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(Contratto Metalmeccanici)

Sui contratti votano solo i metalmeccanici

Mentre la Cgil discute di democrazia sindacale, le piattaforme per i rinnovi spesso non tengono conto del parere dei lavoratori

(13 Ottobre 2005)

La possibilità di votare sui contratti dovrebbe essere un diritto scontato garantito a tutti i lavoratori. L'unica categoria però a cui in Italia è concesso di esprimere un proprio giudizio vincolante su piattaforme e accordi, tramite referendum, è quella dei metalmeccanici. E' questa infatti la precondizione posta dalla Fiom a Fim e Uilm per definire insieme le richieste da presentare al tavolo con Federmeccanica e ricominciare così un percorso unitario dopo due accordi superati. Ciò determina una contraddizione evidente: mentre nella Cgil, che ha avviato il percorso congressuale, si discute di democrazia sindacale (c'è chi ritiene sufficiente far votare i lavoratori in assemblea raccogliendo i verbali e chi propone di farli votare con referendum, come prevede la tesi alternativa presentata dal segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini) ci sono molte piattaforme per i rinnovi che vengono fatte senza tener conto del parere dei lavoratori coinvolti.

E' il caso dei chimici (120mila addetti) e dei 70mila lavoratori elettrici. La piattaforma di questi ultimi è stata approvata la settimana scorsa dalle segreterie e dagli esecutivi di categoria e da subito è cominciata la distribuzione del testo nelle fabbriche e negli uffici. Testo che in questi giorni viene spiegato nelle assemblee, dopodiché sarà presentato alle controparti. «Il problema - sottolinea Dario Filippini, segretario della Filcea di Brescia - è che non si sa se i lavoratori saranno chiamati a votare, dal momento che questo passaggio non è previsto unitariamente. Non solo: non è previsto in modo esplicito alcun meccanismo che consenta ai lavoratori di potersi esprimere. Perché i metalmeccanici - domanda il sindacalista - possono votare sia il mandato che le conclusioni e gli elettrici no?».

Stesso discorso per i chimici, il cui contratto scade alla fine dell'anno. La piattaforma è già stata distribuita in tutte le fabbriche e stanno per partire le assemblee che dovranno terminare entro il 2 novembre, giorno in cui si terranno le assemblee regionali. Dopodiché si eleggeranno i delegati che faranno parte dell'assemblea nazionale, prevista per l'8 di novembre: a costoro è affidato il compito di licenziare la piattaforma e seguire la trattativa. Il percorso democratico prevede anche che, quando la maggioranza dei delegati decide che l'accordo va bene, lo si considera approvato. «Ma io chiederò ai lavoratori chimici di Brescia che ci sia almeno il voto nelle assemblee» anticipa Filippini, convinto sostenitore delle tesi di Rinaldini «perché un sindacato - spiega - non deve avere paura del voto dei lavoratori, anzi è il voto che dà forza al sindacato».

Anche il biennio economico dei circa 600mila addetti del settore tessile, abbigliamento e calzature scade a fine anno. Oggi si riunisce a Milano il direttivo nazionale della Filtea per discutere dell'ipotesi di piattaforma per il rinnovo sulla base del testo concordato dalle segreterie nazionali. Venerdì prossimo, sempre a Milano si riuniranno i direttivi unitari di Femca, Filtea e Uilta. Dopodiché il percorso sarà identico a quello del precedente biennio. Il che vuol dire, sostanzialmente un mese di assemblee durante le quali la consultazione prevede anche la messa a verbale degli orientamenti che prevalgono i lavoratori. Non sono nemmeno preclusi emendamenti provenienti dalle fabbriche. «Il punto - afferma Laura Tonoli, segretaria della Filtea di Brescia - è se queste osservazioni che giungono dai luoghi di lavoro sono poi ritenute vincolanti dai gruppi dirigenti ai fini della stesura della piattaforma finale. A tutt'oggi questo, nel percorso di formazione delle richieste, non è precisato».

Roberto Farneti - LIberazione 13 ottobre 2005

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