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Raffaele De Grada 1916 2010

Raffaele De Grada 1916 2010

(4 Ottobre 2010) Enzo Apicella
E' morto all’età di 94 anni Raffaele De Grada, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, critico d'arte.

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L’atteggiamento da tenere nei riguardi della Rivoluzione Socialista d’Ottobre

(6 Novembre 2019)

vivalenin!

Per quale motivo l’atteggiamento nei riguardi della Rivoluzione Socialista d’Ottobre è stato e rimane una linea di demarcazione tra i comunisti (marxisti-leninisti) e i revisionisti, fra le forze genuinamente rivoluzionarie e quelle sedicenti rivoluzionarie? Le rivoluzioni non solo rivelano il contenuto e il vero significato della storia mondiale, ma diventano esse stesse il punto d’avvio delle grandi epoche storiche.

La Rivoluzione d’Ottobre, segnando l’inizio dello sfacelo dell’ultimo ordinamento di oppressione e di sfruttamento, divenne al tempo stesso anche il punto di partenza di una nuova epoca storica, dell’epoca dell’edificazione di una società nuova senza oppressione e sfruttamento sociale e nazionale, della società socialista.

L’influsso esercitato dall’Ottobre sovietico sul movimento rivoluzionario proletario mondiale e sulle lotte di liberazione nazionale dei popoli che soffrivano sotto il giogo imperialista, fu enorme. La vittoria della rivoluzione proletaria inferse il primo colpo mortale all’imperialismo, a tutto il sistema capitalistico mondiale.

Essa impresse il suo indelebile segno sull’inizio della crisi generale del capitalismo, che si sviluppa oggi a nuovi livelli.

È fuori d’ogni dubbio che la Rivoluzione Socialista d’Ottobre ha segnato il trionfo in pratica del marxismo-leninismo come ideologia sulla cui base si sarebbe compiuta la trasformazione rivoluzionaria della società nella direzione del mondo nuovo al quale apparteneva l’avvenire.

Un’altra verità incontestabile è che a così grande distanza da quell’avvenimento, si dimostrano attuali i valori delle idee della grande Rivoluzione d’Ottobre e intramontabili i suoi insegnamenti a proposito delle vie per la conquista del potere politico da parte del proletariato; a proposito del ruolo dirigente del Partito comunista sia nell’organizzazione della rivoluzione sia successivamente; a proposito dell’alleanza della classe operaia con i contadini lavoratori e gli altri strati oppressi dal capitale, le donne e i giovani, sotto la direzione della classe operaia; a proposito della distruzione della vecchia macchina statale borghese e l’instaurazione di un nuovo potere proletario, per citarne alcuni dei più importanti.

Proprio per questi motivi, ai militanti rivoluzionari non può bastare la commemorazione storica di quel grande evento storico. Il retaggio teorico-pratico dell’Ottobre e di Lenin deve essere assimilato in tutta la sua interezza dai rivoluzionari.

La fedeltà agli insegnamenti del marxismo-leninismo, l’applicazione creativa di questi insegnamenti e della rivoluzione del 1917 nelle storiche condizioni del nostro paese segnano la linea di demarcazione tra le forze genuinamente rivoluzionarie da quelle sedicenti rivoluzionarie.

L’esperienza della Rivoluzione Socialista d’Ottobre richiama i comunisti a realizzare la condizione indispensabile per raccogliere pazientemente le forze e per organizzare e preparare il proletariato per condurlo al combattimento al sopravvenire della fase rivoluzionaria; li richiama imperiosamente al dovere della ricostituzione nel nostro paese della guida che si conforma all’ideologia marxista-leninista, quale unica ideologia per la classe operaia nella lotta per la rivoluzione e nel socialismo, unica ideologia in grado di dare una risposta a tutte le questioni che pone l’odierno sviluppo sociale e di far fronte a tutte le sfide del tempo.
Incamminati su questa strada, fra coloro che più dichiarano d’interessarsi delle sorti del marxismo, s’incontreranno ”comunisti”che omettono appunto questi insegnamenti della immortale Rivoluzione d’Ottobre.
Con queste omissioni, essi sveleranno i loro tentativi per rendere il marxismo-leninismo una cosa deforme e morta, per svuotarlo del suo vivo contenuto, per scalzare le basi teoriche fondamentali, per indebolire il suo legame con i precisi compiti pratici della nostra epoca, con gli obiettivi generali e fondamentali che non mutano finché non si modificano i rapporti fondamentali tra le classi.

I moderni revisionisti e gli opportunisti – questi chiacchieroni che in occasione delle ricorrenze del proletariato si travestono da rivoluzionari - non fanno altro che manipolare variamente o ripetere sterilmente il già noto, trasformano l’ideologia del proletariato da guida scientifica per l’azione a strumento di conservazione.

In occasione del 102° anniversario dell’Ottobre, i proletari rivoluzionari devono rifiutare l’imbalsamazione dell’Ottobre, la sua consegna ai manuali di storia o ai convegni di intellettuali, il suo uso tutto verbale o di pura immagine, avulso dai compiti rivoluzionari dell’oggi. Devono rivolgere le armi della critica contro la “scolastica” revisionista e opportunista, che ha spezzato il rapporto fra teoria e prassi rivoluzionaria.

Ogni articolo, ogni discorso sull’Ottobre dovrà essere apprezzato non in base alla ripetizione di scontati luoghi comuni, ma al contributo che offre soprattutto sul terreno dell’organizzazione del proletariato in Partito politico indipendente e rivoluzionario.

Il regresso controrivoluzionario verificatosi in Unione Sovietica e nei paesi in cui aveva trionfato la rivoluzione, ha arrecato alla rivoluzione e al socialismo un grave danno. Ma questi mutamenti sono soltanto uno zig-zag, una svolta temporanea nel corso della storia della lotta fra le classi sociali.

Le controrivoluzioni e gli ostacoli che sorgono possono prolungare l’esistenza del sistema di sfruttamento, ma sono incapaci di arrestare la marcia della società umana verso il suo avvenire socialista. Il movimento proletario dà segni di risveglio dal torpore e uno dopo l’altro nuovi strati sono attratti nella lotta contro il capitale.

Se il suo risveglio non è così rapido e generale come lo desidererebbe l’impazienza di certuni, ciò non legittima il pessimismo e la rassegnazione, poiché una volta in movimento, la borghesia non potrà opporre una diga all’avanzata del proletariato.

Per celebrare con profondo rispetto e spirito rivoluzionario l’Ottobre rosso, quest’opera immortale del proletariato e del partito bolscevico, guidato dal grande stratega della rivoluzione, Vladimir Ilich Lenin, i comunisti (marxisti-leninisti) di oggi, gli operai d’avanguardia, devono assorbirne la sostanza e non fermarsi alla lettera o all’iconografia, lottando con determinazione e perseveranza affinché il proletariato del nostro paese possa tornare a riunirsi e saldarsi intorno allo strumento politico e organizzativo – il Partito comunista guidato dalla dottrina del materialismo storico e dialettico - per mezzo del quale potrà adempiere i suoi compiti storici indifferibili e sempre più urgenti.

Da “Scintilla”, n. 102 – ottobre 2019

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