proletaria in vista della prossima ed inevitabile polarizzazione del conflitto di classe.

ESPRIMIAMO DUNQUE LA NOSTRA PIU' VIVA SOLIDARIETA' E IL NOSTRO PIU' DECISO SOSTEGNO ALL'ATTIVITA' MILITANTE DEI COMPAGNI DEL CRAC NEL MIRINO DELL'ENNESIMA E IPOCRITA FARSA GIUDIZIARIA

Parma, 22 marzo 2002

redazione di LavoroInformazione - Parma
redazione di QuieOra - foglio di controinformazione territoriale
Alternativa Marxista
Comitato cittadino per lo sciopero generale

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