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CENT'ANNI FA, UN FIUME IN PIENA

(11 Settembre 2019)

Alceste De Ambris

Alceste De Ambris

11 settembre 1919, si muovevano da Ronchi oltre duemila legionari, diretti alla conquista di Fiume. La questione contingente, quella di rivendicazione nazionale, il capo, Gabriele D"Annunzio, il sentimento, confuso quanto animato e febbrile, di frustrazione, rivalsa verso la classe politica, paura che gli sforzi bellici andassero svaniti, venduti. Da retroterra le idee eroistiche, anarcoidi e futuriste che avevano animato l'interventismo. Si avviava così l'impresa fiumana, chiusa con il Trattato di Rapallo e la repressione del Natale di sangue del 1920.
16 mesi in cui, aldilà degli aspetti edonistici e lussuriosi, è successo di tutto, in cui il sentimento marcatamente nazionalista degli esordi ha ceduto presto il passo ad una visione più ampia di giustizia sociale, oltre i confini degli stati, contro i profittatori della guerra. Idee scritte nella Carta del Carnaro, redatta di fatto dal sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, tra le costituzioni più avanzate dell'epoca in termini di diritti civili e sociali. Da qui il riconoscimento dello Stato sovietico, la nascita della Lega dei popoli oppressi, per combattere l'imperialismo, anche interalleato, la sintonia con il coevo Biennio rosso e l'accorrere, significativo, di personalità come Errico Malatesta, figura di spicco dell'anarchismo mondiale.
Cessata l'impresa, i legionari vennero lasciati allo sbando, con il capo che si rifiuterà di schierarsi contro un fascismo che intanto irregimentava e opprimeva l'arditismo e il combattentismo in generale, poiché vi scorgeva la principale minaccia. Il dissenso intellettuale era lungi da venire. Abbandonata al suo destino anche l'Unione spirituale dannunziana, che nel caso Matteotti intenderà cospirare contro il nascente Regime.
A ricordare oggi il Centenario sono soprattutto organizzazioni o di destra o ammiccanti al revisionismo strumentale, associando Fiume al fascismo, che pure l'aveva rinnegata, , e facendone un unicum con il nazionalismo antislavo e la correlata operazione foibe. Il fascismo da Fiume, del resto, prenderà tutto: liturgie, formule, parole d'ordine etc., ma fu sostanzialmente appropriazione. Fiume e la Reggenza si svilupparono nel tormentato turbine del Primo dopoguerra, quando le posizioni non erano ancora ben delineate e definite. Molti legionari saranno accaniti assertori del fascismo, altri ne saranno accesi oppositori. Anzi, è forse proprio nel fiumanesimo che trova origine il primo Antifascismo militante, quello che vedeva la sua iniziale ispirazione nelle promesse dei Reparti d'assalto. Un sentimento che si concretizzerà con gli Arditi del popolo, nella saldatura con il movimento contadino ed operaio, contro i ceti privilegiati di cui i fascisti si erano fatti braccio armato.
Tra i legionari fiumani che affronteranno il fascismo con coraggio e dedizione ricordiamo, su tutti, Aldo Eluisi, tra i dirigenti degli Arditi del popolo, e Mario Magri, perseguitati politici per tutto il Ventennio, protagonisti della Resistenza romana, finiti dai nazifascisti con un colpo alla nuca, la mattina del 24 marzo 1944.
La parte pura, nobile dell'avventura fiumana è nel carnaio delle fosse Ardeatine.
RICORDIAMO

Silvio Antonini

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