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il pane e le rose

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FABBRICHE APERTE
SCIOPERI ED ASSEMBLEE VIETATI

(7 Marzo 2020)

fronte unico bla bla bla n. 3

- Col pretesto del Corona Virus il Governo sospende le libertà sindacali -

A seguito del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri di mercoledì 4 marzo sono state prese ulteriori restrizioni di movimento, manifestazione ecc. per “ragioni sanitarie” mentre nei posti di lavoro dove si crea il profitto di cui vive la classe padronale – fabbriche, uffici, magazzini, campi – si continuerà la produzione, a prescindere dalla possibilità di rispettare le direttive del Dpcm.

Sui mezzi di trasporto pubblici, usati per andare a lavorare, pazienza se non sarà possibile rispettare la “distanza di sicurezza”; né ci risulta siano previste aumenti delle corse – costano! – per ridurre l'affollamento che, nonostante la chiusura delle scuole, nelle ore di punta resta ovviamente elevato.

Nei luoghi di acquisto dove con la vendita il profitto si realizza – mercati, supermercati, centri commerciali, bar, negozi – ugualmente si va in deroga alla “rigida” norma della distanza di sicurezza.

Rigida? Due pesi due misure, più chiaro di così!

Norma flessibile – anzi nulla! – per i padroni, se rischia di intaccare i profitti. Rigida, quando in discussione ci sono gli interessi dei lavoratori. Ad esempio – guarda caso – nell'ambito delle attività sindacali.

Confindustria e governo si preoccupano della nostra salute quando hanno fortemente ridimensionato la sanità pubblica a beneficio di quella privata con tagli al personale e ai posti letto, quando sono complici dei padroni per le morti sul lavoro e da lavoro, da inquinamento e da stragi determinate da mancanza di sicurezza e da sete di profitto.

La Commissione di Garanzia, già il 24 febbraio ha emesso “un fermo invito a tutte le Organizzazioni sindacali [...] affinché non vengano effettuate astensioni collettive dal 25 febbraio al 31 marzo 2020” e il 28 febbraio ha vietato lo sciopero generale proclamato da tutto il sindacalismo di base per la giornata internazionale della donna, non solo per i cosiddetti “servizi pubblici essenziali” ma anche per categorie come i metalmeccanici!

Come in ogni crisi il governo di turno chiama all'unità della nazione mentre lavora gomito a gomito col padronato per scaricarne gli effetti sui lavoratori!

Migliaia di lavoratrici delle aziende e cooperative che operano in appalto negli istituti educativi, scolastici e accademici sono senza lavoro. Sarà loro garantito il già misero salario pieno o uno decurtato? Secondo il governo non dovrebbero poter né scioperare né riunirsi in assemblee e manifestazioni!

Alitalia, amministrata da commissari statali, già ha annunciato migliaia di esuberi.

Con un tempismo da borseggiatori Arcelor Mittal e Governo hanno raggiunto un accordo che straccia quello del 6 settembre 2018, e butta fuori dalla fabbrica migliaia di lavoratori che quell'accordo aveva garantito di mantenere entro l'azienda mentre ne mette altrettanti in cassaintegrazione.

Il sindacalismo collaborazionista accetta di buon grado la sospensione delle libertà sindacali ed anzi si fa vanto per il suo presunto senso di responsabilità. Responsabili verso gli interessi padronali, non certo verso quelli dei lavoratori!

Il punto non è sminuire l'emergenza sanitaria. È comprendere il suo utilizzo strumentale da parte del padronato e del suo regime politico al fine di creare un precedente nella eliminazione delle libertà d'azione dei lavoratori, mettendo alla prova l'efficacia delle organizzazioni sindacali ad esso asservite.

Il nostro dovere è denunciare questa operazione e continuare a batterci per l'unità d'azione del sindacalismo conflittuale e dei lavoratori perché solo la forza della lotta sarà in grado di stracciare tutte le norme contro gli scioperi varate in questi anni dal regime padronale per incatenare i lavoratori al più nero sfruttamento.

Sabato 7 marzo 2020

Coordinamento lavoratrici/lavoratori autoconvocati per l'unità della classe

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