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Colpire alla radice

editoriale nuova unità n.1/2020

(10 Febbraio 2020)

Se non si mette il capitalismo in discussione non c'è via d'uscita

nuova unità

Ci hanno martellato per anni con l'uso della plastica, che ha sostituito anche le bottiglie di vetro; con il rinnovamento dei mobili di legno, con l'usa e getta perché niente poteva essere riparato. Ci hanno portato sul mercato la frutta fuori stagione e abituati a mangiare carne tutti i giorni, ad usare l'auto per farcela comprare. Ora la plastica è criminalizzata e da più parti si esorta il recupero, il riciclo; tutti i super cuochi che invadono la TV consigliano di mangiare prodotti di stagione e di seguire la dieta mediterranea, i sindaci bloccano il traffico delle auto senza provvedere un efficiente trasporto pubblico.
In particolare la plastica sembra diventata il mostro dell'era moderna e tanti giovani ne fanno oggetto delle proprie proteste con il beneplacito delle industrie che si riconvertono per trarre nuovi profitti. Eppure viviamo nell'era della supertecnologia, dell'industria 4.0 e del G5 (i cui effetti nocivi sono già dimostrati), delle grandi opere, tutte modernizzazioni inquinanti e dannose per la salute sia dei lavoratori che della popolazione, lungi dalla sostenibilità di cui parlano i potenti e che non sono oggetto di protesta da parte della gran massa dei giovani.
Quando si toccano, invece, gli interessi di capitalisti e politici, come ha scelto di fare il movimento No Tav in val di Susa che da anni si batte per difendere l'ambiente da un'opera inutile e dannosa anche per il riscaldamento climatico come il Tav e propone un impiego razionale del denaro pubblico in favore dei tanti pendolari e non per i Tav per pochi ricchi è sempre pronta la repressione. Che è culminata proprio l'ultimo giorno del 2019 - mentre il presidente della Repubblica trasmetteva agli italiani il disegno di un paese che non esiste - con l'arresto di Nicoletta Dosio storica militante, da sempre impegnata contro il progetto dell'alta velocità Torino–Lione. Il reato contestato è quello di violenza privata e interruzione di pubblico servizio. Siccome la giustizia non è uguale per tutti, Nicoletta è in carcere e alla corrotta prefetta di Paola Galeone, colta mentre intascava una mazzetta a Cosenza, sono stati concessi i domiciliari.
I potenti del mondo si sono riuniti a Davos per il Wef (World Economic Fo-rum) per discutere delle loro questioni economiche e... anche di clima, aperto agli ambientalisti (a nessun altro è permesso arrivare a Davos). E mentre Donald Trump, nel giorno dell'impeachment, col suo tono trionfalista parla di "rilancio spettacolare dell'economia" e di "grande boom come mai prima", Greta lancia i suoi soliti schematici strali - col risultato di un nulla di fatto. Si può veramente credere che i rappresentanti dell'imperialismo si interessino al cambiamento climatico?
Oltre la distruzione dell'Amazzonia, della Siberia, dell'Australia, dell'Africa, che dire dell'inquinamento dovuto alle conseguenze delle guerre passate (quante bombe giaccioni nell'Adriatico sganciate dagli aerei che hanno bombardato la Jugoslavia?) e in corso, degli esperimenti nucleari? Delle esercitazioni Nato?
Di tutto ciò che riguarda operazioni militari, produzione di armamenti, riarmo - il governo sta per avviare programmi militari del valore miliardario (21 miliardi, +3,4 per cento in un anno, l'1,2 % del Pil +8,2% dal 2015 più i contributi nascosti: gli "scivoli d'oro" agli alti ufficiali e al "caro pensioni" dei cappellani militari con grado di ufficiale), per l'acquisto non solo degli F35, ma di missili, blindati, droni, sommergibili - passano nel silenzio generale.
Se si esclude il blocco attuato dai portuali di Genova del carico sulla nave Bahri Yanbu e sulla Bahri Jazan dei generatori elettrici spediti alla Guardia nazionale Saudita - che è un corpo militare impegnato nella guerra civile in Yemen (già attuato dai portuali francesi sulla stessa nave a Le Havre) - rimasti isolati, sembra che il riarmo, il commercio di armi, la provenienza dei miliardi che si spendono per appartenere alla NATO, per le missioni cosiddette umanitarie ecc. non interessino a nessuno. Eppure sono miliardi pagati con le tasse dei lavoratori ai quali si chiedono sempre più sacrifici. E i lavoratori... pagano ma non collegano il fatto neppure quando affrontano le estenuanti vertenze.
I lavoratori italiani sono completamente soggiogati dall'influenza del "riformismo", della socialdemocrazia, e dei sindacati confederali che per anni hanno sostituito la lotta di classe con la delega e i "tavoli" delle trattative, accettate sempre più al ribasso. La classe lavoratrice nostrana è davvero il fanalino di coda del mondo dove invece si sviluppano lotte senza precedenti che la borghesia, attraverso i suoi servitori dell'informazione, cerca di tenere nascoste per paura del contagio. Che, di certo, per ora non c'è.
È vero che anche negli anni del grande movimento partito dalla Francia, il '68, c'è voluto più di un anno per lo sviluppo in Italia, ma non c'è nessun segnale di ripresa delle lotte se non le mobilitazioni dei lavoratori stranieri organizzati che rifiutano le forme di lavoro schiavizzato. Le altre, poche, riguardano i lavoratori di multinazionali che decidono da chiudere o delocalizzare da un giorno all'altro, lotte che - per volere dei confederali - restano isolate sia nel movimento operaio, sia nel paese. Se la classe lavoratrice non prende in mano la situazione e non fa pressioni sui sindacati accomodanti, com'è successo in Francia, saranno lotte e sacrifici disperanti quanto inutili.
Il nuovo anno è iniziato, oltre che con l'ennesimo intervento militare USA per destabilizzare l'Iran e con un famigerato “accordo del secolo”, sbandierato da Trump sotto il segno delle lobby sioniste, ancora una volta a danno della popolazione palestinese. Ma anche con uno sciopero unitario (208 diverse organizzazioni) in India che ha coinvolto 250 milioni di lavoratori ai quali si sono aggiunti molte organizzazioni studentesche da una sessantina di università del Paese. Operai e contadini che si sono stancati delle condizioni di lavoro umilianti, della mancanza di contratti e della sicurezza, dello sfruttamento, del carovita, della disoccupazione giovanile. E a difesa del diritto di sciopero che, anche in India come in tutto il mondo capitalista, Italia compresa, è messo in discussione. Un fatto senza precedenti sfuggito alla corrispondente dall'Asia, Giovanna Botteri, sempre così solerte ed empatica quando si tratta di raccontare gli scontri e la repressione a Hong Kong, strizzando l'occhio agli studenti che inneggiano agli Usa e alla Gran Bretagna!
Ed è arrivato il fatidico 26 gennaio! Dopo un'insopportabile, aggressiva e becera campagna elettorale di Salvini che ha oscurato la candidata alla regione Emilia-Romagna, il "voto utile", dovuto anche al movimento delle sardine, ha confermato il precedente presidente. In Calabria, dove i voti persi dal M5S sono confluiti nel cartello della destra, ha vinto la candidata del Popolo delle libertà che rappresenta il malaffare politico ed economico, il clero, la mafia ecc. tant'è che proprio nelle liste di questa coalizione la Commissione parlamentare antimafia ha rilevato candidati impresentabili e ineleggibili.
Per la classe operaia e i comunisti non cambia nulla. Tutti i problemi che attanagliano anche queste regioni, a partire dalla sanità che in Calabria è disastrosa, non troveranno soluzioni perché l'offensiva capitalista non si ferma se non la ferma un'organizzazione comunista che non ceda alle lusinghe elettoraliste (ben poco appaganti), ma che investa le proprie risorse per il rovesciamento del sistema sociale.

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