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RESOCONTO DELL'INCONTRO TRA LA SOC. COOP SOCIALE MEDIHOSPES E LA RAPPRESENTANZA SINDACALE DI USI

(21 Ottobre 2019)

comunicatousi

Si è svolto il 16 ottobre 2019, presso la sede operativa della società cooperativa Medihospes, un incontro con la rappresentanza sindacale aziendale dell’Unione Sindacale Italiana Usi. L’incontro era di natura interlocutoria, previsto dall’accordo sottoscritto il 3 giugno scorso al Ministero del Lavoro, di chiusura della procedura di licenziamento collettivo a livello nazionale, aperta a seguito dell’applicazione dei decreti Salvini 1 e 2, che hanno creato notevoli problemi occupazionali e lavorativi, per chi opera nel settore dell’accoglienza ai migranti nei Cas, negli stessi SPRAR e nei servizi di assistenza alloggiativa. Nel caso nazionale di Medihospes, si è evitato il primo licenziamento di massa nel settore, con l’applicazione fino al 30 novembre dei contratti di solidarietà (difensivi) e con il meccanismo del F.I.S. Fondo Integrativo di Solidarietà, esteso a 847 persone a livello nazionale.
Nel corso dell’incontro, come momento di confronto in corso d’opera e prima della fine della copertura concordata, il Direttore Generale Dimaggio ha rappresentato le variazioni intervenute rispetto ai numeri indicati nei mesi precedenti e oggetto della procedura di licenziamento collettivo, poi revocata con l’applicazione i quel poco che è rimasto, nella legislazione italiana a titolo di “ammortizzatori sociali”: circa 40 persone hanno lasciato il lavoro, con dimissioni o cambi di lavoro; alcune decine sono state ricollocate, avendone i titoli in altri servizi della cooperativa e in altri appalti pubblici; la maggior parte del personale al quale sono applicati i contratti di solidarietà. Nel Lazio circa 500 su 847, ha optato per la soluzione della riduzione di orario di lavoro a fronte dell’applicazione dell’integrazione con il F.I.S.; Il numero di assistiti, che a giugno era di circa 1100 a livello nazionale, è passato a circa 1700, riducendo per il momento il numero complessivo di personale in esubero, che senza alcuna variazione ulteriore in aumento, si aggirerà a fine novembre 2019, in circa 60-70 unità di personale.
La delegazione Usi prende atto di tale scenario e indica che al di là della richiesta politica di eliminazione di tali decreti, ai limiti della legittimità costituzionale, che varie associazioni e movimenti chiedono all’attuale governo in carica, con rilievi anche della Presidenza della Repubblica, vanno indicate in attività finalità al ripristino delle figure di insegnante di italiano per gli stranieri ospitati nei Cas, della figura dello psicologo date le condizioni di grave disagio di coloro che stanno nei centri, così come di quelli che sono arrivati nei mesi scorsi, del cambiamento dei parametri imposti dal decreto Salvini 2, tra numero ospiti e personale socio assistenziale e socio sanitario, che non sono idonei ad un percorso di reale inclusione, integrazione né di condizioni di efficace assistenza, mettendo a repentaglio anche con la riduzione del personale, gli stessi livelli di salute e sicurezza sul lavoro, oltre al messaggio implicito della progressiva trasformazione delle figure di operatori-trici sociali in “guardiani sociali”, stile guardie penitenziarie, che va rifiutato. La stessa cooperativa sociale concorda con questi aspetti, che però sono oggetto di modifiche sostanziali e dell’intervento da sottoporre al Ministro degli Interni e a quelli dello Sviluppo Economico e del Lavoro, non avendo Medihospes gli strumenti per non applicare i parametri restrittivi imposti dall’attuale normativa in materia.
Medihospes indica che dopo la metà di novembre sarà fatta convocazione ufficiale alle OO.SS. e alle Rsa interne, per la procedura in scadenza a fine mese di novembre, con la richiesta di prosecuzione dell’ammortizzatore sociale, attraverso il meccanismo questa volta dell’assegno di solidarietà, per scongiurare la procedura di licenziamento, invitando il sindacato Usi ad attivarsi con contatti presso i Ministeri e il Parlamento, come dichiarato dalla stessa delegazione sindacale, per operare misure transitorie in attesa delle necessari e le modifiche penalizzanti per lavoratori e lavoratrici, nell’ambito di una revisione totale di tutta la materia. Una condizione economica, di Medihospes, che non permette per quest’anno, il pagamento della somma a titolo di una tantum per il rinnovo del CCNL Cooperative Sociali, quantificato in circa mezzo milione di euro, che sarà invece erogato tra gennaio e febbraio dell’anno 2020, contabilizzando questa somma, non sopportabile nel 2019 per la grave crisi occupazionale di una parte del personale dell’area accoglienza e integrazione sociale. Saranno regolarmente applicati, alle scadenze previste dal rinnovo del CCNL, gli aumenti contrattuali.
Alle 16 l’incontro si conclude e si attende da parte del sindacato, la convocazione ufficiale per la procedura in scadenza al 30 novembre prossimo.
Una battaglia lunga, che dovrà vedere un coinvolgimento di tutte quelle forze associative, politiche e sindacali, che hanno annunciato per il prossimo 9 novembre una manifestazione nazionale a Roma, per evitare che oltre agli effetti negativi di eliminazione della protezione umanitaria, al diritto di asilo politico, a reali politiche di accoglienza, si aggiungano i posti di lavoro, quantificati circa ventimila in totale a livello nazionale, che andrebbero persi con lo smantellamento di tutte le strutture che, nel male e nel bene tra Cas e SPRAR, sono stati uno strumento di contrasto alla clandestinità e al concetto che tale condizione sia considerato un reato penale e i CPR diventino i nuovi carceri per immigrati-e, come già i CIE.

Unione Sindacale Italiana USI

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