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La fatalità dominante

La fatalità dominante

(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

14 agosto 2018/14 agosto 2020: a due anni dal crollo del Ponte Morandi

A fianco dei familiari, dei sopravvissuti, degli sfollati, dei lavoratori

(14 Agosto 2020)

fronte unico bla bla bla n. 3

Il 7 dicembre 2019 siamo stati a Torino nell' 11° anniversario della strage operaia alla
Thyssenkrupp insieme alle mamme e ai familiari dei 7 operai bruciati vivi; il 14 marzo saremmo stati a Ravenna, per ricordare i 13 operai morti asfissiati alla Mecnavi,
insieme ad attivisti e lavoratori impegnati in città; il 28 aprile avremmo partecipato a
Sesto S. Giovanni (come da anni) alla giornata internazionale per i morti da amianto, ma le "misure anticontagio" ce lo hanno impedito.
L'emergenza “Covid” ha falsamente sospeso la vecchia quotidianità, nella realtà dei
fatti ha accelerato le morti sul e da lavoro (oltre 200 morti in sanità e altre decine nel
resto delle attività produttive).
Quello che abbiamo visto accadere ha rafforzato la nostra convinzione: non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare i morti a causa del profitto delle tante stragi, i tanti morti sul e da lavoro (in primis da amianto), gli oltre 200 operatori sanitari che hanno perso la vita nei mesi dell'emergenza sanitaria …
Non possiamo limitare l'azione di solidarietà e sostegno nei confronti dei familiari delle vittime, come ai lavoratori e lavoratrici colpiti dalla repressione, a momenti spontanei, episodici e locali. Dobbiamo e vogliamo essere in grado di condurre un lavoro di controinformazione, denuncia e mobilitazione permanente su questi temi, lavoro che finora nessuno è stato in grado di sviluppare.
La nostra “memoria”, la nostra azione, non può essere solo spontanea o temporanea, non deve essere istituzionale e rituale. Ma fondamentalmente, parte di un percorso, di un processo cosciente, collettivo e organizzato.
Perché siamo convinti di questo? Perché ogni strage, ogni morto sul e da lavoro rimane separato dagli altri, ogni strage rimane a sé, ogni vittima sul lavoro si perde e non vive nella memoria popolare e non si trasforma in coscienza collettiva.
E i responsabili diretti e “indiretti” devono e vogliono mantenere questa separazione
perché altrimenti la contaminazione produrrebbe la comprensione dei compiti dei familiari, dei lavoratori, degli sfruttati.
Per tutte queste ragioni siamo a Genova a sostenere i familiari, i sopravvissuti, gli
sfollati e i lavoratori. Condividiamo e sosteniamo il loro rifiuto ad una inaugurazione “carnevale”, come hanno fatto i vigili del fuoco, che intervengono “nelle tragedie, provocate da questo sistema economico e politico basato sul profitto”, e ci uniamo al loro dolore in questo anniversario.
Genova, 14 agosto 2020

Coordinamento lavoratori/lavoratrici autoconvocati per l'unità della classe

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