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Il fallimento del governo e le prospettive dei comunisti

(3 Settembre 2020)

scintilla

Quando è scoppiata la pandemia, Conte si affrettò a proclamare demagogicamente “il diritto alla salute prima di tutto”; i fatti dimostrano che il governo ha fatto tutto il contrario.

Il fallimento della sua politica è messo in luce anzitutto dal fatto che l'Italia è uno dei paesi coi più alti indici di mortalità in rapporto con il numero di contagiati.

Trentaseimila vittime sono la tragica dimostrazione che Conte e i governatori regionali non si sono preoccupati per la salute e la vita dei lavoratori, ma per la buona salute del capitale. Hanno sempre messo il profitto sopra a tutto e le conseguenze sono note: le “zone rosse” sono state ritardate, i padroni hanno potuto tenere aperte le fabbriche come e quando volevano, hanno goduto di benefici inauditi, in molti casi hanno intascato i soldi della CIG anche mandando avanti la produzione.

Passata la prima ondata, con l’estate è arrivato il turno dei capitalisti del turismo, dei proprietari di ristoranti, discoteche e locali della movida, dei Briatore, che hanno creato le condizioni per una nuova diffusione dei contagi, ammassando migliaia di persone in aree ristrette, senza controlli di sorta. Mentre gli operai rischiano ogni giorno la vita fra ritmi infernali, infortuni, malattie professionali e coronavirus (vedi il “pollo Aia” dove la produzione continua con l’avallo delle burocrazie sindacali nonostante centinaia di contagi), da parte loro i ricchi, i parassiti, i grandi evasori, i grandi azionisti e i proprietari dei titoli del debito pubblico si riempiono i portafogli con la pandemia.

Alle crisi aziendali irrisolte (130 vertenze che si trascinano da anni con 170 mila posti di lavoro a rischio) si sommano le nuove crisi, con decine di migliaia di operai che stanno a casa o hanno visto diminuire il salario. I posti di lavoro a rischio sono almeno un milione.

Ciò si tradurrà in disoccupazione massiva e povertà dilagante che non potrà essere coperta dagli “ammortizzatori sociali”.

Intanto il coronavirus continua a diffondersi.

La mancanza di preparazione e prevenzione, il massacro nelle Rsa, lo scandalo degli ospedali falcidiati da anni di tagli alla spese pubbliche, la riapertura senza regole, sono state le premesse del fallimento delle misure di contenimento della pandemia. Fracasso amplificato dai comportamenti instillati da decenni di neoliberismo ed edonismo, dal falso ottimismo dell’ “andrà tutto bene”, così come dai messaggi falsamente rassicuranti lanciati dai media e da “esperti” strapagati.

Gravi sono le responsabilità di un governo di cialtroni filopadronali e autoritari, nonché dell’opposizione di destra che dice le stesse cose. Dapprima ha giocato al “tana libera tutti” e poi ha aspettato settimane per istituire i controlli negli aeroporti, nei porti e nelle stazioni. Un governo che non programma nulla di serio e non è nemmeno capace di garantire a tutti gli studenti l’accesso alle scuole. L'educazione, uno dei diritti sociali fondamentali, è stata particolarmente colpita durante la pandemia. E ora un possibile ritorno nelle aule, senza condizioni basilari di biosicurezza mette a rischio la vita di migliaia di bambine, bambini, adolescenti e dei loro familiari.

Le vicende degli ultimi mesi mettono in luce non solo l’aggravamento della crisi sanitaria, sociale ed economica (tutti gli indici sono al ribasso, i consumi sono ai livelli più bassi da 25 anni), ma anche l’operato della borghesia imperialista che attenta costantemente alla vita e la salute delle masse.

E’ prevedibile che i rappresentanti politici dei monopoli per evitare un altro “lockdown” che comprometterebbe ulteriormente i profitti, faranno aumentare i rischi e le conseguenze disastrose per i lavoratori e le masse popolari. La classe operaia e le masse lavoratrici vivono una situazione molto pesante che ancora non tocca fondo. Ciò ci fa concludere che i problemi sociali che si sono originati negli ultimi mesi si acutizzeranno nei prossimi. Nonostante il freno e la politica divisoria imposta dalle burocrazie sindacali, la pace sociale non potrà reggere a lungo. Nostro compito immediato è dare impulso alla mobilitazione, alla lotta e all’unità della classe operaia sollevando costantemente la questione della rottura rivoluzionaria con un sistema moribondo e parassitario. Dalla lotta delle masse sfruttate e oppresse sorgerà l’alternativa ai governi borghesi che ci portano alla catastrofe.
Per avanzare su questa strada è indispensabile formare nella lotta l’Organizzazione comunista, portando sino in fondo la critica al revisionismo e all’opportunismo, avendo come meta la ricostruzione del Partito comunista.

La crisi profonda della socialdemocrazia, del M5S e dei “partiti immagine” apre oggi spazi nuovi, a condizione di disporre di un centro direttivo ideologicamente e politicamente coeso, combattivo e determinato, capace di sviluppare e centralizzare l’attività e fungere da punto di attrazione per gruppi comunisti ed elementi avanzati del proletariato.

Avanti compagni, senza esitazioni, tentennamenti o arroccamenti. Ci vuole coraggio politico, la situazione lo esige!

Da Scintilla, n. 109 – settembre 2020

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