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(25 Novembre 2010) Enzo Apicella
La riforma Gelmini In discussione alla Camera

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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

La resa di Letizia Moratti

(18 Settembre 2005)

Incalzata ed attaccata da un movimento poderoso, che ha visto protagonisti i lavoratori/trici della scuola, i genitori, gli studenti, e che non le ha dato tregua, inserita nel Guinness dei primati come la ministra dell’Istruzione più impopolare del dopoguerra, Letizia Moratti si è arresa ed ha rinviato la parte della sua nefasta “riforma” riguardante le scuole superiori al 2007-2008, cioè a mai più:e, gettando la spugna, Moratti ha anche cancellato la cialtronesca “sperimentazione” che voleva avviare fin da questo anno.

Dunque, la frantumazione della scuola superiore, la divisione tra scuola vera e propria e avviamento al mestiere, la drastica riduzione di materie e di posti di lavoro, l’impoverimento globale dell’istruzione sono stati bloccati e battuti. Ma è l’intera “riforma” che è colpita a morte. Diventa ora cruciale aggredire ciò su cui comunque si è legiferato ed in particolare tutto ciò che riguarda la scuola elementare e media. Anche qui il movimento e le forze che si sono battute in difesa della scuola pubblica hanno abbondantemente fatto il loro dovere, anche quando, nonostante la marea popolare che ha invaso le piazze, Moratti impose in Parlamento i suoi mefitici decreti. L’opposizione è continuata nelle scuole, e dal tutor alla eliminazione del tempo pieno, dai nuovi programmi, al portfolio, non c’è passaggio della “riforma” che non sia stato osteggiato, cancellato di fatto o ritardato.

Ora tocca a quelle forze politiche che si candidano a sostituire il governo Berlusconi rispettare la corale volontà dei docenti ed Ata, dei genitori, degli studenti e di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica, e procedere, se vinceranno le prossime elezioni, alla abrogazione immediata di tutta la parte della mefitica “riforma” su cui Moratti ha imposto che si legiferasse: mentre resta compito dei lavoratori/trici e del movimento tutto l’abbattimento completo delle “casematte” del progetto morattiano disseminate nella scuola.

Questa vittoria è anche di buon auspicio per rilanciare la lotta per conquistare la cancellazione della “madre” e del “padre” di tutte le “riforme” privatizzanti, e cioè la gravissima legge di parità che ha equiparata scuola pubblica e scuola privata, finanziando quest’ultima, nonché la sedicente “autonomia scolastica” che, al di là delle dichiarazioni roboanti, si è rivelata il “passepartout” per la trasformazione della scuola in azienda e dell’istruzione in merce da vendere ai “clienti”-studenti.

In quanto a Letizia Moratti, se ne vada immediatamente a fare la sua campagna elettorale a Milano e liberi quel Ministero che, senza la ministra della scuola-azienda e della scuola-parrocchia, potrebbe e dovrebbe ritornare “Ministero della pubblica istruzione”.

16 settembre 2005

Piero Bernocchi portavoce nazionale dei Cobas della scuola

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