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RICORDANDO VITTORIO FOA

(20 Ottobre 2020)

vittorio foa

Il 20 ottobre 2008 moriva quasi centenario (era nato nel 1910) Vittorio Foa.
Questa mattina a Viterbo, nel dodicesimo anniversario della scomparsa, lo abbiamo ricordato ancora una volta.
Per quelli che come noi, di una generazione successiva alla sua cui quindi fu risparmiata l'esperienza dell'orrore del fascismo e della guerra, gli siamo stati negli anni Settanta e non solo compagni di lotte e per alcuni anni anche compagni di partito, Vittorio Foa resta una figura luminosa.
L'antifascista perseguitato, il partigiano, il sindacalista, il militante della sinistra socialista e libertaria, lo studioso della storia del movimento operaio e dell'Italia novecentesca, il testimone di tante lotte per la democrazia e la dignità umana, la persona che rifletteva su temi decisivi e troppo a lungo negletti, resta una figura di riferimento anche nello svolgimento e nella dialettica delle posizioni politiche che non di rado ci portarono a discutere a fondo talune sue scelte, ma sempre con affetto e attenzione e gratitudine sincera.
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Alcuni suoi libri sono tra le cose più utili per ripercorrere la storia del nostro paese nel secolo breve e la nostra stessa storia, e per ragionare di decisive questioni: penso ad esempio soprattutto a Riprendere tempo, Il cavallo e la torre, Questo Novecento, tutti editi da Einaudi.
E un libro che occorre aver letto è anche quello della figlia Anna Foa, illustre storica: La famiglia F., edito da Laterza.
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Ricordo con nostalgia le assemblee pubbliche e gli incontri di partito cui presi parte nella mia lontana gioventù in cui Foa era non solo presente, ma per così dire centro e fulcro: con la sua vivacità, la sua irruenza, il suo analitico e talora fin cavilloso argomentare, ma anche con la sua capacità di dubitare, di ascolto e di apertura.
E ricordo anche, perché non dirlo, le dure polemiche che in quegli anni lontani lacerarono la nuova sinistra e la sua stessa parte migliore: quella che era ad un tempo marxiana e gramsciana ed insieme rigorosamente, costitutivamente antitotalitaria, che già allora si collocava all'ascolto di Rosa Luxemburg e di Hannah Arendt, di Gobetti e Rosselli, della scuola di Francoforte e di Bloch, solidale con le vittime dei Gulag e il dissenso nei paesi del cosiddetto "socialismo reale", alla scuola delle lotte antimperialiste ed anticoloniali con Basso e nel vivo delle lotte contro le istituzioni totali e per i diritti umani con Basaglia e Maccacaro e Rodotà, nelle esperienze operaie e popolari più vive e aggettanti, nel movimento antimafia, nella tradizione nonviolenta del decisivo movimento femminista e di Tolstoj, Gandhi e King, di Aldo Capitini e Danilo Dolci, e che contribuì fortemente alla nascita della "nuova ecologia" con Dario Paccino e Laura Conti, con Giorgio Nebbia ed Alex Langer. Mi addolora constatare nella cultura diffusa odierna la vera e propria "damnatio memoriae" di grandissima parte di quanto vi fu di migliore in quella stagione di lotte, e con gli incontri che dedichiamo sovente qui a Viterbo ai nostri maestri e compagni di allora e di sempre vorremmo cercare di contrastare la barbarie che dilaga, ed esortare al ricordo e allo studio delle figure, delle esperienze e delle riflessioni più vive dell'impegno del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanità.
Col passare degli anni scompaiono le figure dei maestri e dei compagni più cari e ascoltati, ancora in questi ultimi tempi ci hanno lasciato tra gli altri Giorgio Pecorini, Rossana Rossanda, Paolo Finzi. Vorremmo che le loro esperienze di pensiero e di azione non fossero sommerse dall'oblio che la società dello spettacolo, che le nuove tecnologie totalitarie, che il consumismo demente che consuma l'umanità e il mondo, che il ritorno del fascismo e del razzismo tentano di imporre ad accecare ed annichilire ogni luce di civiltà, ogni risorsa di memoria, ogni vivente valore.
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Ripensando a Vittorio Foa ricordiamo anche tante compagne e tanti compagni viterbesi che ci hanno lasciato nel corso degli anni: da Achille Poleggi a Teresa Blasi.
Ripensando a Vittorio Foa, rileggendone con alcune persone amiche questa mattina alcune sue pagine, ancora una volta sentiamo il suo appello all'impegno.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui la lotta contro la guerra e tutte le uccisioni.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui la lotta contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui la lotta contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui la lotta contro tutte le violenze.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui l'impegno nonviolento in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui l'impegno nonviolento per la realizzazione di una società mondiale di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali, in cui da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacità ed a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite è il primo dovere.
Condividere il bene ed i beni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e per la salvezza dell'intera umanità e dell'intero mondo vivente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanità dalla catastrofe.


Viterbo, 20 ottobre 2020

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

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