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(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

ADESIONE ALL'INIZIATIVA DI RAVENNA DEL 14 MARZO 2020

(6 Marzo 2020)

fronte unico bla bla bla n. 3

Aderiamo senza esitazioni all’iniziativa (presidio e assemblea) che si svolgerà a Ravenna il 14 marzo, in memoria dei 13 operai morti soffocati nei cunicoli della nave “Elisabetta Montanari” 33 anni fa e per rilanciare la battaglia per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Anzitutto, condividiamo l’impostazione della realtà promotrice: quel Coordinamento lavoratrici/lavoratori autoconvocati per l’unità di classe che da tempo richiama al superamento delle sterili divisioni che indeboliscono l’azione del sindacalismo conflittuale e di base.

In secondo luogo, il tema della giornata di Ravenna risulta, oggi più che mai, centrale. L’incessante strage che si verifica nei posti di lavoro, è il prodotto di condizioni di grave sfruttamento, tipiche del capitalismo nostrano e peggiorate, negli ultimi lustri, da controriforme come quella che passa sotto il nome di Jobs Act.

A questa valutazione, se ne aggiunge un’altra, immediatamente legata al contesto attuale. Assistiamo, in questi giorni, a una sorta di “uso politico” del nuovo coronavirus. Ne sono responsabili le stesse classi dirigenti che, operando tagli selvaggi, hanno reso il Sistema Sanitario Nazionale inadeguato ad affrontare questa emergenza come le prossime che verranno. La spinta di lorsignori è evidentemente quella di giocare su una situazione difficile per cancellare dal dibattito pubblico qualsiasi altro tema, rilanciando allo stesso tempo un’idea di unità nazionale fondata sulla totale eliminazione del conflitto. Lo conferma l’intervento della Commissione di Garanzia a proposito dello sciopero del 9 marzo: un passaggio di lotta che evidentemente cozzava con la rappresentazione d’un paese non più attraversato dal dissenso, perché coeso nell’affrontare il pericolo epidemico. Ma senza l’esercizio del conflitto non si otterranno: né un rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale, tale da sconfessare le odierne politiche in favore dei privati; né la possibilità di difendere veramente la salute e la sicurezza di chi lavora.

L’iniziativa di Ravenna, quindi, ha anche il merito di attirare l’attenzione su un tema che i media, oggi, cercheranno ancor più che in passato di oscurare. Inoltre, è positivo che nella locandina d'indizione si parli di “caduti per il profitto dei padroni”: chiamando le cose col loro nome, si fa passare meglio l'idea che lavoratrici e lavoratori debbano abbandonare qualsiasi illusione circa istituzioni e classe politica, per riprendere finalmente in mano il proprio destino.

Il Pane e le rose – Collettivo redazionale di Roma

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