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NORMALE INVIVIBILITA' METROPOLITANA

(27 Ottobre 2019)

tangenziale est

Al netto di trasversali strumentalizzazioni elettorali contingenti quanto costanti,
è un po' che i servitori dei media e della carta stampata si accorgono dell'invivibilità metropolitana.
Se ne accorgono nel senso di occuparsi, indagando, processando e condannando a pochi minuti dall'accaduto il "colpevole" di turno.
Se ne accorgono attenzionando l'eccezione del “fatto di sangue” con la loro scrupolosa descrizione necrofila.

Scalpore “eccezionale” utile alle cicliche campagne ideologiche riparatrici “ordine e sicurezza”, o, sull'altro versante della toponomastica parlamentare, della “partecipazione, dell'educazione, della scuola, della famiglia, dei valori”.
Campagne divise nel loro asservimento elettoralistico ma unite nella difesa di una possibile città-metropoli "umana, migliore, vivibile, a misura di essere vivente".

Stiamo parlando della partecipazione truffaldina ai riti di una democrazia imperialista svuotata anche delle sue stesse regole di funzionamento.
Stiamo parlando di una educazione che spesso diviene riproduzione del controllo e del potere.
Stiamo parlando di una scuola megafono dell'ideologia del dominio e dell'addomesticamento alla schiavitù salariata.
Stiamo parlando di una famiglia obsoleta ormai anche per il sistema, luogo claustrofobico di rapporti in attesa che “morte non li separi”, di oppressione, violenza e morte per donne e bambini.

Ma la metropoli non è solo eccezione.

L'agglomerazione forzata di milioni di persone nel medesimo luogo fisico, frutto della legge della concentrazione capitalistica industriale ed umana, la loro costrizione in cubi di cemento, in condomini, in un mare di lamiere.
La conseguente traduzione in trasporti da crisi di panico sui luoghi di lavoro.
L'inquinamento acustico-ambientale che ne deriva, e lo stress psico-fisico di massa che l'accopagna.
Il riflesso di solitudine ed isolamento nella massa.

Una vita che diventa sopravvivenza!
Una normalità che diventa malattia, quando non morte!

Una normalità quotidiana impossibile, invivibile come le eccezioni che ne sono l'altra faccia.
Eppure, le campagne istituzionali, politiche, sindacali, mediatiche e religiose sulla possibilità di porre rimedi all'eccezionalià cruenta, vorrebbero convincerci a difendere l'esistente.

Ma noi non vogliamo sopravvivere come topi.
E questa metropoli la vogliamo demolire!

Pino feroviere

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