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(23 Ottobre 2020)
E’ una decisione scandalosa che si abbatte sull’unico ospedale operante nel cratere del terremoto.
Le conseguenze saranno pesanti per tutta la popolazione e per i lavoratori della struttura sanitaria, costringendo chi avrà bisogno di visite o ricoveri a spostarsi su altri ospedali, nel nostro caso distanti più di 30 chilometri, per i malati, per i loro parenti, per chi lavora e anche per i costi, una bella mazzata.
Infermieri e medici saranno obbligati a trasferirsi o a riconvertirsi.
E’ una scelta scellerata e ipocrita quella di scaricare sui territori più fragili della Regione gli effetti socialmente negativi della pandemia. In primavera si tentò con il territorio di Gubbio, poi toccò a Todi. Adesso è la volta di Spoleto.
E’ inaccettabile, tutta la società regionale si deve fare carico dell’emergenza sanitaria e ogni ospedale deve avere il suo reparto covid, scaricare il problema su un territorio in difficoltà darà più consensi di quelli che si perdono ma è inaccettabile socialmente e in più fa crescere le differenze economiche e sociali già oggi assai evidenti.
Noi non ci stiamo, Spoleto non ci sta, lo ha già dimostrato presidiando il Pronto soccorso e bloccando lo svincolo sud della Flaminia la sera di giovedì 22 ottobre.
I cittadini indignati sono stufi del gioco delle parti, cioè di chi corresponsabile dice: “siamo tutti vittime”. Chi ha eletto la Tesei è stato complice, oggi può solo dire ho sbagliato, oppure tacere.
BISOGNA CONTINUARE LA MOBILITAZIONE E FAR RIMANGIARE ALLA GIUNTA NERO PADANA IL PROVVEDIMENTO PRESO CONTRO LA NOSTRA CITTA’.
Associazione culturale CASA ROSSA
Unione Sindacale di Base
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