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(2 Marzo 2012) Enzo Apicella

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I CONTI NON TORNANO... E' ORA DI RIGETTARLI AL MITTENTE!

Documento e riflessioni, a cura delle Rsu Usi Antonietta Principe e Dora Deirossi Roma Capitale

(28 Ottobre 2019)

APPUNTAMENTI PER PARLARNE IN RIUNIONE CON LE COLLEGHE
MERCOLEDI’ 30 OTTOBRE 2019 DALLE 18 A VIA DELLE ACACIE 88 (presso Casa del Popolo)
Per chi lavora o abita nei Municipi 2,3,4,5,6,7
LUNEDI’ 4 NOVEMBRE 2019 DALLE 18 A LARGO GIUSEPPE VERATTI 25
Per chi abita o lavora nei Municipi 1, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15

comunicatousi

Le Educatrici degli asili nido e le maestre-insegnanti di scuola dell’infanzia comunali di Roma capitale, sono soggette nel corso di alcuni anni a una sorta di sottili diffamazioni atte a discreditare la categoria dei dipendenti a mezzo stampa, soprattutto dalla testata "Il messaggero" con articoli redatti dal giornalista Lorenzo De Cicco.
Siamo abituate ormai ad avere “tutti” contro ma non abbiamo timore ad aprire un confronto a contrasto di quanto dichiarato.
La contrapposizione è dovuta visto l'attacco subito che mira a rafforzare nell’opinione pubblica e nell'utenza "genitori" un’idea dell’educatrice/maestra quale “fannullona assenteista”.
La stessa nota del Dipartimento Politiche Scolastiche ed Educative di Roma Capitale, protocollo  QM 45403 del 12/09/2019 e la successiva integrazione con prot. GB 74262 sempre del settembre 2019, inoltrata a inizio del corrente Anno Scolastico- Educativo 201972020, non aiuta certo allo svolgimento sereno e regolare delle molteplici attività lavorative, organizzative interne, educative e scolastiche del personale. Infatti tale disposizione dipartimentale, sta avendo forti ripercussioni in molti nidi comunali e un effetto a catena, negativo, anche nelle scuole comunali dell’infanzia, specie per la vicenda delle sostituzioni del personale titolare quando è assente e l’invio di personale precario.
Il riproporzionamento della dotazione organica e la facoltà dei Direttori della struttura Territoriale, di riequilibrare gli organici dei nidi nell'area municipale "utilizzando le unità in esubero per la sostituzione di assenze a vario titolo", non sia stato gestito in modo corretto soprattutto nelle strutture senza funzionari che potessero supervisionare tale "riproporzionamento". Non ci sta nel settore scolastico educativo comunale, nemmeno l’istituto contrattuale della “reperibilità” (che ha i suoi notevoli effetti negativi sulle condizioni di lavoro e di vita), ma un utilizzo fortemente condizionato da griglie orarie, con modulazione oraria impartita in tantissimi casi, dal Dipartimento, gli stessi i gruppi educativi (nonostante il personale in organico ed il numero di bambini-e utenti) faticano a trovare una soluzione che possa garantire la sicurezza di bambini-e, la qualità dell'esperienza educativa a 360 gradi, il mantenimento di una certa dignità professionale raggiunta dopo anni di lavoro e di lotte per il riconoscimento di tale figura, che l'Amministrazione capitolina in apparenza riconosce, solo quando conviene come fattore di selezione della forza lavoro, come avviene con la necessità tra i titoli di studio, della Laurea anche specifica, come requisito per la partecipazione ai concorsi pubblici o alle prove selettive per l’ingresso negli organici delle Pubbliche Amministrazioni, Roma Capitale compresa nel settore scolastico educativo.
Oltre a queste considerazioni sulle circolari di Roma Capitale (circolari che dal punto di vista giuridico legale, NON producono da sole diritto e norme…),sulle quali varie e originali “interpretazioni” rendono difficile anche la parte positiva del sistema re-introdotto, facendoci tornare indietro di diversi anni rispetto alle conquiste passate, nei Municipi dove sembra ognuno faccia mondo a sé stante (15 Municipi, …15 interpretazioni diverse?), SULLE QUALI INVITIAMO LE COLLEGHE A PARTECIPARE ALLE DUE RIUNIONI PROGRAMMATE IL 30 OTTOBRE 2019, A VIA DELLE ACACIE 88 DALLE 18 IN POI E IL 4 NOVEMBRE 2019, DALLE 18 A LARGO GIUSEPPE VERATTI, PER CERCARE DI METTERE INPIEDI UN ORIENTAMENTO COMUNE E COLLETTIVO DI AUTODIFESA E INIZIATIVA DAL BASSO, partiamo da alcuni dati riscontrabili e certi.
I dipendenti della famiglia educativa e sociale di Roma Capitale è circa il 30,3 % ed è formato da personale prevalentemente di sesso femminile. Le scuole dell'infanzia nell'anno 2017 risultano essere 322 con 33700 iscritti di cui 1564 bambini diversamente abili . Gli asili nido a gestione diretta nell'anno scolastico 2016/2017 risultano essere 239 per un totale di 13790 iscritti di cui 286 bambini diversamente abili. (dati dell' ufficio statistica Roma Capitale).
Vorremmo soffermarci sul numero utenti bambini diversamente abili, per sottolineare quante sono le educatrici/insegnanti di sostegno che vanno a supporto delle colleghe di sezione. Questo voler sottolineare a che fare con l'impiego del personale precario che ogni anno scolastico è con contratti a tempo determinato impiegato presso le strutture educative/scolastiche per carenza sostanziale di personale a tempo indeterminato.
Quindi è doveroso far emergere che il personale precario è un dipendente pilastro importante per sostenere e supportare il diritto sacrosanto  dell'inclusione dei bambini diversamente abili negli asilo nido e nelle scuole dell'infanzia di Roma capitale.
Le donne, nella società, sono da "SEMPRE" sottoposte ad un doppio carico di lavoro, quello professionale e quello familiare: è molto più probabile che sia la donna a prendersi cura dei figli soprattutto se sono diversamente abili, dei parenti anziani o disabili, a sbrigare le faccende domestiche, con  difficoltà ad assumere i diversi ruoli di madre, moglie, lavoratrice.
Il 70% delle famiglie con persone con disabilità non fruisce di alcun servizio a domicilio.
Meno di 7 persone con disabilità su 100 contano su forme di sostegno presso la propria abitazione. Ciò significa che nella maggior parte dei casi le famiglie gestiscono da sole ciò che i servizi non offrono, rinunciando a molto, spesso anche al lavoro.(dati di ANFFAS)
Se, dati alla mano, il personale della famiglia educativa sociale è prevalentemente femminile è cosi difficile da capire perchè ci sono molte assenze GIUSTIFICATE dovute al DIRITTO ai PERMESSI previsti dalla legge 104/92, che vanno sostituite? E' cosi difficile capire che ci sono assenze tutelate da normative a favore delle donne nel mondo del lavoro, perchè sono loro che mettono al mondo i figli, li accudiscono nelle loro malattie ? E’ un privilegio o un dovere nei confronti delle donne che si assumono duplici responsabilità familiari e lavorative in questa società, sempre attenta a puntare il dito e a non riconoscere i meriti e gli impegni?
Vogliamo parlare di questa media di 7 giorni al mese di "assenteismo" cosi etichettato alla famiglia educativa sociale con articoli giornalistici, con dati  dipartimentali?
Dati alla mano, negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia, i bambini si ammalano spesso.
Il motivo ce lo spiega Alberto Tozzi, responsabile di alta specializzazione in malattie infettive dell'unità di Epidemiologia e biostatistica dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: in un ambiente chiuso come la scuola, i bambini e le bambine vivono a stretto contatto e le infezioni si diffondono non solo tra coetanei ma anche tra adulti che stanno a stretto contatto con loro. Il sistema immunitario dei piccoli è ancora fragile e immaturo e non è preparato ad affrontare l’aggressione dei germi e a difendere l’organismo. Ai bambini di questa fascia di età
manca una memoria immunitaria che fa sì che i batteri già incontrati una volta vengano riconosciuti e combattuti efficacemente.
Quante infezioni può contrarre un bambino nel corso della stagione scolastica?
Gli esperti sono concordi nel ritenere che un bambino  che sta in casa può avere fino a 3-4 infezioni respiratorie, raffreddore e febbre mentre se il bambino frequenta il nido/scuola il numero può facilmente salire a 6 o 7. Se la matematica non è un'opinione con 33700 iscritti nella scuola dell'infanzia e 13790 iscritti negli asilo nido, quanti virus batteri possono girare nella comunità scolastica ogni giorno per tutto l'anno scolastico?
Dati alla mano, una buona percentuale delle dipendenti della famiglia educativa sociale, ha oltre 50 anni di età anagrafica, un duro lavoro alle spalle e in molti casi, tanti anni di precariato prima di entrare “in ruolo”/tempo indeterminato... Uno dei principali problemi legati all'invecchiamento della forza lavoro è che la riduzione delle capacità funzionali e il deterioramento delle condizioni di salute dovuti all'età, comportano malattie croniche e abbassamento delle difese immunitarie. Siamo giovani dentro, ma il tempo che passa ci presenta il conto che molti, che ci attaccano e ci denigrano, non vogliono accettare né riconoscere come un dato di fatto. Numerose sono le indagini che hanno rilevato che i docenti sono esposti a diversi rischi e patologie che derivano dall’esercizio della loro professione.
Tali rischi oggi assumono grande importanza vista l’evoluzione del concetto di salute, che è passato dal significato di “sopravvivenza”, ad “assenza di malattia” fino ad assumere l’attuale significato attribuitogli dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ossia quello di “benessere fisico, psichico e sociale”. Sono anni che abbiamo l’impressione che sia preferibile puntare il dito, ignorare, in quanto verità scomoda da chi siede in poltrona ricorrendo al tipico comportamento dello struzzo.
Il risultato di tale atteggiamento è stato quello di aver trascurato degli elementi acquisiti, sufficienti di per sé a intervenire sul problema investendo e non tagliando fondi per il personale in questo settore di alto spessore sociale.
Non a caso un importantissimo e qualificato studio sulla sindrome del burnout nel lavoro di insegnante è stato denominato “Getsemani”, volendo così ricordare “L’orto degli ulivi dove un Maestro si ritrovò da solo in preda a tristezza e angoscia, con i suoi discepoli disorientati e stanchi, dove la comunità gli era diventata ostile, dove le istituzioni gli si erano rivoltate contro”. Sono anni che ci troviamo in questo "orto degli ulivi" (e non è il nome dato…ad un asilo nido o ad una scuola!), raccogliendo i frutti delle troppe diffamazioni ricevute, discreditando una famiglia di vostri lavoratori e lavoratrici, che si adopera giorno per giorno di pulire la gramigna che di volta in volta è seminata.
Non ci stressate ...lasciateci lavorare in pace, al meglio delle nostre possibilità e capacità!

A cura di Antonietta Principe e Dora Deirossi RSU aderenti al sindacato USI Unione Sindacale Italiana
Settore scolastico educativo di Roma Capitale (tra le fondatrici del CISMA USI, a sostegno Codan Usi)

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