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Gugliotta

Si apre una finestra sui metodi della polizia italiana

(14 Maggio 2010) Enzo Apicella
I TG trasmettono l'intervista a Stefano Gugliotta, che porta i segni del pestaggio immotivato da parte della polizia

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COSA SUCCEDE A CENTOCELLE?

LE TRASFORMAZIONI PRODUTTIVE, SOCIALI ED URBANISTICHE

(16 Dicembre 2019)

centocelle dall'alto

Il Quartiere di Centocelle (Centum Cellae), è il più popolato del V Municipio, ormai prossimo ai 60.000 abitanti, più o meno come Tivoli. Il primo nucleo edilizio risale al 1921, antecedente alla nascita delle borgate ufficiali del periodo fascista. Case povere e strade sterrate, negli anni ’30 Centocelle inizia a strutturarsi, grazie ai primi negozi e agli storici forni. Dopo l’8 Settembre 1943 sono state scritte importanti pagine della Resistenza al nazifascismo, ancora oggi radicate nella memoria del quartiere, come testimonia la lapide commemorativa in Piazza delle Camelie. Dopo la II Guerra Mondiale ha inizio il vero e proprio sviluppo urbanistico, lungo la via Casilina, Centocelle vecchia; ci vivevano operai-ie, artigiani, piccoli commercianti, contadini e tranvieri. La più importante e decisiva espansione urbanistica avviene tra il 1946 e il 1970. Il cuore attuale è a via dei Castani, la via commerciale, e Piazza dei Mirti, anche con la metropolitana. Negli ultimi anni sono stati aperti diversi locali di ristorazione, birrerie, soprattutto in zone diverse da quella centrale, da Piazza delle Gardenie a via delle Palme, dei Gelsi e dintorni; l’apertura delle stazioni della Metro C, sta comportando una trasformazione delle aree adiacenti attraverso una progressiva valorizzazione della rendita immobiliare e del valore di mercato delle abitazioni e dei locali. Rilevante la presenza di nuovi immigrati, circa il 15%, della popolazione come il numero di attività commerciali da loro gestite.

LA CRIMINALITÀ

Centocelle non è stata e non è immune da appetiti criminali ed oggi c è una presenza consolidata delle mafie "nostrane" in alleanza variabile con altre di recente importazione. I clan perseguono, come ogni impresa, la valorizzazione del capitale: l’accumulazione mafiosa locale derivante dall’esazione del “pizzo”, dallo spaccio e dalla prostituzione, (questa ben visibile sull’asse della Palmiro Togliatti) guadagna valore nel riciclaggio (slot, usura, “consulenze”, investimenti commerciali , immobiliari e finanziari) e si combina col flusso complessivo dei capitali mafiosi, dirigendosi perfino verso investimenti pienamente legali.
Le varie inchieste della magistratura a Roma, tra cui Mafia Capitale, colpendo la criminalità organizzata e mettendo in difficoltà il cosidetto “mondo di mezzo” hanno contribuito alla ridefinizione degli equilibri criminali, ma l'avanzata delle “Piazze di spaccio”, a partire da quelle di San Basilio e Tor bella Monaca, senza trascurare quelle emergenti come il Quarticciolo e Primavalle, indicano comunque che è questa espansione economica poderosa la base principale dei "cambiamenti" in corso, come gli omicidi e i ferimenti segnalano. "Cambiamenti" che riguardano in città anche gli storici rapporti tra criminalità e destra eversiva. Sembra esserci spazio per nuovi soggetti e nuove strategie e la crisi occupazionale, soprattutto tra i giovani (sono decine di migliaia quelli che non lavorano e non studiano), rischia di consegnare alla criminalità un reclutamento massiccio. Quel che non può cambiare è la struttura dell’economia criminale che, come specchio rovesciato di quella “sana”, ne segue gli stessi schemi: cerca il profitto e la remunerazione dell’investimento; procede per differenziazione delle attività, esternalizzazione di parti di essa, “subappalti”, rapporti con la politica e l’amministrazione.
Tutti questi elementi sono presenti nel Quartiere di Centocelle, non da oggi.
Nel nostro quartiere l apertura di numerose e nuove attivita commerciali, soprattutto nella zona compresa tra piazza dei Gerani, piazza Teofrasto e piazza delle Gardenie, ha certamente attirato l’attenzione della criminalità organizzata. Gli incendi de "La Pecora elettrica", della "Pinsa cento 55", del Baraka, come le serrande divelte a via dei Ciclamini, sono azioni intimidatorie che hanno lo scopo di lanciare un chiaro messaggio: la riaffermazione del comando criminale sul territorio anche su questo settore del quartiere.
Ci sembra invece che le indagini per accertare quanto accaduto e nell’individuazione dei responsabili vadano a rilento e sconcerta l’assenza di informazioni su quale direzione stiano prendendo gli inquirenti.

NUOVI SPAZI DI PARTECIPAZIONE

Come Circolo Karl Marx – 100-celle del Partito della Rifondazione Comunista siamo convinti che uno dei principali problemi del quartiere, come dell’intero municipio e della città, sia la drammatica riduzione dei servizi pubblici e la distanza delle istituzioni dai bisogni dei cittadini e dalla stessa conoscenza dei territori di loro competenza. L’accorpamento dei municipi ha aumentato questa distanza quando invece dovrebbero esserci servizi territoriali diffusi quartiere per quartiere, in una logica di maggiore prossimità e decentramento amministrativo. E' necessaria, inoltre, una vera democratizzazione dell’azione politico-amminstrativa, che stimoli i processi di partecipazione attraverso il confronto con gli abitanti dei Quartieri su quanto sia realmente necessario; bisogna ricostruire questi primi luoghi di contatto delle istanze collettive e dei cittadini con la rappresentanza politica e l’attività amministrativa territoriale. In questi anni infatti si è prodotta una drammatica caduta della partecipazione, basti pensare alla secca riduzione delle consulte municipali, che ormai sono diventati residuali nell’attività istituzionale, e un contemporaneo processo di concentrazione della politica municipale nelle mani degli esecutivi, in modo non dissimile da quello che avviene nel paese a tutti i livelli. L’allontanamento progressivo della Regione, del Comune, dei Municipi dai bisogni dei cittadini e dai loro territori, la chiusura degli spazi sociali, culturali, sportivi, hanno impoverito così i quartieri, con un decadimento evidente, contrastato solo da esperienze spontanee e autorganizzate che, evidentemente, nonostante la generosità di chi anima comitati e associazioni, non basta.

E’ pura retorica pensare che la democrazia sui territori possa, di per sé, arginare la penetrazione mafiosa ma, in determinate condizioni, essa può almeno rendere difficile l’agire del nuovo modello mafioso “visibile” delle “piazze di spaccio” ( San Basilio, Tor Bella Monaca, Quarticciolo, Quartaccio, Magliana), lottando affinchè spazi, piazze, strade e parchi diventino sempre più aperti e fruibili. Non serve la militarizzazione del territorio ma servono invece indagini serie e approfondite da parte della polizia giudiziaria e della magistratura.
E’ necessaria una diversa pianificazione dei territori, che “governi” lo sviluppo economico e commerciale, evitando il proliferare abnorme di attività commerciali dello stesso tipo, ma garantendo un adeguata diversificazione a partire dall’incentivo alle attività artigianali. L’attività amministrativa di tipo autorizzatorio deve essere preceduta, in termini politicamente vincolanti, da piani di zona partecipati e condivisi tra istituzione, imprese, cittadini ed attori sociali (associazioni, sindacati, scuole, comitati, volontariato ecc..)
Va messa al centro l’ idea che lo sviluppo del quartiere non si fa solo con tanti locali commerciali ma soprattutto con più cultura e aggregazione, con più spazi culturali, sociali, sportivi, con la riqualificazioni dei parchi, con biblioteche e teatri, in cui il consumo nel tempo libero possa combinarsi con l’incontro e con la conoscenza. E’ un modello radicalmente opposto a quello che vede l’abuso di sostanze come elemento di aggregazione, che, inevitabilmente, in un regime proibizionista favorisce sul medio periodo la criminalità organizzata.
Resta per noi centrale, quindi, il ruolo del pubblico come regolatore ed espressione dell’ interesse generale alla qualità del vivere urbano e ai bisogni non mercantili della popolazione.
L’amministrazione pubblica, quindi, non può e non deve più sottrarsi dal confronto per esercitare il suo ruolo nel governo del territorio: anche questo significa contrastare tutte le mafie.
Il PRC Karl Marx – Centocelle si rende disponibile e s’impegna al confronto su questi temi , e sulla posizione del nostro Partito, con chiunque abbia a cuore Centocelle, la sua vivibilità , la sua vocazione popolare, democratica ed antifascista , la sua Storia.

Circolo Karl Marx Centocelle Partito della Rifondazione Comunista

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