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Conte bis: un mostriciattolo politico

(4 Settembre 2019)

Giuseppe Conte

Dopo settimane di vergognosa commedia per il potere borghese, la crisi di governo si è risolta con un nuovo incarico a Conte che andrà in Parlamento a cercare i voti per una maggioranza.

Il governo Conte bis si fonda su un patto fra due partiti in crisi profonda, che si dichiarano diversi e opposti. Il “miracolo” è stato raggiunto grazie al suicidio politico del boss leghista Salvini e alla calata di braghe del PD, che torna a Palazzo Chigi con gli artefici di un governo che si è macchiato di crimini razzisti e ha varato leggi liberticide. Alla faccia del “nuovo umanesimo”!

Quali “novità” in questo esecutivo di compromesso liberal-populista? La sostituzione della Lega con il PD e Leu nella coalizione di governo, seppure comporta modifiche in alcune politiche (ad es. quella migratoria e quelle estera per cercare di uscire dall’isolamento internazionale), non cambia la natura di classe dell’esecutivo e della sua linea fondamentale, che è antioperaia, neoliberista, atlantica ed europeista. I famosi 26 punti dell’accordo che vengono propalati alla pubblica opinione sono frasi vuote di contenuti pratici e assolutamente banali.

A differenza dal precedente governo, il Conte bis non si basa su un “contratto” e vedrà un ruolo più importante del primo ministro, appoggiato per opposti motivi sia da Trump, sia da Merkel. Il nuovo esecutivo agirà per una riduzione delle rappresentanza parlamentare, secondo i piani del capitale finanziario che trova nel populismo un valido puntello.

Nonostante i suoi appoggi istituzionali e internazionali, nonostante la benedizione del Vaticano, il governo Conte bis sarà però un governo debole e instabile, con scarso credito fra le masse lavoratrici.

La crisi organica della borghesia italiana, incapace di trovare qualsiasi via di uscita dalle conseguenze delle crisi e del suo declino storico, non si arresterà con questo esecutivo, un aborto politico che proseguirà l’aggressione alle condizioni di vita e di lavoro delle masse proletarie e popolari, suscitando sempre più il loro malcontento e la loro protesta.

Chi approfitterà della situazione? O il proletariato riprenderà una lotta indipendente con propri obiettivi, raggruppando attorno a sé vasti strati popolari malcontenti, per spostare i rapporti di forza politici a suo favore; oppure le destre capeggiate dal bullo Salvini, favorite dalle politiche antipopolari di M5S-PD-Leu e appoggiate dai settori più reazionari del capitale, approfitteranno della situazione e si faranno di nuovo avanti, con una politica aggressiva che mescola fascismo, anticomunismo, sciovinismo, oscurantismo religioso.

In questa situazione il compito degli elementi d’avanguardia della classe operaia è di dare impulso alla mobilitazione unitaria e indipendente delle masse lavoratrici, per fiaccare e spazzare via il governo Conte bis sul versante della lotta di classe.

Il nostro atteggiamento dev’essere chiaro: non appoggiare e non seguire i liberal-populisti, ma lavorare per dirigere gli operai e gli altri lavoratori sfruttati contro i liberal-populisti e contro le destre!

Della massima importanza è lo sviluppo del fronte unico di lotta proletaria, dell’unità di azione dal basso, contro i padroni e i vertici sindacali che vedono l’occasione per recuperare un ruolo di concertazione, mantenendo la pace sociale e illudendo i lavoratori su un cambio di politica governativa. Ma cosa possono aspettarsi gli operai da un governo composto dai fautori del Jobs Act, del “reddito di sudditanza”, dello smantellamento dei CCNL, dei decreti sicurezza? Cosa aspettarsi da partiti più impegnati a lottare contro la rivoluzione che contro la reazione? Solo intensificazione dello sfruttamento, miseria e mazzate.

L’unità di lotta del movimento sindacale e operaio, di cui c’è assolutamente bisogno per uscire dal riflusso e risalire la china, va realizzata nelle battaglie quotidiane per i bisogni concreti della classe operaia, promuovendo la costruzione di organismi di massa (Consigli, Comitati) per sostenere le principali rivendicazioni economiche e politiche del proletariato autoctono e migrante, mettendo a nudo il tradimento dei socialdemocratici e degli opportunisti di ogni tipo.

Gli operai, i lavoratori sfruttati non devono restare spettatori passivi della politica borghese e di manovre finanziarie il cui fardello peserà sulle loro spalle.

E’ necessario difendere con le unghie e con i denti gli interessi di classe, rivendicando misure drastiche di carattere economico, politico e sociale per il miglioramento della situazione dei lavoratori e dei disoccupati, a scapito delle classi dominanti, esigendo la cancellazione (non la revisione) di tutte le misure antioperaie e razziste approvate negli ultimi anni, sfruttando le contraddizioni nel campo della borghesia per rafforzare le posizioni del proletariato.

Non lasciamo l’opposizione nelle mani di Salvini! L’inevitabile caduta del governo Conte bis dovrà essere opera della classe operaia e delle masse popolari, non di leghisti e fascisti!

Alla parte più avanzata e cosciente del proletariato spetta il compito di orientare e dirigere la lotta indicando la prospettiva della rottura rivoluzionaria di un sistema moribondo, stringendo legami di classe, avanzando sulla base dei principi marxisti-leninisti nella costruzione di una solida Organizzazione comunista, embrione del futuro Partito.

Invitiamo tutti i rivoluzionari proletari, ad unirsi in questo cammino.

Da “Scintilla”, n. 101 – settembre 2019

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