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(19 Ottobre 2005)
Il successo della manifestazione nazionale del 15 ottobre contro la direttiva Bolkestein che ha visto scendere in piazza a Roma 50.000 persone, è un significativo passo in avanti per la crescita di un movimento di lotta in grado di contrastare efficacemente la politica neoliberista e di restaurazione sociale dell’Unione Europea e del governo Berlusconi.
La Confederazione Cobas lavora a trasformare il 25 novembre in una giornata di lotta per uno sciopero generale e generalizzato costruito su una piattaforma sociale antiliberista che abbia al centro forti aumenti salariali eguali per tutti ed il ripristino della scala mobile; la difesa del Tfr ed il ritiro del decreto attuativo dei fondi pensione, l’abrogazione delle controriforme pensionistiche di Berlusconi e Dini, per il rilancio della previdenza pubblica; la lotta alla precarietà con l’abrogazione del pacchetto Treu e la legge 30, la generalizzazione dei contratti a tempo indeterminato e la garanzia del reddito; la tariffazione sociale; l’abrogazione delle controriforme Moratti della scuola e dell’università senza tornare a quella di Berlinguer e l’abolizione delle leggi di parità e sull’autonomia scolastica; la difesa del carattere pubblico di sanità, scuola, casa, acqua, trasporti, energia, comunicazioni; la difesa dei contratti nazionali di lavoro; la difesa del diritto di sciopero e l’esercizio dei diritti sindacali per tutti i lavoratori e i Cobas; la cancellazione della legge Bossi/Fini senza tornare alla Turco/Napolitano e la chiusura di tutti i CPT; il ritiro immediato delle truppe italiane dall’Irak e da tutti gli scenari di guerra; la cancellazione della direttiva Bolkestein e delle direttive antisociali europee che aumentano l’orario di lavoro ad oltre 60 ore settimanali.
La situazione di lavoratori, disoccupati, precari, pensionati, immigrati è drammatica.
La crescita del carovita falcidia il potere d’acquisto di salari e pensioni. I servizi sociali e i beni comuni vengono ridotti a merce e privatizzati. Governo, Cgil-Cisl-Uil-Ugl, Confindustria/Confcommercio, Assicurazioni e Banche vogliono fregarci il TFR destinandolo ai fondi pensione.
La Finanziaria 2006 impone tagli a scuola, sanità, enti locali, cultura, blocca il rinnovo dei contratti e il turn over nel pubblico impiego, regala miliardi di euro ai padroni tramite sgravi fiscali sul costo del lavoro e stanziamenti per il decollo dei fondi pensione.
Il diritto di sciopero, già fortemente limitato dalle leggi 146/’90 e 83/2000 nei servizi pubblici, è aggredito anche nel settore privato dalla Confindustria, che vuole ridimensionare il ruolo del contratto nazionale di lavoro.
La democrazia e i diritti sindacali nei luoghi di lavoro sono sequestrati, appannaggio esclusivo dei sindacati concertativi.
Il governo Berlusconi prosegue nella sua politica guerrafondaia, di sudditanza agli Usa, razzista e neoliberista, vara la controriforma della scuola e dell’università, intensifica sfratti e sgomberi contro i senza casa, difende i CPT, i lager ove si rinchiudono e torturano i migranti, propone l’adozione unilaterale per l’Italia della direttiva Bolkestein.
Il centrosinistra, che si candida a succedere a Berlusconi, ha già detto che cambierà ma non abrogherà la riforma Moratti; non chiuderà i CPT; modificherà ma non cancellerà la legge 30; non tasserà le rendite finanziarie mentre sponsorizza i fondi pensione; forse gradualmente ritirerà le truppe dall’Iraq ma non dal Kosovo, dall’Afghanistan e dagli altri scenari di guerra e rimarrà fedele alleato degli Usa; continuerà nella politica di privatizzazioni dei servizi sull’esempio della direttiva Bolkestein partorita quando Prodi era presidente della Commissione Europea.
Di fronte a tutto ciò Cgil-Cisl-Uil si affidano allo sciopero di 4 ore per il 25 novembre, pronte ad applaudire il governo appena concederà il semaforo verde per il decreto che ci scippa il TFR.
Noi non contrapporremo data a data; è importante che una grande massa di lavoratori quel giorno scioperi e sia in piazza.
C’è la necessità materiale e politica di costruire un vero sciopero generale dell’intera giornata di tutte le categorie del mondo del lavoro pubblico e privato, uno sciopero generalizzato ed autorganizzato, esteso a tutti i settori sociali penalizzati dal terrificante modello di sviluppo neoliberista, per confluire il 25 novembre a Roma in una unica grande manifestazione nazionale autorganizzata dell’opposizione sindacale, sociale e politica contro il governo Berlusconi ed inviare un chiarissimo monito all’opposizione di sua maestà del centrosinistra che si propone di proseguirne le politiche liberiste.
Confederazione Cobas
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