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L'Inghilterra domina l'economia

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CAPILLARIZZIAMO LA MOBILITAZIONE DI CLASSE!

(18 Ottobre 2019)

Editoriale del n. 82 di "Alternativa di Classe"

sciopero generale 25 ottobre

In attesa della presentazione in Parlamento del Disegno di legge (Ddl) sul Bilancio 2020, previsto per il 20 Ottobre, Lunedì 30 Settembre il Consiglio dei Ministri (CdM) del Governo Conte bis ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, rappresentato dall'acronimo “NaDEF”. In tale nota venivano individuate le misure sulla spesa e le entrate per favorire la crescita economica e ridurre l'indebitamento dello Stato; sono stati dati, cioè, gli indirizzi per una azione che dovrebbe avere effetti sia sul deficit, che sul PIL.
L'intenzione del Governo per il 2020 è quella di aumentare il PIL dello 0,6%, a fronte di un indebitamento netto strutturalmente invariato. In pratica, viene affidato al presunto aumento del PIL l'obiettivo della riduzione del rapporto deficit/PIL, con nuove entrate per lo Stato e riduzioni di spesa pubblica. Va qui ricordato, di passaggio, che tutte le previsioni di incremento per il PIL dell'anno in corso sono sempre state ridimensionate dai fatti.
Dal punto di vista del programma, l'obiettivo dell'indebitamento per il 2020 viene portato dal 2,1 al 2,2%, affidandosi ad una maggiore flessibilità da parte della UE (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno VII n. 81 a pag. 2), proprio in un contesto internazionale di crisi degli stessi USA e Cina, nonché di tutto il resto del mondo (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno VII n. 81 a pag. 4)!...
Il principale provvedimento innovativo cui si affida il Governo, quello che garantirebbe il passaggio ad una manovra “espansiva”, è il cosiddetto “Green New Deal”, cioè il “Nuovo Corso Verde”, che sarà attivato da uno specifico Ddl collegato alla Legge di Bilancio. Si tratta del nuovo business, che la UE dovrebbe lanciare con il pretesto del “cambiamento climatico”, e per il quale gli investimenti pubblici non contribuirebbero all'aumento di spesa calcolabile nel computo del deficit. E' un nuovo modo con il quale gli Stati del Trattato, tra cui l'Italia soprattutto, vorrebbero foraggiare le imprese, senza pagarne le spese in termini di mancato rispetto dei trattati europei...
Della manovra economica, che quest'anno dovrebbe essere, nel complesso, di circa 30 miliardi, il Governo italiano, terminato il Consiglio dei Ministri nelle prime ore di Mercoledì 16, ha trasmesso un riassunto, in termini di contabilità, alla Commissione UE: il “Documento programmatico di bilancio 2020”. Con esso, viene rinviata anche stavolta la spada di Damocle delle “clausole di salvaguardia” di aumento dell'IVA (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno VII n. 73 a pag. 1) al biennio 2021/'22, allorquando continuerebbero, invece, ad essere previste, ma con aliquote inferiori. In ogni caso, mancano ancora le “rifiniture” al Decreto fiscale ed alla stessa Legge di Bilancio, per definire con precisione l'entità dell'intera proposta governativa di manovra.
Già nel NaDEF sono stati previsti, ovviamente, numerosi benefici per l'imprenditoria, come incentivazioni agli investimenti in infrastrutture, uno sgravio contributivo sul pagamento di salari e stipendi (la cosiddetta riduzione del “cuneo fiscale”, del quale si discute ormai solo l'entità), la conferma dei vantaggiosissimi super ed iper ammortamento per le imprese, l'incentivazione ad una maggiore produttività, anche da parte della pubblica amministrazione attraverso nuove “semplificazioni” normative ed uso del digitale, aiuti per un “rafforzamento” del sistema bancario ed agevolazioni per l'accesso al credito da parte di aziende “innovative”, oltre ai fondi per l'industria 4.0 ed il piano per gli investimenti al Sud.
Per quanto riguarda la condizione dei proletari, i documenti finora prodotti non entrano ancora nel merito dei singoli provvedimenti, anche se il NaDEF enumera più di venti Ddl collegati alla prossima Legge di Bilancio, tra cui sono compresi la famigerata autonomia differenziata per le regioni, promossa da quelle del Nord indipendentemente dal “colore politico”, e, nonostante la sbandierata abolizione del “superticket” di 10 Euro (peraltro presente solo in alcune regioni), la revisione dei ticket sanitari, che, a quanto pare, dovrebbero aumentare di entità in base alle “fasce di reddito” dei contribuenti.
Non ci sono dubbi, invece, dato che lo si legge nella “Tavola R1” del NaDEF, che le spese sociali da parte dello Stato dovrebbero subire una diminuzione in termini assoluti rispetto al PIL (peraltro previsto in aumento...) per sanità ed ammortizzatori sociali dello 0,1% e per la scuola addirittura dello 0,2%. Il quotidiano di Confindustria, sempre bene informato, parla di 1,8 miliardi di Euro in meno del 2019, stanziati per quest'ultimo settore!...
A riprova dei tagli ai servizi, infatti, il Governo giallo-”rosso”, recependo tutte le osservazioni del Consiglio Ecofin del 9 Luglio u. s., ha deciso di associare alla riduzione del cuneo fiscale, per la quale ipotizza di “favorire gli investimenti” dei privati, le misure di riduzione della spesa statale, a partire dalla spending review, associata alla dismissione di pezzi di patrimonio pubblico con (s)vendita ai privati stessi ed alla riduzione di detrazioni e/o deduzioni dell'IRPEF, oltre ai risparmi su “quota 100” delle pensioni e Reddito di cittadinanza.
Se è vero che le risorse a vantaggio dei proletari constano di salario diretto ed indiretto (di quello differito, le pensioni, se ne è ormai appropriato lo Stato), il primo, in termini di potere d'acquisto, è arretrato costantemente durante la crisi, mentre, per gli anni a venire, dobbiamo aspettarci anche un notevole peggioramento del secondo, in termini di accesso ai servizi!... E poi gli ultimi dati ISTAT raccontano che, in tema di occupazione, è migliorata solo quella precaria.
A quanto sopra si aggiunge, per i dipendenti pubblici, che già hanno perso dieci anni di contratti, l'incertezza sulla quota di stanziamento per l'imminente rinnovo, rispetto alla quale, con l'entusiasmo di CGIL, CISL e UIL verso i prossimi riconoscimenti istituzionali (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno VII n. 81 a pag. 3), confermati anche dal NaDEF, tarda ancora l'organizzazione di una adeguata risposta sul piano della mobilitazione sindacale.
L'accordo di governo del M5S con il PD per il “Conte bis” ha riaperto loro la strada di una sorta di “neoconcertazione” e di “tavoli tecnici” aperti, ridando un ruolo e una visibilità ai sindacalisti di mestiere... Ma la condizione proletaria, senza lotte reali, non ha prospettive di miglioramento, e la trasformazione in legge dell'Accordo-truffa del 10 Gennaio 2014 sulla rappresentanza intende esautorare i delegati di posto di lavoro ed imbrigliare le lotte, anche con l'aiuto dei Decreti sicurezza di Salvini, che il Governo Conte bis vuole, al massimo, appena ritoccare, invece che cancellare..
L'esigenza, che, fra l'altro, certamente emergerà sempre più fra i lavoratori, va in senso opposto: agli attacchi padronali occorre rispondere superando il livello aziendale e generalizzando le lotte. Nessun governo regala niente ai proletari, e ben presto emergerà con chiarezza se a trarre effettivo giovamento dalla riduzione del cuneo fiscale sarà davvero chi lavora o se sono solo gli imprenditori! I media raccontano che è il lato più apprezzato della manovra, ma l'apprezzamento, se c'è, deriva dal fatto che i lavoratori si illudono di aumentare le risorse a propria disposizione!!...
Nel contesto di una manovra economica che, in quei giorni, sarà completamente definita, ma le cui anticipazioni, contenute nel NaDEF, sono certamente da respingere, risulta provvidenziale lo Sciopero generale nazionale di 24 ore di Sabato 25 p. v., indetto dai sindacati conflittuali CUB, SGB, SI Cobas e USI-CIT con manifestazioni nelle principali città. Per quanto anche quest'anno la scadenza è partita molti mesi fa come un rituale autunnale, curando poco la sua preparazione dal basso e senza un preventivo e chiaro tentativo di coinvolgimento di tutto il sindacalismo di base, risulta oggi l'unico appuntamento in campo in grado di contrastare sul terreno dello scontro di classe le mire del capitale e del suo attuale governo M5S-PD-LeU.
Anche la successiva Manifestazione nazionale di Roma di Sabato 26 p. v., nata per la costruzione di un “Fronte unico” anticapitalista, antimilitarista ed internazionalista, con la elencazione di obiettivi politici e rivendicazioni sindacali anche corretti di per sé, ma semplicemente mescolati insieme, si è oggi caricata di significati positivi dagli eventi succedutisi ultimamente. Innanzi tutto funge da coagulo della opposizione di classe al Governo Conte bis, ed, in seconda istanza, mostra inequivocabilmente a tutti i proletari a livello nazionale che l'alternativa alla politica di questo governo non è di certo il Centro-destra, che si mobilita Sabato 19, peraltro anche a fini elettoralistici, a partire dalle elezioni regionali in Umbria del 27 p.v.
Aldilà di ogni critica, le prossime scadenze del 25 e del 26 p. v. si pongono come importanti premesse nazionali di un lavoro di lunga lena per cambiare nei territori il clima politico di divisione dei proletari e rilanciare un impegno diffuso verso il conflitto di classe, che resta l'unica arma in grado di cambiare davvero i rapporti di forze.

Alternativa di Classe

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