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Marò, che palle

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Napoli, 16 novembre: guerra, ambiente ed ecologia. Incontro con Marinella Correggia

(13 Novembre 2019)

ambiente, l'altra vittima della guerra 2

Sabato 16 novembre 2019 alle ore 17:00
a Santa Fede Liberata – Via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 2 – Napoli.
Organizzato da Rete contro la guerra e il militarismo – Napoli città di pace – Santa Fede Liberata

Sono bene evidenti gli effetti distruttivi della guerra: la morte che arriva dal cielo senza risparmiare civili inermi, ospedali, scuole e infrastrutture primarie; le mine e le bombe inesplose che continuano a mietere vittime anche a distanza di tempo soprattutto tra i bambini e i contadini; la cancellazione di territori precedentemente abitati e vitali resi sterili dalle armi di distruzione di massa. Si pensi al rilascio di quantità enormi di uranio impoverito il cui uso, inaugurato nella guerra dei Balcani, ha devastato il Medio Oriente, producendo per diverse generazioni effetti letali (tumori e malformazioni) sulle popolazioni dei Paesi aggrediti e persino fra i militari occidentali. Si pensi al fosforo bianco, alla grafite e ai loro effetti permanenti. Si pensi alle armi nucleari che, testate per anni, hanno inquinato ancora prima di esplodere nei teatri di guerra e che preservano la propria capacità distruttiva attraverso le scorie, consegnando altra morte alle generazioni a venire. Si pensi a Gaza ed al terreno inquinato dai metalli pesanti lasciati dai bombardamenti.

Un po’ meno evidenti sono, invece, gli effetti della guerra e degli apparati militari sull’ambiente e la natura.

Il recente attacco ad una pipeline in Arabia Saudita ci ha brutalmente ricordato i pozzi petroliferi kuwaitiani ed irakeni in fiamme per mesi ed il loro impatto sulla salute del pianeta. Ma non basta.

Come ci ricorda Marinella Correggia, citando diversi studi sui costi della guerra, il solo consumo di carburante nelle guerre Usa «antiterrorismo», dal 2011 al 2017, è costato in termini di emissioni ben 1,2 miliardi tonnellate di gas serra (CO2 equivalente).. Ma queste stime non comprendono la produzione di armi, né l’impatto sul clima e sull’ambiente delle distruzioni massicce di infrastrutture, case, servizi, tutto da ricostruire. Milioni di tonnellate di cemento (fra le produzioni industriali più energivore), combustibili per i macchinari, ecc.

Senza contare gli effetti devastanti delle attività militari anche nei paesi non coinvolti dalla guerra: occupazione e militarizzazione di territori, contaminazione da metalli pesanti nei poligoni di tiro, inquinamento delle falde acquifere, inquinamento elettroacustico ed elettromagnetico legato alle attività delle basi militari.

Da non sottovalutare, infine, le dichiarazioni di molti responsabili militari, che vantano la capacità di saper manipolare il clima e i terremoti a scopo bellico, paventando un nuovo uso dell’ambiente che diventa esso stesso arma di guerra contro i popoli. Modificare il clima o sollecitare eruzioni e terremoti è la nuova frontiera della guerra, rivolta contro specifici territori ma da intendersi contro l’intero pianeta, visto che non si conoscono gli effetti collaterali climatici e geologici di queste irresponsabili manipolazioni.

E’ per tali ragioni che, di fronte alla crescente attenzione per il clima e alle mobilitazioni di migliaia di giovani nelle marce di Friday for Future, vogliamo sottolineare il livello di tossicità che gli apparati militari costituiscono prima ancora di diventare macchine distruttive, auspicando che questo tema diventi centrale nell’agenda del movimento. Per questo invitiamo gli attivisti e le realtà del movimento ambientalista a confrontarsi nel merito per poter insieme denunciare l’industria bellica e gli apparati militari, che condividono un unico statuto ideologico: il disprezzo per l’uomo, la natura, gli animali e l’ambiente.

Ne parliamo con Marinella Correggia, giornalista e attivista contro la guerra e per l’ambiente


Il dibattito è aperto a tutti coloro che vogliono dare il proprio contributo e sarà accompagnato da un aperitivo eco.

Rete contro la guerra e il militarismo – Napoli città di pace – Santa Fede Liberata

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