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Dalla peste al coronavirus: le pandemie nella storia dell'uomo

(23 Dicembre 2020)

Dalla rivista "nuova unità" di dicembre 2020

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Nel corso della storia dell’umanità, prima del Covid-19, almeno altre 13 pandemie negli ultimi 3000 anni hanno colpito gli esseri umani.
Il salto di specie fra gli animali, selvatici o da allevamento e l’uomo attraverso successive mutazioni genetiche dei virus ha prodotto le pandemie. Polli, anatre, suini, topi, pulci, bovini, dromedari, zibetti e pipistrelli hanno fatto da conduttori, soprattutto in Asia e in modo particolare in Cina, dove hanno sempre vissuto a stretto contatto con l’uomo. Dall’epoca dell’urbanizzazione di massa e della globalizzazione, gli allevamenti intensivi alle porte delle metropoli e i sempre più vasti mercati di animali vivi dentro le megalopoli hanno fatto stragi mondiali: da 500 milioni al miliardo di vittime in totale nel corso dei secoli, secondo calcoli approssimativi.
Nell’epoca moderna le forti urbanizzazioni, lo sviluppo industriale, l’inquinamento, il disboscamento e la distruzione della natura hanno costretto gli animali a vivere sempre più stretto contatto con l’uomo.
Le pandemie, i lutti e le crisi economiche hanno contribuito a cambiare la storia causando guerre, migrazioni e crolli di sistemi economici-politici-sociali. Vogliamo ricordare solo quelle più recenti.
La Spagnola del 1918-1920 (che avvenne in due ondate, una primaverile e una autunnale) colpì alla fine della 1° guerra mondiale, quando le popolazioni povere, i proletari e i contadini, le classi sociali più debilitate, subivano e pativano per le privazioni degli interventi bellici, a contatto con soldati che erano stati inviati da un continente all’altro. Con il rientro a casa dei soldati americani di ritorno dall’Europa la pandemia arrivò anche negli Usa.
L’influenza asiatica nel 1956, un’epidemia trasmessa da uccelli, durò due anni e fece 1 milione di vittime nel mondo.
Nel 2003 arriva la Sars (prima epidemia da coronavirus del ventunesimo secolo), molto contagiosa, ma rispetto a altre poco letale (8.200 vittime nel mondo).
Negli ultimi 100 anni, la scienza ha accertato senza più dubbi l’origine zoonotica di varie pandemie. Secondo gli scienziati fu lo scimpanzé dei Laghi, in Africa, morsicando un essere umano, a trasmettere nel 1980 il virus dell’HIV-Aids che ha causato circa 36 milioni di vittime nel mondo.
Su ogni pandemia le case farmaceutiche si gettano a capofitto pregustando miliardari profitti e la ricerca cerca di trovare nuovi vaccini, ma i coronavirus continuano a proliferare. Che la scienza sia al servizio del capitale, delle multinazionali che finanziano le ricerche, al servizio delle classi ricche è sempre più evidente.
Lo dimostra il fatto che finora sono stati i paesi imperialisti, capitalisti, i più ricchi, ad accaparrarsi centinaia di milioni di dosi di vaccino per il virus.
Le varie teorie degli “esperti” sul corona virus fanno riflettere anche sul modello di scienza che il potere ci propina. Più che il virus, sembra che la malattia sia il capitalismo e anche se le eventuali cure e i vaccini - una volta testati - dovessero funzionare nel presente, alla lunga non serviranno se si continua rovinare e inquinare il pianeta.
I paesi in cui il neoliberismo ha privatizzato la medicina trasformandola in grande mercato sono quelli che si sono trovati più impreparati ad affrontare l’emergenza.
La pandemia ha dimostrato che la ricerca del massimo profitto - anche nella sanità - a scapito della salute umana e di quella del pianeta sta portando il mondo verso la catastrofe. I paesi più ricchi che dominano il mondo, i sostenitori della proprietà privata materiale e intellettuale che applicano embarghi, sanzioni economiche e attuano guerre in tutto il mondo contro i paesi che si oppongono alla penetrazione imperialista e contro il socialismo hanno distrutto la medicina territoriale e oggi anche gli strati popolari, la classe proletaria e i poveri dei paesi ricchi pagano un alto prezzo in costo di vite umane.
Il paradosso è che questi criminali - oggi in difficoltà - sono stati costretti a chiedere aiuti ai paesi asiatici e socialisti (Cuba in testa) che hanno sempre combattuto come nemici.
La pandemia ha tolto la maschera che portava il capitale, dimostrando che di umano non ha nulla, mostrando la sua faccia parassitaria.

Michele Michelino

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