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Roma/Lazio. Dal PCI gli auguri di Pasqua, buone feste e buon futuro

Secondo l'estensore della nota, lo scrittore Marco Onofrio, l'emergenza che viviamo mette insieme, in un parallelo positivo, i valori cristiani e l'idea comunista

(10 Aprile 2020)

Il segretario del PCI del Lazio, Oreste della Posta, conoscendo le sensibilità di tanti comunisti e di tanti cittadini e lavoratori, ha chiesto, in questa speciale occasione, unica nel suo genere per questo secolo, al compagno Marco Onofrio, scrittore e dirigente comunista, di vergare una nota augurale. Marco Onofrio, con stile di profonda spiritualità e forte impronta laica comunista, ha così interpretato il messaggio che il PCI Lazio invia a tutti i nostri corregionali

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Il segretario del PCI del Lazio, Oreste della Posta, conoscendo le sensibilità di tanti comunisti e di tanti cittadini e lavoratori, ha chiesto, in questa speciale occasione, unica nel suo genere per questo secolo, al compagno Marco Onofrio, scrittore e dirigente comunista, di vergare una nota augurale. Marco Onofrio, con stile di profonda spiritualità e forte impronta laica comunista, ha così interpretato il messaggio che il PCI Lazio invia a tutti i nostri corregionali: “Pasqua significa “passaggio”. È il momento liturgico e simbolico in cui alla morte succede la resurrezione, alla crisi profonda la nuova armonia, agli inferi il cielo. In tal senso, stiamo per vivere una delle Pasque più autentiche e realistiche di sempre. Consapevoli che, come diceva il poeta, “lì dove cresce il pericolo cresce anche ciò che salva”, e che quindi ogni momento di crisi nasconde, nel suo cuore problematico, inusitate e inimmaginabili opportunità. I comunisti del Lazio vivono con profonda partecipazione i giorni di angoscia e sofferenza che la pandemia del Coronavirus sta imponendo al mondo e al nostro Paese; ma nutrono anche la ragionevole speranza che questa crisi possa sottrarci al vortice in cui il neocapitalismo sta avvitando uomini, nazioni, ecosistemi, come se non ci fosse un futuro che invece, avendo ricevuto il pianeta in prestito dai nostri figli, abbiamo il dovere etico di costruire e difendere. Lo sconvolgimento planetario causato dalla pandemia può offrire margini importanti di riflessione e ripensamento. La pausa potrebbe agevolare un salutifero “reset” dei sistemi, innescando la scintilla per illuminare il passaggio, appunto, a un modo diverso di concepire le risorse del pianeta e il ruolo storico degli individui, verso una società che torni ad essere incentrata sull’uomo, sulle sue legittime istanze di liberazione e di autentica giustizia comunitaria. Certo è un sogno eterno, nutrito da sempre e per sempre, ma l’emergenza che stiamo patendo lo rende all’improvviso quasi tangibile, ancora più possibile e clamorosamente attuale di quanto non sia mai stato negli ultimi decenni. Il virus sta facendo capire anche ai più fervidi sostenitori dei modelli di sviluppo in auge che così non è possibile continuare; che gli individui di questo mondo globalizzato sono in realtà isolati e fragili; che la finanza tecnocratica è un gigante dai piedi di argilla, e che anzitutto ci sono economie e culture locali da salvaguardare; che le persone umane, insomma, contano più dei mercati di cui si vogliono cieche consumatrici, e che non sono soltanto numeri intercambiabili di un codice o di un conto corrente bancario. I comunisti italiani lottano per l’opzione e l’affermazione concreta di un nuovo umanesimo integrale, esemplato sulla sacralità civile dei valori dell’Antifascismo, della Resistenza e della Costituzione. Buona Pasqua di “passaggio” e di speranza a tutti, con particolare riguardo agli “ultimi”, agli emarginati, agli indigenti, e a chi si sente ancora rappresentato dai simboli del lavoro e del sudore che adornano il rosso della nostra bandiera. Auguri speciali ai lavoratori che, malgrado l’emergenza, non hanno smesso di profondere con sacrificio e abnegazione il loro impegno quotidiano. Che sia una Pasqua di “passaggio” e di speranza anche e soprattutto per chi ha perso il lavoro, per chi lo sta cercando e per chi, scosso dalla recessione, non sa più come andare avanti. Che l’oggi e il domani ci trovino sempre più uniti e impegnati per il “cantiere aperto” delle nostre idee.”.

Trasmesso da Maurizio Aversa

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